Szerző: pilar anita quarzell castel Dátum: Címzett: forumroma, de def Tárgy: [RSF] FW: [pace] Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunità
> Date: Wed, 25 Jan 2012 12:58:42 +0100
> From: tussi.laura@???
> To: pace@???
> Subject: [pace] Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunità
>
> TEORIE FEMMINILI SULLA FEMMINILITA’
> Onerpo è Osservatorio Nazionale ed europeo per il Rispetto delle Pari
> Opportunità che come finalità statutarie ha quelle della rimozione
> degli ostacoli che impediscono la libera e democratica partecipazione
> delle donne alla vita sociale e politica
>
> Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari
> Opportunità
>
> L'ONERPO ha origine dalle iniziative della società civile per le pari
> opportunità. Nasce affinché si riconosca che le donne sono parte
> concreta e fattiva della cittadinanza che non ha bisogno di tutele, né
> di compartimenti stagni, né di aree protette. Le quote cosiddette rosa,
> i regali, le protezioni, sono modalità errate di affrontare il problema
> paritario da cui le donne rifuggono.
>
> http://www.peacelink.it/pace/a/35417.html > http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437 >
> http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.
> org/donna/Riflessioni_1327430093.htm
>
> La Consulta delle Donne è un portale esistente dal 2003 per offrire
> spazio al talento femminile, con la pubblicazione di testi letterari e
> poetici, immagini artistiche, e informazioni di rilevanza sociale e
> politica. E' composta da numerose rubriche e si avvale della
> collaborazione di artisti e scrittori già affermati, come di nuovi
> letterati di qualità.
>
> L'ONERPO ha origine dalle iniziative della società civile per le pari
> opportunità. Nasce affinché si riconosca che le donne sono parte
> concreta e fattiva della cittadinanza che non ha bisogno di tutele, né
> di compartimenti stagni, né di aree protette. Le quote cosiddette rosa,
> i regali, le protezioni, sono modalità errate di affrontare il problema
> paritario da cui le donne rifuggono. Onerpo è Osservatorio Nazionale ed
> europeo per il Rispetto delle Pari Opportunità che come finalità
> statutarie ha quelle della rimozione degli ostacoli che impediscono la
> libera e democratica partecipazione delle donne alla vita sociale e
> politica. Come prevedono gli articoli 3, 2, 51 della nostra
> Costituzione.
>
> Wanda Montanelli, Vicepresidente ONERPO e Responsabile della Consulta
> delle donne
>
> www.onerpo.it >
> http://www.wandamontanelli.it/CdD/ >
> http://www.facebook.com/wanda.montanelli >
> wmontanelli@???
>
> ************************************
>
> TEORIE FEMMINILI SULLA FEMMINILITA’
>
> Il disagio della civiltà
>
> di Laura Tussi
>
> Il modello universale dell'eccellenza umana, imperniata sulla
> centralità del soggetto maschile, com-prende e informa, costantemente e
> incessantemente, la cultura, il pensiero, i contenuti, gli
> atteggiamenti, che vengono trasmessi anche quando la discriminazione
> esplicita diventa latente, traducendosi in ormai esacerbate e note
> dinamiche discriminatorie e di segregazione. La critica femminista ha
> confutato i contenuti patriarcali del principio costituzionale di
> uguaglianza come il carattere prevalentemente androcentrico della
> storia del pensiero filosofico, psicanalitico e della tradizione
> culturale.
>
> Secondo Freud il transfert che si stabilisce con un’analista donna è
> idoneo ad esplorare le fasi preedipiche dello sviluppo attualizzando il
> legame materno. Secondo Helen Deutsch la psicologia della donna è un
> derivato sostanzialmente universale ed immodificabile della sua
> situazione anatomica e della sua fisiologia. L'organizzazione della
> libido della donna appare strumentalizzata dalla funzione riproduttiva.
