http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/02/02/AP9nWpnB-omicidio_scandalo_archiviato.shtml
Genova - È l’ultimo scandalo, il colpo di spugna finale. Mark Cowell, il
giornalista inglese che finì in coma dopo il pestaggio della scuola Diaz,
nei giorni del G8 di Genova del 2001, «fu vittima di un’aggressione
brutale», «dagli esiti potenzialmente letali». Un’azione commessa da
«rappresentanti delle forze dell’ordine», avvenuta «nel contesto di
un’operazione organizzata e programmata dalla polizia». Una condotta, che
«per la sua gravità», profila gli estremi di un «tentato omicidio».
Ma l’inchiesta molto probabilmente si chiude qui. Perché, scrivono i pm
Enrico Zucca e Vittorio Ranieri Miniati nella loro richiesta di
archiviazione, non ci sono prove sufficienti per identificare gli autori
materiali. L’indagine, scrivono, si è scontrata «con una certa volontà di
nascondere fatti e responsabilità», e un «malinteso senso dell’onore
dell’istituzione».
In parallelo però, va avanti il procedimento civile e Cowell potrebbe
diventare il primo manifestante a essere risarcito. È a un passo infatti
l’accordo stragiudiziale fra i legali del cronista, Lavinia Botto e
Massimo Pastore, e l’avvocatura dello Stato: «Per la prima volta da anni
ho sentito la parola riconciliazione - dice il diretto interessato - È un
gesto importantissimo dal punto di vista simbolico. Per la prima volta
l’Italia, grazie a questo nuovo governo, manifesta la volontà di rimediare
alle gravi violazioni dei diritti umani che ci furono a margine del
vertice».
Quello arrivato nei giorni scorsi è l’epilogo dell’ultima inchiesta ancora
aperta sulle violenze commesse dalle forze dell’ordine (i processi Diaz e
Bolzaneto sono in attesa dei pronunciamenti della Cassazione). I fatti
risalgono alla notte fra il 21 e il 22 luglio, quando Covell fu travolto
dall’irruzione di alcuni reparti di polizia nella scuola. «Senza che lui
ponesse alcuna resistenza», gli agenti lo presero a calci, pugni e
manganellate. Gli ruppero otto costole, i denti, la testa, una mano e un
braccio.
I pm arrivarono a identificare venti poliziotti, presenti o con
responsabilità di comando quella sera: Giovanni Luperi, Francesco
Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Lorenzo Murgolo, Filippo Ferri,
Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco
Mortola, Carlo Di Sarro, Vincenzo Canterini, Michelangelo Fournier,
Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo
Cenni, Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri e Vincenzo Compagnone. Indagati
che con questa istanza, ora, potrebbero essere prosciolti.