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Fiat: Fiom, 19 mila firme anticontratto
13 gennaio, 19:47

Il leader delle tute blu, Maurizio Landini


di Amalia Angotti

TORINO - Sono 19.058 le firme raccolte dalla Fiom nelle fabbriche Fiat, sul totale di 86.200 addetti del gruppo, per chiedere il referendum abrogativo del contratto di lavoro del 13 dicembre. Per raggiungere il quorum sarebbero state sufficienti 17.240 adesioni. Il risultato dell'iniziativa (che si conclude con il turno di notte di oggi) sono stati presentati dal segretario generale, Maurizio Landini e dal responsabile Auto, Giorgio Airaudo che lancia un nuovo allarme su Mirafiori, "stabilimento Fiat più a rischio". "La fabbrica torinese - afferma - ha toccato nel 2011 i minimi storici con la produzione di 70 mila auto e nel gruppo Fiat-Chrysler potrebbe diventare periferico". "Ora tocca a Fim e Uilm - spiega Landini - dire se vogliono accettare la richiesta dei lavoratori di potersi esprimere sul contratto.

Anche l'azienda deve dire se vuole ascoltare i suoi dipendenti". Lunedì è fissato un incontro con gli altri due sindacati, ma la risposta all'iniziativa Fiom è subito durissima. "E' una pagliacciata", dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, mentre il numero uno della Fim, Giuseppe Farina, paragona la Fiom ai Cobas e la Fismic mette in dubbio la validità delle firme. Le adesioni sono state raccolte in 67 siti produttivi in tutta Italia, tranne che alla newco di Pomigliano, "unico sito - sottolinea Airaudo - nel quale i delegati Fiom avrebbero il diritto di essere presenti come stabilito nella sentenza di luglio del Tribunale di Torino, ma nessun lavoratore dei circa 900 finora rientrato è un iscritto alla Fiom". Per questo nella fabbrica campana "partiranno le cause individuali dei lavoratori che si sentono discriminati".

"Le firme, raccolte in pochi giorni tra il 22 e il 23 dicembre e il 9 e il 13 gennaio, sono tutte certificate e sono quasi il doppio - spiega Airaudo - rispetto al numero degli iscritti Fiom negli stabilimenti Fiat, pari a 11.300. Hanno firmato anche iscritti e delegati di altre organizzazioni sindacali". In alcune aziende la percentuale di firme raccolte é altissima: alla Sevel, in particolare, sono 3.130, il 50% degli addetti. La Fiom consegnerà le firme solo quando riceverà da Fim e Uilm la disponibilità a fare svolgere il referendum, ipotesi che sembra poco probabile a giudicare dai commenti a caldo. "Quella della Fiom è un'azione demagogica e propagandistica. Ormai non fanno più contrattazione, quindi o scioperano o raccolgono firme. Un comportamento da Cobas", osserva Farina. Landini torna anche a chiedere al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che nei giorni scorsi ha manifestato l'intenzione di incontrare Sergio Marchionne, l'apertura di un tavolo "per discutere di investimenti ma anche di libertà sindacali