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Governo garantito dalla Goldman Sachs
Manlio Dinucci
Quando sarà varato il governo Monti, ministri e sottosegretari
brinderanno. Non però con lo champagne, ma con la Coca-Cola. Mario
Monti è infatti membro dell’International Advisory Board della
multinazionale statunitense, ossia del comitato di esperti che la
consiglia su come accrescere i già colossali profitti, realizzati
grazie alla sua posizione dominante nel mercato mondiale delle bibite
e dell’acqua imbottigliata. Eppure, quando era commissario europeo
alla concorrenza, Mario Monti perseguì la Coca-Cola per abuso di
posizione dominante. Il contenzioso terminò con un accordo nel 2004,
ma la multinazionale rimase in ottimi rapporti con Monti, tanto che
due anni dopo lo assunse come consulente.
A New York, la nascita del governo Monti sarà festeggiata, con
costosissimo champagne, soprattutto dalla Goldman Sachs, una delle
maggiori banche d’investimento del mondo, di cui Mario Monti è
international advisor, ossia consulente. Questo gruppo bancario è
specializzato nei derivati, strumenti finanziari il cui valore è
basato su quello di altri beni, tra cui le materie prime agricole.
Meccanismi speculativi che hanno permesso da un lato di realizzare
enormi profitti, ma dall’altro hanno provocato l’aumento dei prezzi
internazionali dei cereali e quindi della fame nel mondo, condannando
a morte oltre un miliardo di persone.
La Goldman Sachs è stata anche uno dei principali autori della truffa
internazionale dei mutui subprime, concessi negli Usa a persone
economicamente poco affidabili. Sono stati trasformati in obbligazioni
ad alto rischio, che sono state mischiate con titoli affidabili in
pacchetti definiti «salsicce finanziarie». Garantite dalle più
importanti agenzie di rating (Moodys, Standard & Poors e Fitch), le
«salsicce» avvelenate sono state acquistate dai fondi pensione e da
altri investitori istituzionali, diffondendosi tra i piccoli
risparmiatori di tutto il mondo. L’esplosione della bolla speculativa
nel 2008 ha provocato, su scala mondiale, fallimenti, restrizione del
credito, calo di investimenti produttivi, ulteriori ristrutturazioni
per ridurre il costo del lavoro e, quindi, aumento della
disoccupazione e della povertà. Di tutto questo vanno ringraziati
anche i consulenti (tra cui Monti) della Goldman Sachs, che ha
speculato perfino sui massicci interventi, fatti dai governi con
denaro pubblico, per il «salvataggio» delle grandi banche che avevano
provocato la crisi. Quando la Sec, l’ente governativo Usa di controllo
dei mercati finanziari, ha contestato alla Goldman Sachs il reato di
frode, ormai i buoi erano scappati dalla stalla.
Dopo aver contribuito a provocare la crisi finanziaria, che dagli
Stati uniti ha investito anche l’Europa, la Goldman Sachs ha speculato
sulla crisi europea. Tre mesi fa, il 16 agosto, ha inviato ai suoi più
importanti clienti un rapporto riservato di 54 pagine, avvertendoli
dell’imminente aggravarsi della crisi nell’area dell’euro e dando loro
precise istruzioni su come fare soldi con la crisi. La stessa tecnica
usata con la crisi dei mutui: mentre pubblicamente presentava le
«salsicce finanziarie» come investimenti della massima affidabilità,
segretamente la banca consigliava ai suoi più importanti clienti di
disfarsene al più presto.
Il rapporto sulla crisi finanziaria in Europa è stato inviato in
agosto a qualche centinaio di grossi investitori su scala mondiale,
rimanendo segreto per gli altri. Il Wall Street Journal ne ha dato
notizia il 1° settembre, fornendone però solo pochi generici stralci.
Prevedendo che per «salvare» le banche europee occorrerà un capitale
di almeno 1.000 miliardi di dollari, nel rapporto si consigliano «gli
investitori in derivati a trarre vantaggio dalla crisi finanziaria in
Europa». Sicuramente la Goldman Sachs non si è limitata a leggere
nella sfera di cristallo, ma ha le mani in pasta nei meccanismi della
crisi che ha investito anche l’Italia. Una crisi che sarà affrontata
da quello che il segretario del Pd Bersani definisce «un governo
autorevole e a forte caratura tecnica». Non c’è da dubitarne: lo
presiederà un autorevole international advisor della Goldman Sachs.