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Rischio prescrizione per i processi su Genova 2001
Giuseppe Romano
Il reato di falso sulle violenze delle forze dell'ordine durante il G8 di Genova rischia di cadere in prescrizione per strani ritardi nella trasmissione dei fascicoli. Dal Pd un'interrogazione. Il governo: "Accerteremo".
C'è il rischio concreto che le violenze compiute dalle forze dell'ordine al G8 di Genova (luglio 2001) dove perse la vita Carlo Giuliani, cadano definitivamente in prescrizione. La possibilità riguarda solo il reato di falso (tutti gli altri sono già prescritti) per il quale la prescrizione è prevista dopo 15 anni dai fatti, e del quale devono rispondere gli agenti coinvolti in quanto accadde sia nella scuola Diaz che nella caserma di Bolzaneto.
A denunciare il rischio che non venga fatta giustizia sui pestaggi compiuti in quei giorni è stata ieri Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, che sull'argomento ha presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia. Causa della possibile prescrizione sarebbe il ritardo con cui i fascicoli del processo di appello sono stati inviati alla Cassazione e che non sarebbe dovuto, secondo la parlamentare, a semplici lentezze burocratiche. «Il governo sta valutando di effettuare nuovi accertamenti per verificare se vi siano state responsabilità colpevoli sui ritardi della trasmissione degli atti» ha detto ieri la parlamentare dopo che il sottosegretario alla Giusitizia Andrea Zoppini era intervenuto sul merito. «Il governo ha proseguito Ferranti - ha chiaramente detto che gli atti del processo sono stati trasmessi con ritardo alla Corte di Cassazione per un concatenenarsi di fattori contingenti tra i quali la perdita di alcune notifiche, per l'erroneo convincimento dell'inesistenza della via di destinazione, ovvero l'emissione da parte del collegio giudicante dei necessari provvedimenti di correzione e alcuni errori materiali della sentenza».
Il 31 luglio del 2010 sono uscite le motivazioni della sentenza con cui la corte di Appello di Genova, ribaltando la sentenza di primo grado, ha condannato 25 funzionari di polizia per falso, calunnia e per non aver impedito le violenze compiute a danno dei manifestanti che dormivano nella scuola Diaz. Tra i condannati anche alti esponenti delle forze dell'ordine come il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), l'ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini (5 anni), Giovanni Luperi (4 anni), Spartaco Mortola (3 anni e 8 mesi) e Gilberto Calderozzi (3 anni e 8 mesi). Il fascicolo è stato però trasmesso alla Cassazione solo il 25 novembre del 2011.
«A mio avviso si tratta di ritardi sospetti - ha proseguito Ferranti - o comunque di negligenze su cui si deve fare chiarezza con tempestività e massima obiettività». Il rischio della prescrizione, sempre per il reato di falso, riguarda anche il processo per le violenze compiute all'interno della caserma di Bolzaneto. Un procedimento a parte ha riguardato l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, la cui posizione è stata stralciata dalle altre.
In appello De Gennaro è stato riconosciuto colpevole di istigazione alla falsa testimonianza (secondo l'accusa fece pressioni sull'ex questore di Genova Francesco Colucci). Reato dal quale venne assolto con formula piena in Cassazione a novembre di quest'anno. Il sospetto è che si sia attesa propria questa sentenza prima di procedere alla trasmissione del fascicolo relativo al processo Diaz alla Cassazione.