> Secondo Karen Horney l'anatomia non è un destino e sono i
> condizionamenti sociali e culturali, non le pulsioni, che giocano un
> ruolo determinante. La Horney denuncia l’ottica di parte con cui è
> stato costruito il modello psicanalitico di femminilità e nella sua
> opera “Psicologia femminile” del 1924 l'invidia del pene, che per Freud
> è un dato di fatto, è una conseguenza della situazione di inferiorità
> della donna, indotta da tutto il contesto ambientale operante sul suo
> sviluppo. La Horney propone che la psicanalisi esca dal privato
> confrontandosi criticamente con la sociologia e l'antropologia. La
> Deutsch sarà considerata il portavoce della psicanalisi ortodossa sulla
> questione femminile, mentre la Horney sarà allontanata nel 1941 dalla
> società di psicanalisi. Ernest Jones invece riuscì a dissentire dalle
> teorie freudiane senza urtarne l'ortodossia, notando che le
> osservazioni degli uomini analisti sulla sessualità femminile sono
> viziate da una sorta di fallocentrismo, minimizzando le esperienze
> psichiche femminili. Ricostruì uno specifico sviluppo della sessualità
> della bambina, autonomo rispetto a quello del bambino vedendo nel
> timore di castrazione il simbolo della “aphanisi” (il soggetto del
> desiderio minacciato di cancellazione), costituita per tutti, dalla
> paura della perdita di ogni possibile piacere sessuale. Maria Bonaparte
> considera la passività non come un dato di fatto, bensì come una
> posizione da raggiungere con il sacrificio delle pulsioni erotiche
> pregenitali. La donna è in una situazione di svantaggio rispetto
> all'uomo perché possiede un minor patrimonio libidico ed è soggetta ad
> un più complesso processo evolutivo. Questo spiega l'immaturità del suo
> super ego e le frequenti difficoltà della vita sessuale. La frigidità
> femminile è anche provocata dalla cultura patriarcale che reprime la
> sessualità della donna. Lou Andreas Salomè teorizza un'esperienza
> complessiva femminile senza però legarla ad alcuna specificità
> biologica, caratterizzata dalla felicità di un erotismo che basta a se
> stesso, di un narcisismo che si appaga nell’autocontemplazione. Il
> dibattito sull'evoluzione della donna, verso la maternità, svoltosi tra
> le due guerre rimase sporadico e frammentario. Luce Irigaray denuncia
> l'impossibilità del pensiero occidentale di pensare il diverso. Il
> nostro pensiero poggia sul principio di non contraddizione e se il
> sesso maschile è, quello femminile non è, perché così vuole la logica
> delle preposizioni. La Irigaray diede conto del coinvolgimento, della
> complicità culturale con l'uomo, della impossibilità della
> rappresentazione a causa del sistema della donna. Venne anche lei
> allontanata dal Dipartimento di psicanalisi della Università di
> Vincennes nel 1974, per la sua mancanza di etica. Partendo dal
> presupposto che il femminile ha luogo solo in modelli e leggi maschili,
> cercò di vedere l'essere femminile nella sua specificità e pluralità
> contrapposta all'unità fallica. Centrale qui è il rapporto con la
> madre, momento fondante nella costruzione dell'identità sessuale
> femminile. Irigaray sostiene che all'origine della civiltà ci fu un
> assassinio più arcaico del parricidio, quello della donna-madre che
> costituì l'atto inaugurale della società maschile, fondata sulla
> negazione del femminile. La Irigaray incita il movimento delle donne a
> recuperare il legame con la madre e l'amore per se stesse e per le
> altre donne normalmente sacrificato all'amore del lui e alla
> competizione per la conquista dell'uomo, attraverso la cultura
> tradizionale per lacerare il discorso maschile e per trovare modalità
> alternative di rappresentare e dare voce al femminile.
