[inquieto] ferro

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Auteur: ca_favale_mlist
Date:  
À: ca_favale_mlist
Sujet: [inquieto] ferro
Ciao, come va ?
Avete scoperto se a Ronco S. ritirano le macchine sottoforma di cubetti?
Fammi sapere perche ci sarebbero dei mezzi da prendere, ciao.
Inti





>----Messaggio originale----
>Da: ca_favale_mlist@???
>Data: 26/10/2011 23.47
>A: <ca_favale_mlist@???>
>Ogg: [inquieto] Ottobre 2011
>
>
>Ottobre 2011 -
>
>Nel mentre fervono a caffa i tipici lavori autunnali (ricucire crepe
>decennali, rimettere in tiro archi, chiudere le pecore nella stalla la
>sera, sfalciare sotto gli ulivi per prepararsi alla raccolta, fare legna
>per l'inverno) non c'e' niente di meglio alla sera che sedersi e
>riflettere. Crepe, muri, appigli. Ognuno di noi costruisce un proprio
>muro, insieme ad altri, o lo demolisce - la crepa, in tutti i casi, e'
>foriera di notizie. Il muro compatto comunica poco. Pochi appigli. Con
>una prima crepa, sai gia' dove mettere le mani. La fortezza
>inespugnabile dietro cui si arroccano taluni, noiosa come la morte,
>manca di appigli - necessari per stabilire relazioni...
>
>Chi non si e' ancora accomodato in qualche angolino di questa societa`
>in decomposizione accelerata, ed e` quindi ancora alla ricerca di una
>dimensione piu` esplorativa dell'esistente, fara' meglio a drizzare le
>uege.
>
>L'esistente e' sconfinato, e non basterebbe una vita per esplorarlo
>tutto: per questo abbiamo bisogno di appigli, di una buona mappa - dove
>siano indicati gli angoli pulsanti, perche` tutti sappiamo che non sara`
>in mezzo alla noia di un deserto relazionale che troveremo il bandolo
>della matassa .
>
>Gli appigli sono quello spazio di condivisione in cui si puo`
>sperimentare una relazione. Essere pronti a cogliere gli appigli diventa
>una qualita` importante quando ti trovi di fronte a muri impenetrabili.
>
>Ma cogliere gli appigli implica una certa pratica, e liberta`, mentale.
>Intanto occorre guardare al di la' del proprio naso. In seconda istanza,
>per sperimentarsi insieme occorre disporre del proprio tempo. Inoltre,
>implica avere del coraggio, qualita` assolutamente non richiesta quando
>si rimane in tutto e per tutto all'interno dei meccanismi della societa`
>ordinaria - esercizi di teoria e prassi della rivoluzione, a parte.
>
>L'iperflusso di informazione che ci turbina intorno porta inoltre i piu`
>all'immobilismo, a perdere di vista un loro punto di partenza. Tanto
>piu` sono frastornati da notizie e informazioni, tanto piu` si ritengono
>impegnati e solidali con questo o con quello, e tanto piu` si ritrovano
>sempre allo stesso punto: ad esser maligni, uno potrebbe pensare che in
>fin dei conti, gli va bene cosi... ma non siamo maligni (non e' vero) e
>preferiamo pensare che, nonostante gli anni passino in fretta e nulla di
>buono sembra profilarsi all'orizzonte, le cose stiano andando per il
>meglio: la crisi che acuisce i conflitti sociali, la val susa dove c'e'
>una valle intera in lotta, ed altre amenita' del genere buone giusto per
>le litanie della domenica.
>
>Chi non trasmette nessuna scintilla vitale (chiamo cosi' quell'unione
>instabile tra teoria e pratica, amore e odio, passione e razionalita')
>deve essere un morto che cammina... non sta a noi donargli la vita; ma
>son certo che a lungo andare, convivere lungo tempo nelle vicinanze di
>tali mostri sia altresi' nocivo. Occorre disfarsene al piu` presto.
>
>Trovare il proprio punto di partenza, e da li' delineare il proprio
>percorso e' l'unica chiave che puo` permetterci di entrare in relazione
>con gli alri. Prescindendo da questo, si arriva al triste rituale in
>cui, non sapendo che cazzo dirsi, perche` non sai chi hai davanti,
>invece di passare del tempo a conoscersi, trovare ognuno gli appigli
>negli altri, investire delle energie in qualcosa che potra' dare i suoi
>frutti, c'e' sempre chi "spinge l'acceleratore". La macchina non e'
>ancora partita, i pezzi sono ancora smontati ma intanto ti sorbisci un
>primo pippone. Poi un secondo. Si alternano i vari maniaci della parola,
>fino allo sfinimento.
>
>Basterebbe metterli a tacere, gli "oratori". Ma il silenzio che si
>produce, genera ansie. Ecco li' le prime crepe... nervosismo che
>monta... Stare in silenzio per dieci minuti, ognuno a pensare al
>proprio, di filo logico, magari dopo aver ricevuto un qualche input; e
>solo dopo, parlare.
>
>In caso di gravi intossicazioni, specie croniche, da parlantina propongo
>che il silenzio sia protratto piu` a lungo possibile. Dopo, supponiamo,
>un'ora di silenzio, la prima cosa che ascolti deve essere sensata se no
>ti girano veramente i coglioni. E di questo se ne accorgera' anche il
>parlatore piu` incallito.
>
>Per comunicare ci vuole un minimo di concentrazione ed attenzione. Per
>informare non e' richiesto nulla.
>
>Se i momenti di socialita` che ancora riusciamo a ritagliarci vengono
>rintuzzati da aggiornamenti sulla situazione X,Y,Z. Resoconto dei fatti.
>Informazione, informazione e ancora informazione, allora c'e' un grave
>problema. Qualcuno deve aver confuso la propaganda del fatto con il
>fatto della propaganda.
>
>
>_______________________________________________
>Ca_Favale_mlist mailing list
>Ca_Favale_mlist@???
>https://www.autistici.org/mailman/listinfo/ca_favale_mlist
>