-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Retedelledonnedibologna] APPELLO PER ADAMA: UNA STORIA, MOLTE
VIOLENZE
Data: Thu, 24 Nov 2011 23:59:03 +0000 (GMT)
Mittente: Paola Rudan <paolarudan@???>
Rispondi-a: Paola Rudan <paolarudan@???>, Rete delle donne di
Bologna <retedelledonnedibologna@???>
A: Rete donne di Bologna <retedelledonnedibologna@???>
*APPELLO PER ADAMA: UNA STORIA, MOLTE VIOLENZE*
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/Pubblichiamo questo appello in occasione della giornata mondiale contro
la violenza sulle donne. Per adesioni scrivete a migranda2011@???/
*Adama è una donna e una migrante*. Mentre scriviamo, Adama è
rinchiusa nel CIE di Bologna. *Ã? rinchiusa in via Mattei dal 26 agosto,
quando ha chiamato i carabinieri di Forlì dopo essere stata derubata,
picchiata, stuprata e ferita alla gola con un coltello dal suo
ex-compagno*. Le istituzioni hanno risposto alla sua richiesta di aiuto
con la detenzione amministrativa riservata ai migranti che non hanno un
regolare permesso di soggiorno. La sua storia non ha avuto alcuna
importanza per loro. *La sua storia â?? che racconta di una doppia
violenza subita come donna e come migrante â?? ha molta importanza per noi*.
*Secondo la legge Bossi-Fini Adama è arrivata in Italia illegalmente.
Per noi è arrivata in Italia coraggiosamente, per dare ai propri figli
rimasti in Senegal una vita più dignitosa*. Ha trovato lavoro e una
casa tramite lo stesso uomo che prima lâ??ha aiutata e protetta,
diventando il suo compagno, e si è poi trasformato in un aguzzino. *Un
uomo abile a usare la legge Bossi-Fini come ricatto*. Per quattro anni,
questâ??uomo ha minacciato Adama di denunciarla e farla espellere dal
paese se lei non avesse accettato ogni suo arbitrio. Per quattro anni
lâ??ha derubata di parte del suo salario, usando la clandestinità di
Adama come arma in suo potere.
*Quando Adama ha dovuto rivolgersi alle forze dellâ??ordine, lâ??unica
risposta è stata la detenzione nel buco nero di un centro di
identificazione e di espulsione nel quale potrebbe restare ancora per
mesi*. Lâ??avvocato di Adama ha presentato il 16 settembre una richiesta
di entrare nel CIE accompagnato da medici e da un interprete, affinché
le sue condizioni di salute fossero accertate e la sua denuncia per la
violenza subita fosse raccolta. La Prefettura di Bologna ha autorizzato
lâ??ingresso dei medici e dellâ??interprete il 25 ottobre. *Ã? trascorso
più di un mese prima che Adama potesse finalmente denunciare il suo
aggressore*, e non sappiamo quanto tempo occorrerà perché possa
riottenere la libertà .
*Sappiamo però che ogni giorno è un giorno di troppo*. *Sappiamo che
la violenza che Adama ha subito, come donna e come migrante, riguarda
tutte le donne* e non è perciò possibile lasciar trascorrere un
momento di più. Il CIE è solo lâ??espressione più feroce e violenta
di una legge, la Bossi-Fini, che impone il silenzio e che trasforma
donne coraggiose in vittime impotenti.
*Noi donne non possiamo tacere mentre Adama sta portando avanti questa
battaglia. Per questo facciamo appello a tutti i collettivi, le
associazioni, le istituzioni*, affinché chiedano la sua immediata
liberazione dal CIE e la concessione di un permesso di soggiorno che le
consenta di riprendere in mano la propria vita.
*Migranda*
*Associazione Trama di Terre*
Per adesioni: migranda2011@???
Per informazioni e aggiornamenti:
www.migranda.org