Tanti, tanti auguri per il nuovo anno. Che il 2012 ci dia la forza di
sviluppare i movimenti che si oppongono all'offensiva contro gli
interessi popolari e determinano l'alternativa politica alla società del
capitale finanziario.
Non c'è politica di cambiamento senza lotte; non c'è modifica
progressiva nello stato, nelle leggi, nei rapporti di forza tra le
classi sociali, nelle condizioni di vita del popolo se non per i
movimenti che lottano per realizzarla.
* Piero Calamandrei (1889-1956) *
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*/*Discorso agli studenti milanesi (1955) */
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La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti
da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si
muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il
combustibile; bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà
di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una
delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla
politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo. «La
politica è una brutta cosa. Che me n'importa della politica?». Quando
sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia
storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due
contadini che traversano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di
questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si
accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime, che il
piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un
marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo
mare tra mezz'ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a
svegiare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo
mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn'è mica
mio!». Questo è l'indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c'è, si
vive in regime di libertà. C'è altre cose da fare che interessarsi alla
politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci
sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della
politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come
l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando
si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione
hanno sentito per vent'anni e che io auguro a voi giovani di non sentire
mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia,
in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo
senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, *ricordandovi ogni giorno
che sulla libertà bisogna vigilare*, vigilare dando il proprio
contributo alla vita politica...
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la
vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il
vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una
delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non
è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto,
un tutto nei limiti dell'Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da
dirvi. In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto
il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre
gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere
intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane...
E quando io leggo nell'art. 2: «l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell'art. 11:
«L'Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie... ma
questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell'art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono
egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell'art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile,
riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell'art. 52 io leggo a proposito delle forze armate:
«l'ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico
della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell'art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo
è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani...
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore
per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa
Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti
combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di
concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di
Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà
e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra. Quindi, quando
vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è
un testamento, è un testamenteo di centomila morti. Se voi volete andare
in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate
nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono
imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un
italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani,
col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
P. Calamandrei, /Discorso agli studenti milanesi
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/Ciao a tutti, e a ben ritrovarci a lottare.
giulio