[NuovoLab] APPELLO MANIFESTAZIONE GENOVESE DEL 12.2.12

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著者: carlo
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題目: [NuovoLab] APPELLO MANIFESTAZIONE GENOVESE DEL 12.2.12
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From: paololang@???

Ciao a tutti/e,
come saprete da 2 settimane 25 persone sono rinchiuse in varie carceri
d'Italia per l'operazione contro la NO TAV scatenata dalla procura di Torino.
Fra gli altri è stato arrestato Gabriele, un compagno genovese dell'AUT AUT,
che è a Marassi dal 26 gennaio.
Il Tribunele del Riesame di Torino deciderà lunedì prossimo se scarcerare
Gabry e molti altri NO TAV, quantomeno concedendo loro gli arresti domiciliari.
Molte piccole iniziative sono state organizzate in questi giorni in giro per
la città ed attestati di solidarietà sono arrivati da più parti....
Domenica 12 febbraio è stato lanciato un corteo, da De Ferrari a Marassi, per
chiedere la liberazione immediata di Gabry e di tutti gli altri arrestati e per
ribadire che questa operazione tende a colpire tutta le lotta contro la TAV,
che è una lotta di popolo.
Di seguito trovate l'appello scritto dai compagni dell'AUT AUT, prego tutti di
farlo girare il più possibile, se condiviso di firmarlo come singoli o come
organizzazioni (la conferenza stampa sarà domattina al ducale e quindi le
adesioni che arriveranno entro tale data potranno essere date ai giornali,
quelle che arriveranno dopo saranno diffuse durante il corteo) ed ovviamente di
partecipare numerosi alla manifestazione di domenica.
Non credo di dovermi dilungare in questa lista su quanto sia folle (o meglio
frutto di una chiara operazione politica) che 26 attivisti NO TAV accusati di
aver tirato delle pietre (non di strage) siano da giorni in carcere in un paese
in cui Cosentino gira libero, Schittino è ai domiciliari e via dicendo....
E' IMPORTANTE UN GRANDE SEGNALE DI PARTECIPAZIONE E VICINANZA, NON SOLO A
GABRY ED AGLI ARRESTATI, MA A TUTTA LA LOTTA NO TAV ATTACCATA DA QUESTA
OPERAZIONE....
Grazie ed ci vediamo domenica.
Paolo

