Re: [inquieto] Ottobre 2011

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Auteur: ca_favale_mlist
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À: ca_favale_mlist
Sujet: Re: [inquieto] Ottobre 2011
speciale questa riflessione notturna. grazie.

nel film "La Belle Verte" di Serreau si parla di un'assemblea di
delegati dei villaggi che si ritrovano a parlare in cima a una montagna.
"dopo che si cammina 2 ore, si è più intelligenti" spiega il ragazzo.
pazzesco come questa pensata non sia un'usanza, per qualsiasi tipo di
confronto.


http://www.youtube.com/watch?v=1OhJFIXKh3Q&feature=share
min 4:35



Il 26.10.2011 23:47 ca_favale_mlist@??? ha scritto:
> Ottobre 2011 -
>
> Nel mentre fervono a caffa i tipici lavori autunnali (ricucire crepe
> decennali, rimettere in tiro archi, chiudere le pecore nella stalla
> la
> sera, sfalciare sotto gli ulivi per prepararsi alla raccolta, fare
> legna
> per l'inverno) non c'e' niente di meglio alla sera che sedersi e
> riflettere. Crepe, muri, appigli. Ognuno di noi costruisce un proprio
> muro, insieme ad altri, o lo demolisce - la crepa, in tutti i casi,
> e'
> foriera di notizie. Il muro compatto comunica poco. Pochi appigli.
> Con
> una prima crepa, sai gia' dove mettere le mani. La fortezza
> inespugnabile dietro cui si arroccano taluni, noiosa come la morte,
> manca di appigli - necessari per stabilire relazioni...
>
> Chi non si e' ancora accomodato in qualche angolino di questa
> societa`
> in decomposizione accelerata, ed e` quindi ancora alla ricerca di una
> dimensione piu` esplorativa dell'esistente, fara' meglio a drizzare
> le
> uege.
>
> L'esistente e' sconfinato, e non basterebbe una vita per esplorarlo
> tutto: per questo abbiamo bisogno di appigli, di una buona mappa -
> dove
> siano indicati gli angoli pulsanti, perche` tutti sappiamo che non
> sara`
> in mezzo alla noia di un deserto relazionale che troveremo il bandolo
> della matassa .
>
> Gli appigli sono quello spazio di condivisione in cui si puo`
> sperimentare una relazione. Essere pronti a cogliere gli appigli
> diventa
> una qualita` importante quando ti trovi di fronte a muri
> impenetrabili.
>
> Ma cogliere gli appigli implica una certa pratica, e liberta`,
> mentale.
> Intanto occorre guardare al di la' del proprio naso. In seconda
> istanza,
> per sperimentarsi insieme occorre disporre del proprio tempo.
> Inoltre,
> implica avere del coraggio, qualita` assolutamente non richiesta
> quando
> si rimane in tutto e per tutto all'interno dei meccanismi della
> societa`
> ordinaria - esercizi di teoria e prassi della rivoluzione, a parte.
>
> L'iperflusso di informazione che ci turbina intorno porta inoltre i
> piu`
> all'immobilismo, a perdere di vista un loro punto di partenza. Tanto
> piu` sono frastornati da notizie e informazioni, tanto piu` si
> ritengono
> impegnati e solidali con questo o con quello, e tanto piu` si
> ritrovano
> sempre allo stesso punto: ad esser maligni, uno potrebbe pensare che
> in
> fin dei conti, gli va bene cosi... ma non siamo maligni (non e' vero)
> e
> preferiamo pensare che, nonostante gli anni passino in fretta e nulla
> di
> buono sembra profilarsi all'orizzonte, le cose stiano andando per il
> meglio: la crisi che acuisce i conflitti sociali, la val susa dove
> c'e'
> una valle intera in lotta, ed altre amenita' del genere buone giusto
> per
> le litanie della domenica.
>
> Chi non trasmette nessuna scintilla vitale (chiamo cosi' quell'unione
> instabile tra teoria e pratica, amore e odio, passione e
> razionalita')
> deve essere un morto che cammina... non sta a noi donargli la vita;
> ma
> son certo che a lungo andare, convivere lungo tempo nelle vicinanze
> di
> tali mostri sia altresi' nocivo. Occorre disfarsene al piu` presto.
>
> Trovare il proprio punto di partenza, e da li' delineare il proprio
> percorso e' l'unica chiave che puo` permetterci di entrare in
> relazione
> con gli alri. Prescindendo da questo, si arriva al triste rituale in
> cui, non sapendo che cazzo dirsi, perche` non sai chi hai davanti,
> invece di passare del tempo a conoscersi, trovare ognuno gli appigli
> negli altri, investire delle energie in qualcosa che potra' dare i
> suoi
> frutti, c'e' sempre chi "spinge l'acceleratore". La macchina non e'
> ancora partita, i pezzi sono ancora smontati ma intanto ti sorbisci
> un
> primo pippone. Poi un secondo. Si alternano i vari maniaci della
> parola,
> fino allo sfinimento.
>
> Basterebbe metterli a tacere, gli "oratori". Ma il silenzio che si
> produce, genera ansie. Ecco li' le prime crepe... nervosismo che
> monta... Stare in silenzio per dieci minuti, ognuno a pensare al
> proprio, di filo logico, magari dopo aver ricevuto un qualche input;
> e
> solo dopo, parlare.
>
> In caso di gravi intossicazioni, specie croniche, da parlantina
> propongo
> che il silenzio sia protratto piu` a lungo possibile. Dopo,
> supponiamo,
> un'ora di silenzio, la prima cosa che ascolti deve essere sensata se
> no
> ti girano veramente i coglioni. E di questo se ne accorgera' anche il
> parlatore piu` incallito.
>
> Per comunicare ci vuole un minimo di concentrazione ed attenzione.
> Per
> informare non e' richiesto nulla.
>
> Se i momenti di socialita` che ancora riusciamo a ritagliarci vengono
> rintuzzati da aggiornamenti sulla situazione X,Y,Z. Resoconto dei
> fatti.
> Informazione, informazione e ancora informazione, allora c'e' un
> grave
> problema. Qualcuno deve aver confuso la propaganda del fatto con il
> fatto della propaganda.
>
>
> _______________________________________________
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