>
> La psicanalisi si occupa di una sessualità in quanto storia, tracce
> di vicende remote, un sistema di rapporti interpersonali che rimandano
> costantemente dal corpo ai fantasmi del passato, dell'immaginario,
> dalle scene primarie ai vissuti individuali, dalla famiglia alla
> società, dall’uomo alla donna. La sessualità non è una, ma un coaugolo
> di pulsioni parziali contraddittorie, non è più regolata dagli schemi
> fissi della naturalità animale, si svolge tra la pluralità delle fonti,
> l'intercambiabilità degli oggetti e la labilità del fine. La meta della
> soddisfazione le è preclusa in se stessa, dalla propria natura
> anarchica. Freud analizza il rapporto tra natura e cultura e deduce che
> nessuna conquista dell'uomo sarebbe possibile senza una costante
> sottrazione di energie sessuali: la civiltà tende ad aumentare le sue
> richieste di sacrifici pulsionali. Nella sua famosa opera “Totem e
> tabù” del 1912, Freud opera un confronto tra la struttura psichica
> individuale, l’Edipo e le strutture sociali, nucleari messe in luce
> dall'antropologia evoluzionistica: il totem e il tabù. Freud interpreta
> l'animale totemico come una simbolizzazione del padre e traduce il tabù
> come l'interdizione edipica, ossia “non ucciderai il padre non amerai
> la madre”. Freud stabilendo un'analogia tra il nevrotico moderno ed i
> selvaggi primitivi sulla minaccia rappresentata dai desideri
> incestuosi, si interroga anche sull'origine dell'orrore per l'incesto.
> Riprende la ricostruzione proposta da Darwin per cui l'uomo primitivo
> sarebbe vissuto in piccole comunità (orde) in cui un solo maschio
> adulto possiede tutte le femmine, scacciando i figli rivali. Da allora
> un sistema di divieti regola i rapporti sociali, ma poiché il desiderio
> incestuoso continua a riproporsi, la vicenda viene ripetutamente
> paralizzata nella società attraverso i miti e nella storia individuale,
> attraverso l'immaginario edipico. Secondo Freud la religione stessa può
> essere fatta risalire a queste prime vicende. L'uccisione del padre
> libera esasperando le componenti libidiche, provocando sentimenti di
> nostalgia e la conseguente idealizzazione della figura paterna. Nel
> 1915, turbato dalla guerra, Freud cerca di interpretarla con l'analisi
> e nelle “Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte” rivela che
> il comportamento della società moderna è analogo a quello dei popoli
> primitivi: l'azione vietata ai singoli diviene lecita quando si fa
> opera collettiva. Nell'inconscio permane un'aggressività mortale della
> quale cogliamo il senso di colpa come conseguenza.
>
> Nel saggio “L'avvenire di un'illusione” del 1927, Freud tenta
> l'impresa di smantellare con la critica dell'analisi, la necessità
> della religione, che vede come un narcotico con il quale l'uomo
> controlla la sua angoscia, ma rende insensibile la mente. Freud non ha
> dubbi: il fine dell'uomo è la felicità intesa sia come assenza di
> dolore, sia come fruizione del piacere, fine che si rivela impossibile.
> La labilità è una caratteristica intrinseca di qualsiasi piacere che,
> prolungandosi all'infinito, finisce per scomparire. Per provare piacere
> risulta necessario che ci sia stata prima deprivazione e l'intensità
> del godimento è direttamente proporzionale a quella della sofferenza
> provocata dal bisogno. L'infelicità così è componente essenziale della
> felicità.
>
> La vita dell'uomo è costantemente minacciata dal deperimento
> organico, dalle forze distruttive della natura e dalle relazioni con
> gli altri uomini, le più sofferenti. L'organizzazione sociale si
> configura all'analisi psicologica come una pericolosa minaccia. Con il
> termine Kultur, civiltà, Freud intende l'insieme delle norme e delle
> istituzioni che regolano la distribuzione dei beni. Con il patto
> sociale, l'uomo rinuncia alla felicità in cambio della sicurezza. La
> società infatti per costituirsi e mantenersi deve sottrarre energie
> libidiche individuali. Nel “Al di la del principio di piacere” del
> 1920, Freud aveva ipotizzato accanto alle pulsioni sessuali, un’
> antagonistica pulsione di morte. Ne “Psicologia delle masse e analisi
> dell'io”, Freud cerca le motivazioni che spingono gli individui a
> comportarsi diversamente quando sono insieme, rispetto a quando invece
> sono isolati. Si tratta di rapporti amorosi sublimati, che uniscono
> l'individuo alla massa e la massa al loro capo, riproducendo i legami
> tra i figli e il padre nella famiglia primitiva. Nel capo Freud scorge
> la corrispondenza con una istanza interna alla personalità, con l'io
> ideale. Il bambino di fronte alle proibizioni dei genitori, non potendo
> aggredirli, interiorizza l'aggressività che essi provocano e la riversa
> sul proprio io. La rinuncia pulsionale viene gestita da una istanza
> interna, da una coscienza morale astratta, il super io, le cui pretese
> paradossalmente aumentano sempre più. Essere uomini civili significa
> rinunciare ad una gestione libera, spontanea e felice della sessualità
> e dell'aggressività. A livello cosciente la rinuncia pulsionale viene
> mascherata dalla razionalizzazione e nell'inconscio essa permane come
> una protesta disperata e soffocata, che si presenterà sotto forma di
> malessere diffuso, appunto il disagio della civiltà.
