Mercoledì 15 febbraio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
genova, 507° ora in silenzio per la pace.
Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org.
Incollo il volantino che verrà distribuito
*_Siamo in guerra col maltempo ma spendiamo in armi_*
Poche novità dal Consiglio Supremo di Difesa riunitosi lo scorso 8 
febbraio: qualche parziale riduzione agli organici - largamente 
sovradimensionati - delle Forze Armate e qualche ritocco agli 
investimenti negli armamenti. Tutto qui.
Il Consiglio Supremo di Difesa riafferma dunque una sostanziale 
continuità nella politica della difesa del nostro paese: alti livelli di 
spesa e di investimento, pronunciato interventismo militare all'estero
Altro che difesa «light», come qualcuno improvvidamente ha detto. Si 
tratta invece di una difesa «pesante», con ancora tanto personale, armi, 
generali e burocrazie.
Della cancellazione della produzione e acquisizione di 131 
cacciabombardieri F35 (15 miliardi di euro, più altri due già spesi) 
nemmeno a parlarne. E anche in questo caso si vocifera di qualche 
limitata rinuncia: magari invece di 131 ne prenderemo 100 e poi, magari, 
con il passare del tempo ci sarà occasione per tornare indietro anche 
rispetto a questa limitata (eventuale) rinuncia. Nonostante la crisi 
economica ed anche un'attenzione mediatica sostanzialmente ostile alla 
produzione di questi cacciabombardieri, il governo dunque non fa marcia 
indietro.
*Ed è per questo che acquista sempre maggior senso la campagna lanciata 
da Sbilanciamoci, Rete Disarmo, Tavola della Pace, Unimondo e con 
l'adesione e il sostegno de il manifesto per cancellare il programma di 
costruzione ed acquisizione degli F35.*
*Si sono già raccolte decine di migliaia di firme in tutta Italia e 
banchetti e iniziative si stanno moltiplicando in tante città*.
*Il prossimo 25 febbraio ci sarà una giornata di mobilitazione nazionale 
in oltre 100 città italiane per chiedere lo stop agli F35*.
Con i soldi risparmiati potremmo comprare un po' di spazzaneve da dare 
alle città sommerse dal maltempo, oppure fare degli altri aerei - ma per 
spegnere gli incendi che devastano i nostri boschi durante l'estate - o 
ancora dare al nostro paese 4500 asili nido, oppure garantire a 200mila 
precari un'indennità di disoccupazione in caso di perdita del posto di 
lavoro.
E' paradossale che mentre le sofferenze sociali per la crisi economica 
stanno ancora crescendo in modo esponenziale, i generali del nostro 
paese si dilettino a spendere questa montagna di soldi in «giochi di 
guerra» che niente hanno a che fare con un'idea di «difesa sufficiente» 
coerente con l'art. 11 (l'Italia ripudia la guerra) e l'art. 52 (ruolo 
nazionale e democratico delle Forze Armate) della nostra Costituzione. 
Meglio sarebbe risparmiare questi soldi, evitando sovrapposizioni e 
moltiplicazioni di sistemi d'arma - fortunatamente - non utilizzati e 
magari in possesso anche di nostri paesi alleati: uno spreco inutile. 
Mai come in questo momento bisognerebbe «svuotare gli arsenali e 
riempire i granai». Purtroppo il nostro governo sta facendo l'opposto
Fonte: Giulio Marcon (“il manifesto”)10022012