Re: [Forumlucca] povero Monti, ma che ha mai fatto di bene?

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著者: ilaria sabbatini
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To: forumlucca
題目: Re: [Forumlucca] povero Monti, ma che ha mai fatto di bene?
C'è chi fa il paio con Martone. Ma martone essendo poco sobrio si
sputtana da solo.
Gli altri no, stanno molto più sobriamente in silenzio.

Faccio notare una cosa sola: a Pisa quando ero studentessa studentessa
fu salutato come straordinario
il fatto che un normalista (e lo conosco bene perché è stato mio
professore) fosse diventato associato
a 42 anni. Questa è associata a 37, in medicina, con doppio incarico.


Il posto fisso per Monti è monotono
Ma la figlia del ministro Fornero ne ha due

Silvia Deaglio, 37 anni, risulta professore associato alla facoltà di
Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di
responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel
campo della genetica

Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta
nella stessa università torinese di mamma e papà. Silvia Deaglio, 37
anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato
alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego
è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione
attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.

La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni,
proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre
Mario e la madre neoministro.

Ma anche l’altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro
l’incarico presso la “Human Genetics Foundation” ci sarebbe ancora lo
zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla
Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente,
dall’università di Torino in cui insegnano i genitori e dal
Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della
Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell’Istruzione con il
nome di Francesco Profumo. Sarà che Torino è piccola. E che – come
scrive Dagospia – la figlia del ministro è “l’incarnazione del ceto
accademico-bancario della sinistra liberale sabauda” (e lei, per non
smentire l’alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca,
Giovanni Ronca, già responsabile dell’area Nord–ovest di Unicredit).
Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.

Per diradare nebbie e dubbi bisogna scorrere tutto il curriculum senza
fermarsi all’intestazione. Si scopre allora che Silvia il suo successo
lo merita tutto quanto perché è una calamita di fondi pubblici e
privati, un prodigio della natura nel finanziare la ricerca.
Soprattutto la propria. In un Paese che investe in questo campo meno
dell’1% del Pil Silvia Deaglio è riuscita a ottenere dai ministeri
della Salute e della Ricerca quasi un milione di euro in due anni
(500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009). Le briciole arrivano
dalla Regione Piemonte con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila
euro. Altrettanto frenetica l’attività di ricerca fondi per il secondo
posto fisso, dove l’intervento delle “alte sfere” è palese. La
Compagnia di San Paolo, quella “vicepresieduta” dalla mamma, nello
stesso biennio ha finanziato a Silvia un progetto di ricerca da
120mila euro divisi in due trance da 60mila. Nel 2010 la fondazione
“Human Gentics Foundation”, creatura della Compagnia stessa, ha
garantito il posto da responsabile di unità di ricerca affidandole un
progetto da 190mila euro. Silvia, alla fine dei conti, è una donna da
un milione e mezzo di euro. A fronte di tutto questo ha pubblicato su
Blood, la bibbia mondiale della ricerca sulle malattie del sangue.



                                             · · · · · · · @@@@@@@ · ·  
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                    Il terrore della tirannia finisce una volta cha ha  
paralizzato
                    completamente la vita pubblica e trasformato tutti  
i cittadini
                    in individui privati, spogliandoli di ogni  
interesse e legame
                    con gli affari pubblici.


                     Hannah Arendt


Il giorno 06/feb/12, alle ore 18:53, Aldo Zanchetta ha scritto:

> Posto fisso? Imitate Monti, lui se ne intende
> di Marcello Foa - 03/02/2012
>
> Fonte: il giornale [scheda fonte]
>
> Ma perchè Monti è così noioso? Forse perché ha sempre avuto il posto
> fisso? Il nostro presidente del Consiglio, che dà sapienti lezioni
> ai giovani sulle virtù dell’instabilità occupazionale, non è
> propriamente un modello di coerenza. Già perchè se scorri il suo
> curriculum che lui rischi non ne ha mai corsi. Notevole carriera, la
> sua. Non proprio trasparente ma bellissima. E soprattutto percorsa
> sapendo che sotto la passerella su cui camminava c’era sempre una
> rete di salvataggio; talvolta addirittura due.
> Dal suo curriculum scopriamo che dal 1970 al 1985 ha insegnato
> economia all’Università di Torino. Esperienza traumatizzante e piena
> di incognite. Nel 1985 è passato alla Bocconi, dove è rimasto per
> ben 26 anni ricoprendo le cariche di professore, rettore e poi
> presidente. Nel frattempo (immagino beneficiando dell’aspettativa)
> anche commissario europeo e consigliere di Coca Cola, Moody’s,
> Goldman Sachs. E ha intrapreso attività pericolosissime e
> trasparenti assumendo la presidenza della Trilaterale, diventando
> membro del comitato direttivo di Bilderberg, uno dei presidenti del
> “Business and Economics Advisors Group” dell’Atlantic Council e
> fondando il think tank Breugel.
> Un percorso esemplare, di un uomo che ha sempre saputo affrontare i
> rischi, soprattutto imprenditoriali, e che ora orgogliosamente può
> affermare: mi sono fatto da me. Ragazzi, accettate i suoi sermoncini
> e imitatelo. Se ne intende…
>
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