[NuovoLab] Paola Severino

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da http://lindro.it/Tutti-gli-uomini-del-Presidente,4481#.TsSohEAt_bc

Paola Severino, Ministro della Giustizia. Vicina all'ex presidente del consiglio Romano Prodi. Avvocato penalista, ha difeso Cesare Geronzi, i Caltagirone, Roberto Formigoni, Romano Prodi, Gaetano Gifuni (ex segretario della presidenza della Repubblica) e Salvatore Buscemi, il capomandamento della famiglia mafiosa di Passo di Rigano. Ha assistito uno dei dirigenti di polizia imputati per l'irruzione nella scuola Diaz.


da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/10/la-difesa-del-generale-non-ero-bolzaneto.html

La difesa del generale 'Non ero a Bolzaneto'
10 dicembre 2003 - pagina 5 sezione: GENOVA
IL GENERALE Oronzo Doria non ha una bella cera, e come potrebbe essere altrimenti? Nei giorni scorsi, due anni e mezzo dopo il G8, ha ricevuto un avviso di garanzia per i soprusi nella caserma di Bolzaneto. «Una cosa che mi è arrivata all' improvviso, tra capo e collo. A distanza di anni dai fatti. Volete sapere come mi sento? Diciamo che sono molto sorpreso». L' alto ufficiale del Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria doveva essere interrogato dai pm della Procura genovese: l' appuntamento di ieri è slittato di una settimana. «Sì, abbiamo rinviato di qualche giorno», conferma. Durante il vertice internazionale, l' allora colonnello Doria era responsabile del coordinamento della polizia penitenziaria per tutto il capoluogo ligure. «Ecco, bravo. Non ero il responsabile per la caserma di Bolzaneto. A Bolzaneto ci sono stato per poco tempo». E cosa sa delle violenze denunciate da centinaia di fermati? «No comment. Ne parlerete la settimana prossima con il mio avvocato». Dicono che tutto funzionava come un orologio. «Chi lo dice?». Alfonso Sabella, numero uno del Dap; e più in alto ancora, il ministro della Giustizia, Roberto Castelli. «Non parlo. Del resto, voi giornalisti sembrate meglio informati. Quanti sono, i nuovi indagati?». Gli indagati per questa tranche dell' inchiesta sarebbero due, anzi, quattro. Due sono quelli che dovevano essere interrogati in queste ore: il generale Doria, ed un ispettore genovese normalmente in servizio al carcere di Marassi. Anche per lui appuntamento rinviato di qualche giorno. Nel conto finirebbero poi due capitani del Servizio centrale traduzioni, il settore su cui si è accentrata negli ultimi tempi l' attenzione dei pm. Dopo l' interrogatorio della passata settimana di un altro generale, ascoltato in qualità di testimone, sembrano scontate le prossime audizioni di Alfonso Sabella (che nel frattempo è tornato a fare il magistrato in Toscana) e del ministro Castelli. Blitz alla Diaz. Ieri è stato depositato in Cassazione il secondo ricorso contro la decisione della Procura di Genova, che aveva risposto picche alla richiesta di trasmissione degli atti dell' inchiesta sul blitz alla Diaz dal capoluogo ligure a Torino. Gli avvocati Marco Corini, Enrico Marzaduri, Carlo Di Bugno e Paola Severino, a nome dei loro clienti - Giovanni Luperi e Gilberto Caldarozzi, ai vertici dell' Antiterrorismo; Filippo Ferri, capo della squadra mobile di La Spezia; Daniele Di Novi e Renzo Cerchi, sottufficiali spezzini - si associano in sostanza a quanto già fatto da Luigi Li Gotti, legale di Francesco Gratteri. «Quindici pagine con cui attraverso un' attenta analisi frantumiamo i modesti argomenti giuridici dei pm genovesi», dice Marco Corini. Che ricorda: «Quando in un interrogatorio del luglio 2002 fu tirato in ballo il pm Francesco Pinto, gli inquirenti dovevano fermare tutto ed iscrivere la notitia criminis, salvo poi l' archiviazione per manifesta infondatezza: ma questo era un passo successivo che spettava ad un' altra Procura». Ergo, spostiamo tutto a Torino. Un' argomentazione che per la verità contrasta con la giurisprudenza e le sentenze della Cassazione, secondo le quali il giudice non può sindacare delle scelte di un pm salvo siano state fatte con dolo (e in questo caso scatta la denuncia o la sanzione, ma non la trasmissione degli atti). Corini la pensa diversamente: «Sono molto fiducioso nella decisione del procuratore generale. Giuridicamente siamo straconvinti di aver ragione. L' argomento dovrebbe essere il tema di una puntata del Porta a Porta di Bruno Vespa in onda la prossima settimana. - MASSIMO CALANDRI