Abbiamo fatto della medicina una religione-passe-partout universale. Sei depresso? E allora curati, guarirai (si spera). Ma la depressione, per come la conosciamo, è l'unica causa di suicidio? Tutto si può ridurre a patologia? Tutto si riduce a psichiatria? E una filosofia di vita, per cui una una singola, IRRIPETIBILE persona, consideri l'esistenza degna di essere vissuta solo a certe condizioni, in vista di certe aspettative, può forse non essere a base di una decisione estrema, lucida? Una persona, come Lucio Magri, che va all'estero a presentare il suo libro, che talvolta viene visto a Montecitorio, che negli ultimi mesi di vita si rilegge tutto Tolstoj, che vuole ridiscutere con i suoi compagni contrasti irrisolti risalenti a oltre trent'anni fa, può forse sembrare malato di "una normale, per quanto profonda depressione" ? No, direi proprio di noi. Al di là della medicina, esiste una sfera superiore e, comunque, insondabile, irriducibile alle sue categorie.
giacomo casarinostoricogenovacontatto skype: gcasarino