APPELLO:
Giovedì 26 Gennaio sono state emesse dal gip di Torino 41 misure cautelari che
rispondono ai fatti avvenuti il 27 giugno e il 3 luglio scorso in Val di Susa.
Due giornate importanti, in cui il movimento No-TAV si è espresso attraverso la
partecipazione di oltre 70.000 persone, decise nel richiedere la sospensione
dei lavori per la linea ferroviaria Torino-Lione, il treno ad alta velocità.
Fin dai primi anni Novanta i cittadini della Val di Susa si sono battuti
contro il saccheggio e la devastazione del loro territorio e in difesa dei beni
comuni e della democrazia. Negli anni questa lotta ha contagiato il resto d’
Italia. Sette mesi fa, migliaia di persone hanno inondato la Valle, solidali
con questa battaglia, ormai più che decennale, condotta in difesa dell’ambiente
e contro uno spreco di 23 miliardi di euro, i cui beneficiari sono soltanto
mafie e appaltatori.
A fronte di ciò, 25 sono stati gli arresti e 16 gli obblighi di dimora.
Misure cautelari preventive e ingiustificabili si sono inaspettatamente
abbattute su militanti, giovani e studenti che da tutta Italia in quei giorni
erano presenti in Val di Susa.
Come ha sottolineato Livio Pepino (ex membro del Consiglio Superiore della
Magistratura, consigliere di Cassazione e sostituto procuratore generale a
Torino), le misure cautelari “non erano obbligatorie e, dunque, la loro
emissione è stata una scelta discrezionale. Di più, i reati contestati
consentono, in astratto e con il bilanciamento di aggravanti e attenuanti, la
sospensione condizionale della pena o l’accesso immediato a misure alternative
al carcere”. Dobbiamo perciò considerare l’operazione della procura di Torino
come “una tappa della trasformazione dell’intervento giudiziario da mezzo di
accertamento e di perseguimento di responsabilità individuali a strumento per
garantire l’ordine pubblico”. E un altro elemento, conferma Pepino, risulta
incongruo: “Per valutare i fatti è necessario collocarli nel contesto in cui
avvengono. E invece, nell’ordinanza, il contesto scompare”.
Il contesto del 3 luglio 2011 è innanzitutto quello di un utilizzo
spropositato di lacrimogeni CS (vietati dalle convenzioni internazionali di
guerra) da parte delle forze dell’ordine – che sparavano ad altezza uomo! Come
se non bastasse, esistono numerose testimonianze video comparse in Rete che
ritraggono agenti mentre lanciano pietre dal cavalcavia autostradale che
attraversa la Valle. È in questo contesto che Fabiano, uno degli attivisti
fermati quel giorno, è stato torturato e lasciato al sole, sanguinante e con
numerose fratture, senza quindi poter ricevere assistenza medica o essere
trasportato in ospedale. È sempre in questo contesto che migliaia di persone
hanno resistito alle violenze della polizia, a rischio della propria libertà e
incolumità.
Decontestualizzare le due giornate e rileggerle alla luce di violenze
individuali e ingiustificate non solo è un errore quanto mai grave, ma
esplicita le intenzioni repressive della magistratura. Si tratta chiaramente di
un uso politico e intimidatorio del carcere preventivo, accompagnato dalla
complicità della stampa, dei telegiornali e dei parlamentari, che hanno di
fatto criminalizzato una forma di lotta legittima e popolare, quale è stata e
continua ad essere il No TAV.
È degli ultimi giorni la notizia che la Procura di Torino ha fissato per il
giorno lunedì 13 febbraio l’udienza del riesame per la richiesta di
scarcerazione di 14 degli attivisti coinvolti. Questo significa che, nella
migliore delle ipotesi, questi ragazzi passeranno in carcere venti giorni sulla
base di misure cautelari che non hanno alcuna legittimità. Tra gli arrestati c’
è anche Gabriele, un giovane precario laureato in Storia, militante dell’
AutAut357, attivo politicamente fin dalle mobilitazioni dell’Onda in difesa
dell’università pubblica e da sempre sensibile alla salvaguardia dei territori,
come dimostra il contributo attivo che ha dato nei giorni immediatamente
successivi all’alluvione di Genova.
Nell’Italia dei mafiosi a piede libero, dei parlamentari corrotti e criminali,
dei poliziotti sanguinari giudicati innocenti, Gabriele e gli altri compagni NO
TAV passano le loro giornate in carcere… anche solo un’ora della loro
detenzione è un’offesa alla libertà di tutti.
Sentiamo perciò la necessità di mobilitarci per far sentire la nostra
vicinanza a Gabriele e a tutti gli arrestati e per raccontare a tutta la
società civile cosa sta accadendo in Val di Susa e nel resto d’Italia. A tutti
coloro che hanno a cuore il diritto di esprimere dissenso, di resistere e di
difendere il territorio e i beni comuni chiediamo di scendere in piazza con noi
domenica 12 febbraio, per un corteo che chieda l’immediata scarcerazione di
tutti i NO TAV, portando sotto il carcere di Marassi un po’ di musica e un
nostro abbraccio a Gabriele.
CONCENTRAMENTO CORTEO
DOMENICA 12 FEBBRAIO
0RE 15 PIAZZA DEFERRARI
0RE 18 PIAZZALE MARASSI
MUSICA, CIBO E RESISTENZA
Prime Adesioni:
Aut Aut 357 (spazio per l’autonomia e l’autoformazione) – UniCommon Genova
Comunità San Benedetto al Porto
Comitato di Lotta Popolare NO-TAV Bussoleno
Unione degli Studenti Genova
Collettivo Autonomo Portuali
Centro Sociale Emiliano Zapata
Laboratorio Sociale Buridda
Centro Sociale Terra di Nessuno
Centro Sociale Pinelli
CAOS Antifa Genova
Centro Sociale La Talpa e l’Orologio – Imperia
Laboratorio Sociale Crocevia – Alessandria
Collettivo Autonomo Studentesco Massa
Circolo Prc Bianchini Genova Marassi
Circolo SEL Iqbal Masih Genova Centro Est
Circolo Prc Geymonat Genova Centro storico
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Genova
Sinistra Critica – Coordinamento provinciale – Genova
Confederazione Cobas – Genova
per aderire:
inviare una mail a info@???
su facebook http://www.facebook.com/AutAut357


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