Date: Sat, 3 Dec 2011 17:59:43 +0000
From: martaturilli@???
Subject: [pace] Il giornalista Webster Tarpley denuncia le manipolazioni dei media sulla Siria
To: pace@???
Stefania Limiti per NenaNews. L'evidenziato è mio.Marta
WEBSTER TARPLEY: sulla
Siria media raccontano un'altra realta'
di Stefania Limiti
Il noto giornalista investigativo statunitense, che si e' occupato
degli attentati alle Torri Gemelle e ha mascherato le attivita'
di George Bush, offre un resoconto della crisi interna siriana molto
diverso da cio' che riportano gran parte dei media.
«In Siria sono al lavoro squadroni della morte, composti
da libici, ceceni, iracheni, afghani, gente senza scrupoli che semina
terrore». La denuncia arriva da uno dei maggiori giornalisti
investigativi americani, Webster Tarpley, che si è recentemente
recato in Siria con una delegazione di colleghi provenienti da tutto
il mondo invitati da un gruppo di religiosi guidati da Agnes Marie
de La Croia, del convento di S. Giacomo mutilato, «una specie
di moderna Giovanna d’Arco che si batte contro la violenza
e la guerra», spiega al telefono Tarpley, ancora provato da
un viaggio interessante ma molto inquietante.
Perché, cosa l’ha colpito?
Eravamo ospiti nella città di Kara, a metà strada
tra Damasco e Homs. Ma abbiamo poi potuto girare liberamente nel
paese, prendendo atto che la situazione è molto diversa da
come la raccontano i mass media internazionali. Mentre l’inglese
Bbc, ad esempio, dava la notizia dello ‘scoppio della guerra
civile’, che ho sentito con le mie orecchie mentre ero nell’albergo
di Damasco, mi sono recato insieme al collega Mark George di Media
Libre presso il luogo segnalato come il focolaio, la Tv siriana.
In realtà, era stato tirato solo qualche petardo, niente
di più. C’erano solo curiosi e nessuna tensione ma
intanto la notizia aveva fatto il giro del mondo. Mi ha colpito
in particolare la nostra visita in un quartiere di Homs che si chiama
Zahara. Qui ci sono stati molti morti ma in realtà gli abitanti
di questa zona si lamentano perché non c’è una
sufficiente presenza dell’esercito.
Può spiegarci meglio?
Sì, certo. Nell’ospedale di Zahara ci hanno detto
che sono terrorizzati dai cecchini, appostati in ogni angolo, gente
di varie nazionalità che uccide senza scrupoli. Colpiscono
indiscriminatamente e un medico mi ha confidato che in questo momento
la più grande preoccupazione per lui, come per chiunque,
è quella di trovare il modo di tornare ogni giorno a casa
senza farsi uccidere.
Si è fatto un’idea di chi ci sia dietro
queste squadre della morte?
Sicuramente alcuni paesi interessati alla destabilizzazione della
Siria, come Arabia Saudita, Emirati, Qataer e la Libia del dopo-Gheddafi.
C’è un ruolo diretto nei finanziamenti e dei rifornimenti
da paret della famiglia libanese Hariri e il lavoro di un uomo pericolo
solo come Abdul Halim Bel Haj, che ha guidato la rivolta in Libia.
La notizia della sua presenza in Siria è stata data da varie
fonti. Si sarebbe portato dietro manovalanza adatta in caso di attacco
alla Siria. La figura di Bel Haj spiega le dinamiche che hanno fatto
nascere e alimentano il caos.
Si profila uno scenario come quello libico?
Il tentativo è chiaro. Io sono stato in Libia dopo il criminale
attacco militare (della Nato, ndr), nelle settimane precedenti la
caduta di Gheddafi e la situazione era ben diversa. C’era
in atto una guerra civile, cosa di cui non c’è traccia
in Siria. Inoltre, a complicare i piani di questi strateghi anglo-americani
impazziti c’è la presenza della flotta russa a largo
della Siria. Se ne parla poco ma sono testimone di questo, ci sono
un incrociatore, portaerei, tre o quattro sommergibili. La Libia
era isolata, la Siria si trova in una condizione diversa. Ma la
situazione è gravissima. In definitiva, dopo il mio viaggio
posso dire di aver visto un forte attivismo dei greci ortodossi,
dei cristiani melchiti e della chiesa siriaca (riunita nella congregazione
delle Chiese orientali). Credo che manchi la voce della Chiesa di
Roma e che il papa dovrebbe andare in pellegrinaggio a Damasco per
contrastare la follia omicida di chi sta pianificando una terribile
aggressione militare alla Siria. Da: Dante Bedini <bdndante@???>
A: pace@???
Inviato: Sabato 3 Dicembre 2011 18:36
Oggetto: [pace] spese militari
"15 miliardi per l'acquisto di 13 cacciabombardieri F35. Una spesa militare che da sola vale più della metà della manovra. Ma il taglio nei piani di Monti non c'è" (da Il Manifesto 3 dicembre).
Come al solito le spese militari non si toccano
Dante Bedini