COMUNICATO DEL COMITATO 5 APRILE - SNODO ROMANO DELLA RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Non solo di sfruttamento e di sacrifici, si continua a morire sul lavoro e per lavoro
in condizioni non idonee...
Un ragazzo a 20 anni, morto mentre stava lavorando all'impalcatura per un concerto (di Jovanotti)
a Trieste...paga oraria di questi lavoratori discontinui, del settore edilizia per lo spettacolo 5 EURO L'ORA...
...sicurezza esclusa...
Siamo vicini alla famiglia, alla ragazza, ai suoi colleghi di lavoro, la strage continua, abbiamo già superato il triste
primato dei morti dell'anno scorso (639 al 12 dicembre), se si aggiungono quelli in itinere o sulla strada di ritorno
dal lavoro, per andare al lavoro, in occasione di lavoro (1110)...sempre perchè "bisogna fare in fretta e sbrigarsi" ...
abbiamo la consapevolezza che la lotta contro le morti sul lavoro e da lavoro, contro il lavoro IN-SICURO è ancora importante,
un obiettivo necessario come il contrasto alla politica dei sacrifici, al contrasto alla precarietà e allo smantellamento di diritti,
contro condizioni di lavoro indecenti e per una società liberata dallo sfruttamento e dal profitto di pochi a danno di molti-e
Comitato 5 aprile snodo romano della rete nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro
e mail circolotlc@???
e mail nazionale bastamortesullavoro@???,
si associa al comunicato l'Unione Sindacale Italiana Usi - fedele ai principi dell'Ait e mail usiait1@???
che assieme ad altri sindacati conflittuali, autorganizzati e di base, nello sciopero generale e generalizzato del
27 gennaio 2012, ha inserito la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro tra i punti principali della piattaforma di sciopero,
come del resto da molti anni a questa parte.
A Trieste crolla l'acciaio: muore un 20enne, operaio per 5 euro l'ora.
Come Francesco Pinna muoiono in Italia sul lavoro centinaia di giovani,
vittime perchè la precarietà non lascia vie d'uscita. La responsabilità ha
nome e cognome: si chiama lavoro nero, agenzie interinali, contratti
"atipici". Tutte forme del moderno schiavismo di questo sistema criminale
per estorcere il massimo profitto dagli operai. Questa è la quotidiana
violenza del Capitale che la propaganda dei padroni assassini copre per fare
passare la rassegnazione verso quelle che chiamano "fatalità", "morti
bianche" e altre mistificazioni di questo genere.
Un sistema che è incompatibile con la vita dei lavoratori e che richiede
ribellione e organizzazione per il suo rovesciamento.
Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro-nodo di Ravenna
Un'immagine di Francesco Pinna, il ragazzo ucciso dal crollo del palco di
Jovanotti.alcune notizie di cronaca sulla vicenda di Trieste
Un gruppo di operai è rimasto travolto a causa del crollo di un'impalcatura
all'interno del PalaTrieste, situata nel rione di San Sabba, adiacente allo
stadio 'Nereo Rocco', dove nella serata del 12 dicembre si sarebbe dovuto
svolgere il concerto di Jovanotti. Uno è rimasto ucciso, 12 sono i feriti.
L'incidente è avvenuto intorno alle ore 14.
La vittima è un ventenne di Trieste, morto all'istante nell'impatto con
l'impalcatura alta una decina di metri, che era quasi finita, già
comprensiva dell'impianto luci completo.
LA DISPERAZIONE DEI PARENTI. Scene di disperazione si sono verificate quando
un gruppo di persone, che erano in attesa davanti al palasport, ha appreso
la notizia che la vittima dell'incidente era un loro parente. A quel punto
una ragazza del gruppo ha più volte urlato «Francesco», «Francesco ti amo,
ti prego torna». Dopo alcuni minuti il gruppo di parenti è stato fatto
entrare nella struttura.
LA TRAPPOLA DEI TUBI DI ACCIAIO. Stando alle prime testimonianze,
l'impalcatura si è «accartocciata» su se stessa. Gli operai, che stavano
ultimando gli ultimi lavori necessari per il corretto funzionamento della
struttura, sono stati investiti dal crollo e alcuni di essi sono rimasti
incastrati tra i tubi di acciaio.
OTTO UOMINI TRASPORTATI AL PRONTO SOCCORSO. Sono otto gli operai travolti
dall'impalcatura trasportati al pronto soccorso dell'ospedale Cattinara del
capoluogo giuliano.
Secondo quanto appreso da fonti sanitarie, tutti presentano lesioni da
traumatismo, c'è anche un 'codice giallo'.
Il più grave è però ricoverato nel reparto di rianimazione. Le condizioni
dell'uomo sono giudicate da 'codice rosso'. Un altro dei feriti è stato
ricoverato nel reparto di chirurgia.
GUADAGNAVA CINQUE EURO L'ORA. Dopo il tremendo incidente sono intervenuti
anche i colleghi di lavoro di Francesco: «Non si può morire così, a 19 anni,
a 20 anni, per una cosa del genere... no, non lo conoscevamo, l'abbiamo
visto per la prima volta e poi... là sotto... così...».
I compagni di lavoro della vittima sono riconoscibili dagli zaini, i
caschetti di plastica e i moschettoni: «Sai quanto guadagna un ragazzo come
lui?» ha chiesto provocatoriamente uno del gruppo. «Guadagna cinque euro
l'ora. Non si diventa ricchi; si può morire per questo? Per cinque euro
l'ora? È una follia».
Uno sfogo senza pace: «Siamo quasi tutti ragazzi che lavoriamo un giorno
qui, un giorno lì, dove capita, anche lui, anche il ragazzo che è morto».
Appena conclusi gli accertamenti preliminari, il pubblico ministero titolare
dell'inchiesta, Matteo Tripani, è pronto ad aprire un fascicolo per omicidio
colposo e lesioni, contro ignoti.
Lunedì, 12 Dicembre 2011
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