Re: [inquieto] Ottobre 2011

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Aihe: Re: [inquieto] Ottobre 2011
Devo dire, come al solito belle riflessioni dalla val Graveglia. Anche
se poi mi chiedo, ma cosa sara mai successo la nei ultimi anni?
Disscussioni di lentezza, silenzio, riflessioni... Sono molto curioso al
l'idea e sinceramente anche contento. Visto che ho conosciuto ca favale
piutosto come luogo di disperssione, baccano e di un certo ritmo
nervoso. Ho sempre sostenuto che la lentezza e la concentrazione al la
fine ti portanno a renderti conto di essere stato molto veloce. Questo
pero soltanto se si tratta di una scelta, se poi sei lento o tacci per
pigrizzia o incapacita, beh alora sei semplicemente lento. Il che poi
per se non é tanto grave. Li bisogna semplicemente essere capaci a
chiedere aiuto. Mai sottovalutare la capacita di chiedere aiuto. In
generale é segno di volonta di cambiare. Il che secondo me é una delle
carateristiche umane tra le piu belle. La voglia di fermento, il
corragio di ritrovarsi in pieno autunno di fronte ad delle crepe, e
subito pensare, come cacchio ci sono arrivate la, e come cacchio le
ripariamo.
Anche noi qui di crepe da riparare c'é ne abbiamo a volonta. Anzi adesso
ci volevamo metterci a riparare il riscaldamento. Percio mi toca andare
svelto in paese a prendere due tre cose. Poi chiaramente mi fermero per
una biretta al bar.
E se no a parte questo, io adesso non scrivo che vi vengo a trovare
presto. Mi sa che lo gia fatto troppe volte, senza pio venirci. Da parte
mia pero non tanto la questione della agenda, che piutosto un fatto di
lentezza. Vero un giorno o l'atro, e chi sa nel fratempo forse avro
avuto il piaccere di accogliervi prima.
In ogni caso un baccione
luciano
<-----Original Message----->
>From: ca_favale_mlist@??? [ca_favale_mlist@???]
>Sent: 10/26/2011 10:49:40 PM
>To: ca_favale_mlist@???
>Subject: Re: [inquieto] Ottobre 2011
>
>Ottobre 2011 -
>
>Nel mentre fervono a caffa i tipici lavori autunnali (ricucire crepe
>decennali, rimettere in tiro archi, chiudere le pecore nella stalla la
>sera, sfalciare sotto gli ulivi per prepararsi alla raccolta, fare

legna
>per l'inverno) non c'e' niente di meglio alla sera che sedersi e
>riflettere. Crepe, muri, appigli. Ognuno di noi costruisce un proprio
>muro, insieme ad altri, o lo demolisce - la crepa, in tutti i casi, e'
>foriera di notizie. Il muro compatto comunica poco. Pochi appigli. Con
>una prima crepa, sai gia' dove mettere le mani. La fortezza
>inespugnabile dietro cui si arroccano taluni, noiosa come la morte,
>manca di appigli - necessari per stabilire relazioni...
>
>Chi non si e' ancora accomodato in qualche angolino di questa societa`
>in decomposizione accelerata, ed e` quindi ancora alla ricerca di una
>dimensione piu` esplorativa dell'esistente, fara' meglio a drizzare le
>uege.
>
>L'esistente e' sconfinato, e non basterebbe una vita per esplorarlo
>tutto: per questo abbiamo bisogno di appigli, di una buona mappa - dove
>siano indicati gli angoli pulsanti, perche` tutti sappiamo che non

sara`
>in mezzo alla noia di un deserto relazionale che troveremo il bandolo
>della matassa .
>
>Gli appigli sono quello spazio di condivisione in cui si puo`
>sperimentare una relazione. Essere pronti a cogliere gli appigli

diventa
>una qualita` importante quando ti trovi di fronte a muri impenetrabili.
>
>Ma cogliere gli appigli implica una certa pratica, e liberta`, mentale.
>Intanto occorre guardare al di la' del proprio naso. In seconda

istanza,
>per sperimentarsi insieme occorre disporre del proprio tempo. Inoltre,
>implica avere del coraggio, qualita` assolutamente non richiesta quando
>si rimane in tutto e per tutto all'interno dei meccanismi della

societa`
>ordinaria - esercizi di teoria e prassi della rivoluzione, a parte.
>
>L'iperflusso di informazione che ci turbina intorno porta inoltre i

piu`
>all'immobilismo, a perdere di vista un loro punto di partenza. Tanto
>piu` sono frastornati da notizie e informazioni, tanto piu` si

ritengono
>impegnati e solidali con questo o con quello, e tanto piu` si ritrovano
>sempre allo stesso punto: ad esser maligni, uno potrebbe pensare che in
>fin dei conti, gli va bene cosi... ma non siamo maligni (non e' vero) e
>preferiamo pensare che, nonostante gli anni passino in fretta e nulla

di
>buono sembra profilarsi all'orizzonte, le cose stiano andando per il
>meglio: la crisi che acuisce i conflitti sociali, la val susa dove c'e'
>una valle intera in lotta, ed altre amenita' del genere buone giusto

per
>le litanie della domenica.
>
>Chi non trasmette nessuna scintilla vitale (chiamo cosi' quell'unione
>instabile tra teoria e pratica, amore e odio, passione e razionalita')
>deve essere un morto che cammina... non sta a noi donargli la vita; ma
>son certo che a lungo andare, convivere lungo tempo nelle vicinanze di
>tali mostri sia altresi' nocivo. Occorre disfarsene al piu` presto.
>
>Trovare il proprio punto di partenza, e da li' delineare il proprio
>percorso e' l'unica chiave che puo` permetterci di entrare in relazione
>con gli alri. Prescindendo da questo, si arriva al triste rituale in
>cui, non sapendo che cazzo dirsi, perche` non sai chi hai davanti,
>invece di passare del tempo a conoscersi, trovare ognuno gli appigli
>negli altri, investire delle energie in qualcosa che potra' dare i suoi
>frutti, c'e' sempre chi "spinge l'acceleratore". La macchina non e'
>ancora partita, i pezzi sono ancora smontati ma intanto ti sorbisci un
>primo pippone. Poi un secondo. Si alternano i vari maniaci della

parola,
>fino allo sfinimento.
>
>Basterebbe metterli a tacere, gli "oratori". Ma il silenzio che si
>produce, genera ansie. Ecco li' le prime crepe... nervosismo che
>monta... Stare in silenzio per dieci minuti, ognuno a pensare al
>proprio, di filo logico, magari dopo aver ricevuto un qualche input; e
>solo dopo, parlare.
>
>In caso di gravi intossicazioni, specie croniche, da parlantina

propongo
>che il silenzio sia protratto piu` a lungo possibile. Dopo, supponiamo,
>un'ora di silenzio, la prima cosa che ascolti deve essere sensata se no
>ti girano veramente i coglioni. E di questo se ne accorgera' anche il
>parlatore piu` incallito.
>
>Per comunicare ci vuole un minimo di concentrazione ed attenzione. Per
>informare non e' richiesto nulla.
>
>Se i momenti di socialita` che ancora riusciamo a ritagliarci vengono
>rintuzzati da aggiornamenti sulla situazione X,Y,Z. Resoconto dei

fatti.
>Informazione, informazione e ancora informazione, allora c'e' un grave
>problema. Qualcuno deve aver confuso la propaganda del fatto con il
>fatto della propaganda.
>
>
>_______________________________________________
>Ca_Favale_mlist mailing list
>Ca_Favale_mlist@???
>https://www.autistici.org/mailman/listinfo/ca_favale_mlist
>.
>



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