Autor: aunchb - Data: A: forum lucca Assumpte: Re: [Forumlucca] La "buona fede" di Monti (e le foglie di fico di
certa sinistra)
de gustibus
> Date: Tue, 15 Nov 2011 23:23:03 +0100
> From: massimiliano.piagentini@???
> To: forumlucca@???
> Subject: [Forumlucca] La "buona fede" di Monti (e le foglie di fico di certa sinistra)
>
> un articolo preso dal sito global project
> http://www.globalproject.info/it/in_movimento/La-buona-fede-del-Professor-Monti/9998 >
>
> La «buona fede» del Professor Monti***
> Riflessioni a caldo sulla crisi italiana
> 12 / 11 / 2011
>
> Pare essersi conclusa l’avventura di Mister B. Questa anomalia tutta
> italiana, che ha tenuto in scacco il Paese e reso monolitico il
> dibattito politico per più di un quindicennio, sembra volgere
> finalmente al termine. Non possiamo che gioirne. Al contempo, però,
> confessiamo che l’interrogativo che sembra dominare le migliori menti
> della sinistra italica in questi giorni, ovvero se con Berlusconi sia
> effettivamente declinato anche il “berlusconismo”, non ci appassiona
> affatto. Non tanto perché non vi siano ancora tracce nella società
> italiana di questo sottoprodotto culturale che ha fatto della
> sottomissione al potere e ai suoi codici più arcaici il suo carattere
> distintivo, quanto perché questo sembra aver fatto posto ad un
> dispositivo, culturale e politico, assai più insidioso.
>
> Crediamo anzi che il passo indietro compiuto da Berlusconi sia da
> salutare con entusiasmo soprattutto per un motivo: perché toglie il
> velo, finalmente, su quali siano, in questo momento storico, le reali
> condizioni della politica.
>
> Si potrebbe dire con una battuta, che il vero tema che dovrebbe
> interrogare i movimenti non sia semplicemente il Governo Tecnico, ma
> la nuova “tecnica del governo”. Da lì si parte. Dal commissariamento,
> hard o soft che sia, della cosiddetta democrazia da parte delle grandi
> istituzioni finanziarie. La “tragedia greca” dimostra con estrema
> chiarezza che nonostante sia oramai impossibile il raggiungimento
> dell’obiettivo dichiarato e imposto da Bce, Commissione europea e Fmi,
> cioè scongiurare il default, il processo politico attivato permane, e
> continua a funzionare indisturbato.
>
> La compressione dei diritti sociali, lo schiacciamento dei salari, la
> privatizzazione del pubblico, la sottomissione della residua sovranità
> statuale, sono in realtà le componenti più visibili di una nuova
> accumulazione originaria che sta edificando un nuovo ordine sociale e
> politico.
>
> In questo particolare contesto, chiedersi se vi sia o meno “buona
> fede” nell’azione di un emissario della Goldman Sachs come il
> Professor Mario Monti, sfiora l’ingenuità quando non rischia di
> tradire la “cattiva fede” di chi pronuncia una simile frase. Tuttavia,
> non è affatto vero che tutto sia uguale a tutto: possono darsi, in
> questo processo che imbriglia le funzioni di governo – che stabilisce
> cioè ex ante contenuto e finalità delle misure in campo economico –
> mille variazioni sul tema. Ma, appunto, il “tema” rimane lo stesso e
> non è disponibile ad esser sottoposto ad alcuna “scelta” elettorale.
> Quella “scelta” ricorda da vicino la “libertà” degli operai della Fiat
> di rifiutare, con il referendum nelle fabbriche, il diktat di
> Marchionne.
>
> Il dibattito che sta animando le forze politiche in questi giorni non
> riesce a superare questo stato di cose. Viste da questa prospettiva,
> le «ferree condizioni» poste da Vendola sul tavolo delle trattative
> sul post-Berlusconi, non sembrano altro che delle esili “foglie di
> fico”.
>
> La più evidente è quella riferita alla proposta di patrimoniale: qui,
> è bene ricordarlo, non si tratta di una misura di natura
> redistributiva, ma di una diversa fonte per riversare denaro nelle
> banche private. Allora occorrerebbe rimettere la discussione sui suoi
> piedi, affermando con coraggio che il punto, in tema di macelleria
> sociale, non riguarda solo la tipologia di carne da spezzettare e
> neanche la “rispettabilità” e il curriculum del macellaio. Senza dire
> esplicitamente che gli italiani non devono ripagare il debito delle
> banche private (ciò che economisti come Krugman definiscono default
> selettivo o ristrutturazione del debito), non si esce dai confini
> stabiliti della lettera della Bce, e senza questo, non v’è alcun
> programma “alternativo”. Delle due l’una.
>
> Perché il problema non è il Governo Tecnico, né quello politico: il
> problema è la sua “missione”.
>
> Esistono forze in grado di sovvertire il quadro, di produrre un
> mutamento radicale, di sovvertire la mission dei governi europei? I
> movimenti stanno faticosamente costruendo una nuova composizione dei
> segmenti sociali stritolati dalla crisi, ma questa non sembra ancora
> capace di qualificare efficacemente un rapporto di forza sociale e
> politico. In questo scenario il salto delle opposizioni nell’arena del
> governo assomiglia troppo ad un salto nel vuoto. Che è innanzitutto un
> vuoto di democrazia. Costruire l’alternativa alla dittatura della
> finanza, immaginare la democrazia dei beni comuni, farlo insieme al
> 99%: questa è la scommessa che abbiamo davanti.
>
> *** Andrea Alzetta, Alberto De Nicola, Simone Famularo, Eva Gilmore,
> Fabrizio Nizi, Francesco Raparelli, Lorenzo Sansonetti, Emiliano
> Viccaro
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