[Lecce-sf] il Tar blocca anche il radar militare nel Parco

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著者: Antonella Mangia
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題目: [Lecce-sf] il Tar blocca anche il radar militare nel Parco
Dopo Punta Palascia, il Tar blocca anche il radar militare nel Parco
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Dopo Punta Palascia, il Tar blocca anche il radar militare nel Parco
Il tribunale amministrativo leccese interrompe l'installazione di un radar anti immigrati della Guardia di Finanza, a Gagliano del Capo: il 
principio della tutela ambientale è di nuovo equiparato a quella della 
difesa nazionale
di M.B. 19/11/2011
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 Il sito del cantiere
    * LuogoGagliano del Cap


GAGLIANO DEL CAPO - Il Tar di Lecce blocca la realizzazione del radar della Guardia di Finanza in prossimità dell'area Parco: la vittoria di Legambiente, nell'intricata vicenda dell'infrastruttura da realizzare a Gagliano del Capo, era nell'aria, dopo la sospensiva che i giudici amministrativi avevano
disposto nei mesi scorsi e soprattutto alla luce della sentenza dello
stesso tribunale sul caso di Punta Palascia. Ma c'era
attesa per questo responso, che rimarca in buona sostanza le perplessità mosse dai ricorrenti, tra i quali compaiono anche comitati di cittadini contrari al radar militare.
Mancherebbero adeguate motivazioni sulla compatibilità dell'opera con i valori
paesaggistici del luogo e per questo motivo il Tar di Lecce avrebbe
deciso di bocciare l'infrastruttura posta in essere dalla Guardia di
Finanza. Si definisce, dunque, in maniera positiva il quadro della
delicata vicenda dell'installazione del radar anti-immigrati, secondo il parere delle associazioni di tutela ambientale e dei cittadini,
impegnati a tutela di Località Sciuranti, a Gagliano del Capo.
All'esito dell'udienza di merito dello scorso 18 ottobre, la sezione prima del
Tar Lecce ha accolto il ricorso proposto da Legambiente onlus con gli
avvocati Mario Tagliaferro ed Anna Baglivo, confermando in pieno la sospensione dei lavori che era già stata
disposta con l'ordinanza intervenuta nello scorso mese di giugno.
Con la sentenza 1977, pubblicata in data 18 novembre 2011, i giudici salentini hanno definito la vicenda a favore dell'associazione, soprattutto sotto il profilo
della tutela del paesaggio. In particolare, il collegio giudicante
censura il parere favorevole rilasciato dalla Soprintendenza rilevando
che "deve ritenersi necessaria l'autorizzazione paesistica anche per le
opere destinate alla difesa nazionale" - ciò, al fine di "garantire
l'equilibrio tra i due valori costituzionalmente meritevoli di tutela
(paesaggio e sicurezza nazionale)".
Un passaggio che ricalca fedelmente il parere dei giudici, già enucleato
nella vicenda dell'ampliamento della base militare della Marina a Punta
Palascia. Per i giudici, infatti, vale il principio secondo cui "la
Soprintendenza deve esercitare il proprio potere motivando adeguatamente sulla compatibilità con il vincolo paesaggistico dell'opera"; "in
sostanza - si legge -, in sede di autorizzazione paesaggistica sia i
provvedimenti negativi che quelli positivi devono essere sostenuti da
adeguata motivazione che riporti le ragioni di compatibilità effettiva
in riferimento ai valori paesaggistici del luogo".
Al contrario, nel caso di specie "la Soprintendenza - prosegue il dispositivo - ha espresso parere favorevole 'in via del tutto eccezionale tenuto conto
degli interessi della difesa nazionale' e quindi la valutazione della
Soprintendenza non ha riguardato, come avrebbe dovuto, l'interesse
paesaggistico, ma è stato preso in considerazione solamente l'interesse
alla 'difesa nazionale', il cui esame non può essere oggetto di
valutazione da parte della Soprintendenza".
Scongiurato il rischio, i legali esprimono tutta la propria soddisfazione per una
pronuncia che potrebbe fare da apripista nelle analoghe battaglie che le popolazioni locali stanno conducendo in Sardegna e Sicilia: "La
sentenza del Tar Lecce è la prima ad esprimersi nel merito delle
installazioni di questi radar che interessano anche territori di altre
regioni italiane e speriamo che possa costituire un precedente
favorevole per i casi ancora aperti".
Grosso compiacimento esprimono anche da Legambiente, con il direttore generale Maurizio Manna che sottolinea: "Questa vittoria è merito
dell'attenzione e della dedizione al proprio territorio della gente del
Capo di Leuca e del circolo Legambiente di Gagliano del Capo. È un punto fermo nella tutela del paesaggio, certamente replicabile in altri
emergenze ambientali che riguardano il nostro contesto". Per il
presidente del circolo del Capo di Leuca, Valerio Ferilli, "la vicenda
evidenzia la crescita esponenziale del valore dell'integrità dell'ambiente e del paesaggio soprattutto in contesti come il nostro, in cui rimangono le uniche risorse di attrazione e di lavoro".“


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