A PROPOSITO DEL "SINDACO DEI LAVORATORI"Il lavoro, i lavoratori, quando hanno voluto/potuto darsi un'espressione politica diretta, hanno sempre rappresentato un'entità collettiva: assemblee, consigli o comitati, su questa base si sono strutturati e hanno assunto una soggettività. Che senso materialmente e radicalmente alternativo avrebbe una candidatura a sindaco che nascesse da singole personalità di singoli posti di lavoro? Il suo carattere fortemente simbolico non riuscirebbe a nascondere il suo limiti irriducibilmente minoritari, all'interno stesso della classe operaia, figuriamoci fuori. Attraverso élites politicizzate si darebbe vita in realtà ad una lista, diciamo così, di estrema-estrema sinistra camuffata, mistificata da espressione della base operaia. Non credo che abbiamo bisogno di esperimenti, di manovre demagogiche.
giacomo casarinostoricogenovacontatto skype: gcasarino