Autore: ugo Data: To: aderentiretecontrog8, forumgenova, genovapropalestina Oggetto: [NuovoLab] Intervento «umanitario»: no a un'altra Libia
APPELLO INTERNAZIONALE FIRMATO DA OLTRE 80 GRUPPI
Intervento «umanitario»: no a un'altra Libia
OPINIONI - Marinella Correggia
ROMA
OPINIONI - Marinella Correggia - ROMA
Una petizione di oltre 80 associazioni e gruppi di vari paesi contro l'intervento militare in Siria, contro la propaganda bellica e per una soluzione negoziale è stata mandata ai governi membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu e ad altri governi, al ministero degli esteri italiano, al Consiglio per i diritti umani a Ginevra, a organizzazioni internazionali per i diritti umani. Ieri una delegazione di firmatari ha consegnato a Roma la petizione alle ambasciate dei paesi che più sembrano spingere per un intervento armato, a cominciare dal Qatar.
La petizione, lanciata in dicembre dall'associazione Peacelink e dalla rete No War e firmata anche da oltre 1.600 persone, è preoccupata che si ripeta in Siria un caso libico, dove una no-fly zone si è trasformata in intervento militare diretto".
I firmatari attirano l'attenzione anche sulla «crescente campagna mediatica internazionale sugli eventi in Siria, spesso basata su resoconti parziali e non verificabili, com'è già successo nel caso della Libia». Sottolineando che la situazione sul campo da mesi vede «violenti scontri fra truppe governative e le truppe di insorti armati (...), in un crescendo di violenze che ha già provocato enormi perdite anche di civili» (delle quali «entrambe le parti recano responsabilità»), i firmatari affermano che il cosiddetto «intervento militare umanitario» è la soluzione peggiore possibile (come si è visto nel caso libico).
La petizione avanza proposte precise: «1) un cessate il fuoco e una mediazione neutrale tra le parti; 2) un'azione per fermare l'interferenza militare e politica straniera, volta a destabilizzare il paese; 3) il reintegro della Siria nel blocco regionale; 4) lo stop a tutte le sanzioni che attualmente minacciano il benessere dei civili; 5) una missione d'indagine internazionale parallela da parte di paesi neutrali per accertare la verità; 6) l'invio di osservatori internazionali che verifichino fatti e notizie che circolano attualmente privi di verifiche e di verificabilità».
Fra gli aderenti in Italia: Peacelink; Rete No War; Albassociazione; US citizens for Peace and Justice-Rome; Associazione Yakaar Italia Senegal; Ialana Italia - International Association Of Lawyers Against Nuclear Arms; Comunità Internazionale di Capodarco (Cica); Contropiano; Rete Disarmiamoli; Fiom; Centro Sereno Regis; 14) Wilfp - Women's International League for Peace and Freedom - Italy; Associazione Un ponte per; Rete romana di solidarietà con la Palestina; Ecoistituto del Veneto Alex Langer; Comitato con la Palestina nel cuore; Pdci; Associazione per la pace; Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e famiglie; Forum ambientalista.
Aderenti all'estero: Covempri (Venezuela); International-Lawyers (Svizzera); Peace of the Action (Usa); Palestine Civil Rights Campaign (Libano/Usa); Action pour la Paix (Belgio).
fonte il manifesto 01022012
Ugo Beiso
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. Mahatma Gandhi