Autore: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO Data: To: autorgstudbo, espress Oggetto: [autorgstudbo] #NataleInsolvente: 17 e 18 dicembre
#NataleInsolvente
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*Sabato 17 e d**omenica 18 dicembre 2011*
Natale è alle porte, scatta la corsa ai regali, bisogna essere illuminati,
abbagliare, apparire. E così anche Santa Insolvenza scalpita, vuole
promuovere azioni, apparire all’interno di questa enorme luce fatta di
felicità e regali.
Non è esattamente così. Santa Insolvenza guarda al Natale con un sguardo
laterale, cercando di capire cosa stia succedendo in questo periodo di
massimo consumo, in cui ci si dimentica di essere uomini e donne, per
essere esclusivamente consumatori e consumatrici. Un Natale che coincide
con un momento di difficoltà economica estrema.Assistiamo infatti ad una
contraddizione tra il consumo estremo a cui siamo chiamati e la possibilità
effettiva di consumare. Assistiamo anche ad un imposizione nei costumi: è
nel consumo che bisogna vivere il Natale, è coi regali che bisogna
connotare il nostro stile di vita.
Il motivo di ciò rientra nelle radici della nostra società: non farsi
trovare preparati al Natale non è carino, è maleducazione, non si fa.
E’ per questo motivo che saremo chiamati a fare dei regali, saremo chiamati
a fare delle grandi cene, ad apparire in ordine e benvestiti, con il
servizio da tavola delle grandi occasioni, con il giusto taglio di capelli.
E se questo non avviene, si compie un attentato alla salute economica del
nostro santissimo paese.
Ed è proprio per questo santissimo paese che il governo Monti ha impostato
una manovra economica basata sul senso di colpa: è responsabilità di tutti
aprire i portafogli, far girare l’economia, per il bene del paese, per
pagare il debito.
Ma, scusate, esattamente, perché dovremmo sacrificarci? Di cos’è che siamo
colpevoli?
Sono anni che sentiamo parlare di sacrifici, anni che siamo chiamati a
pagare per i debiti che altri hanno contratto.
Per noi “non ci rappresenta nessuno” non è uno slogan, ma una realtà. “Non
ci rappresenta nessuno” vuol dire che chiunque sieda nei seggi del
parlamento, nelle Giunte Comunali, altro non farà che imporre sacrifici.
Come se non dovessimo fare i conti col gennaio che arriva e con l’anno
nuovo ormai alle porte. Col 2012 ad un un tasso di disoccupazione crescente
e ad una precarietà dilagante si aggiungerà la fine della
casseintegrazione. Nonostante gli abbagli del Natale, è possibile vedere
già da ora una condizione povertà che diventa sempre più generale.
Scopriamo quindi che un italiano su tre si indebiterà per far fronte alle
spese natalizie.
E’ proprio per mettere in evidenza queste contraddizioni che Santa
Insolvenza rinnova le sue apparizioni ed è per questo motivo che stiamo
costruendo un diritto all’insolvenza.
Il nostro sarà un #nataleinsolvente, ma non per questo si tratterà di un
Natale triste, solitario. Nel Natale che stiamo costruendo l’insolvenza è
festa, perché da una condizione di solitudine trasformeremo l’insolvenza in
una pratica collettiva.
L’insolvenza non è una colpa, bensì una pratica di liberazione, che
consiste nell’aprire spazi chiusi e trasformarli in spazi di partecipazione
e decisione politica; nel costruire campagne di autoriduzione delle
bollette; nella lotta contro gli sfratti; nel non pagare l’iva, che il
governo Monti ha ulteriormente aumentato proprio sotto le feste natalizie
del 23%.
Una pratica di liberazione che si traduce nel diritto al godimento delle
feste e che si scontra frontalmente contro una crisi economica a cui le
istituzioni non possono e non vogliono trovare una via d’uscita.
Continuiamo su questa strada:
- Il 17 dicembre, alle 15:30 ci ritroveremo in piazza del Nettuno a
riempire l’albero di Natale coi nostri messaggi per poi diffonderli nelle
vie e nei negozi del Centro
- Il 18 dicembre l’insolvenza torna a essere una pratica, da portare avanti
tutti insieme, senza alcun senso di colpa.