>
> Spesso lo sfruttamento della libido da parte della civiltà, causa
> nell'individuo una situazione di nevrosi di cui egli scorge solo le
> componenti personali, non il più vasto contesto storico e sociale.
> Contro l'angoscia ineliminabile prodotta dall'impossibilità dell'uomo e
> della donna di vivere isolati e dall'insofferenza per la vita di
> gruppo, il soggetto ha trovato alcuni rimedi tra cui la droga che
> agisce sull'apparato sensitivo e inibisce il dolore, provoca piacere,
> comportando però uno spreco di energie vitali. Secondo il principio di
> realtà, occorre abbandonare la ricerca immediata del piacere, per
> investimenti a lungo termine, ma più sicuri e redditizi. Esso opera in
> due sensi, nella modificazione del mondo esterno e nella elaborazione
> dell'economia psichica interna, che si implicano a vicenda. A seconda
> del prevalere di una o dell'altra, ogni individuo attua scelte
> intenzionali diverse: alcuni si dedicano all'arte e alla cultura, altri
> ancora negano o fuggono il mondo come gli eremiti, altri si rifugiano
> nella pratica religiosa. La soluzione però più generalizzabile consiste
> nell'amore verso il prossimo, da cui derivano alcune delle gioie più
> grandi della vita, ma l'oggetto d'amore è sempre minacciato di perdita
> e non resta che moltiplicare gli oggetti d'amore che però sono
> incompatibili con le esigenze della relazione erotica. A Freud questo
> appare come un goffo tentativo di celare le componenti aggressive delle
> relazioni tra gli uomini. I surrealisti francesi definirono l'inconscio
> come il luogo incontaminato, il paradiso perduto, l'assoluto positivo,
> ma Freud non condivise queste ipotesi.
>
> Note:
> www.onerpo.it >
> http://www.wandamontanelli.it/CdD/ >
> http://www.facebook.com/wanda.montanelli >
> wmontanelli@???
>
> http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.
> org/donna/Riflessioni_1327430093.htm
>
> Allegati
> Osservatorio Nazionale ed europeo per il Rispetto delle Pari
> Opportunità (173 Kb - Formato doc)
> Wanda Montanelli
> La Consulta delle Donne è un portale esistente dal 2003 per offrire
> spazio al talento femminile, con la pubblicazione di testi letterari e
> poetici, immagini artistiche, e informazioni di rilevanza sociale e
> politica. E' composta da numerose rubriche e si avvale della
> collaborazione di artisti e scrittori già affermati, come di nuovi
> letterati di qualità. L'ONERPO ha origine dalle iniziative della
> società civile per le pari opportunità. Nasce affinché si riconosca che
> le donne sono parte concreta e fattiva della cittadinanza che non ha
> bisogno di tutele, né di compartimenti stagni, né di aree protette. Le
> quote cosiddette rosa, i regali, le protezioni, sono modalità errate di
> affrontare il problema paritario da cui le donne rifuggono. Onerpo è
> Osservatorio Nazionale ed europeo per il Rispetto delle Pari
> Opportunità che come finalità statutarie ha quelle della rimozione
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