[NuovoLab] “LA GRONDA SARA’ DEVASTANTE PER LEIRA, VARENNA E …

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Autore: Antonio Bruno
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Oggetto: [NuovoLab] “LA GRONDA SARA’ DEVASTANTE PER LEIRA, VARENNA E POLCEVERA “
IL SECOLO XIX DEL 16/11/2011


NEL MIRINO DI RIFONDAZIONE I LAVORI SUI LETTI DEI TORRENTI

“LA GRONDA SARA’ DEVASTANTE PER LEIRA, VARENNA E POLCEVERA “



I DISASTRI provocati dall’alluvione, l’impatto devastante delle precipitazioni di carattere tropicale sull’intricato sistema di torrenti di Genova sono gli argomenti più freschi sui quali chi ha sempre contestato la realizzazione della Gronda adesso cerca di far leva : “in questa vicenda l’unica novità è che c’è stato il 4 novembre, quello che è successo quel giorno. E’ la consapevolezza che il clima è sempre più tropicale e che bisogna togliere il cemento e dare spazio a fiumi. Inoltre i calcoli sui piani di bacino usati per progettare l’opera sono vecchi di 15 anni. Dicono che visti i loro calcoli non ci sono pericoli di alluvioni, ma come ho già detto, il clima è cambiato”. Antonio Bruno, capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio comunale ha illustrato ieri insieme a Mauro Solari, ex assessore provinciale, alla luce di quanto successo, ribadiscono le loro perplessità sulla Gronda.
“Le perplessità sono molte –spiega Bruno- una per esempio riguarda la cava di Pian di Carlo, in val Varenna, tanto più che a metà valle c’è una paleofrana che è iniziata migliaia di anni fa e che continua e va tenuta sotto osservazione”. “Non solo-prosegue Solari- la diga in terra realizzata per consentire il lavoro della talpa può diventare una diga con effetti devastanti che possono interessare anche la foce del Varenna, interrata in piazza Rapisardi, a Pegli”.
Non sono però gli unici punti critici sui quali Rifondazione punta il dito. A preoccupare sono i restringimenti degli alvei dei torrenti: “ Sul Leira e sul Polcevera, per esempio, dove ci sono zone in cui gli alvei devono subire un restringimento di 20 metri per 8500 metri di lunghezza per consentire la costruzione di una “pista” che serve per fare arrivare materiale e pezzi di ricambio per la talpa. E poi è prevista la realizzazione di uno “slurry dotto”, ovvero un canale per lo smaltimento degli scarti, per convogliare le rocce macinate e mischiate con acqua che quindi vengono scaricate tra il canale e la diga dell’aeroporto”. Si calcola che in 8 anni verranno movimentati 9 milioni di metri cubi di rocce: “ Contengono amianto- prosegue Bruno- e a seconda della sua percentuale vanno gettate in porto ( fino all’un per cento di amianto) oppure smaltite in discarica. O ancora usate per l’arco-rovescio (struttura di contenimento sotto la strada, ndr ) del tunnel. Non credo nemmeno che sia legale perché la legge vieta l’utilizzo del fibrocemento con amianto”.