UN “PICCOLO GREGGE” DI OTTANT’ANNI FA
Ottant’anni fa, s’incontravano, anzi “concordavano”, due “interessi” che, solo apparentemente, erano sembrati contrastanti dopo la proclamazione dell’unità d’Italia, realizzata contro la volontà del papa Pio IX, e la soppressione dello Stato Pontificio: erano gli “interessi” di Mussolini e di Pio XI. Achille Ratti, il papa, aveva appena definito il duce”uomo della Provvidenza”, perché due anni prima aveva risolto la “questione romana”: il territorio della città di Roma era stato lacerato per far posto a uno Stato indipendente, a dispetto dell’unità d’Italia. Per la prima volta nella storia della Chiesa cattolica il Papa-vescovo di Roma accettava di “esiliarsi all’estero” pur di conservare il potere temporale. Il Duce, in cambio, tenendo il coltello per il manico, rivendicava al partito fascista il monopolio della cultura, togliendolo alla Chiesa. La Curia, da parte sua, non voleva rischiare di perdere i vantaggi economici del Concordato del 1929, e, comunque, si era resa conto troppo tardi di essere stata “giocata”. Mussolini, nel frattempo, imponeva ai docenti universitari il giuramento di fedeltà al Fascismo, pena il licenziamento. La Curia, ovviamente, chiudeva un occhio. Comunisti e liberali giurarono per non lasciare le proprie cattedre a personaggi improponibili. Benedetto Croce preferì andare in pensione. Altri lasciarono l’Italia. Un gruppo di “folli” rifiutò il giuramento, perse la cattedra e lo stipendio: Ernesto Buonaiuti, Aldo Capitini, Mario Carrara, GaetanoDe Sanctis, Giorgio Errera, Giorgio Levi Della Vida, Fabio Luzzatto, Piero Martinetti, Bartolo Nigrisoli, Edoardo Ruffini, Francesco Ruffini, Lionello Venturi, Vito Volterra. Tutta gente “miscredente”, tra loro anche un prete scomunicato: un certo Gesù di Nazareth da che parte si sarebbe schierato? Prima di trovare la risposta, proviamo a pensare che, in fondo, la storia della Chiesa è pur sempre nata da un “piccolo gregge” di folli… (Gabriele De Blasi)
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