[NuovoLab] A commento di "Morte di un riformatore (?)" Manif…

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Aihe: [NuovoLab] A commento di "Morte di un riformatore (?)" Manifesto 22 ottobre

‎(PUBBLICATO SUL SITO DEL MANIFESTO, 23 ottobre) La progressivamente tetragona univocità del Manifesto sul caso libico è una chiara prova di debolezza:sarebbe una prova di forza se, contemporaneamente alla sottolineatura del punto di vista assunto dalla redazione, si facesse anche informazione, in senso ampio. E, visto che a sinistra vi è una pluralità di posizioni, non si selezionassero le notizie filtrando quelle che fanno comodo e censurando le altre (in questi giorni, ad esempio, è stata pubblicata la dichiarazione di Amnesty International, ma non quella di Human Right Watch circa la decisione assunta a suo tempo dall'ONU di nominare Aisha Ghedddafi ambasciatrice in Libia del "Programma per lo sviluppo"). L'auspicio ragionevole è che non si sovrapponessero, non si intrecciassero in uno stesso pezzo informazioni e commenti, magari surrettizi. E si desse la parola a una pluralità di soggetti, come è sempre stato costume del Manifesto. Senza andare molto lontano, esiste una "emigrazione politica" libica in Italia: perché si invita il compagno comunista Farid Adly al convegno sulle "primavere arabe", ma ci si guarda bene dall'intervistarlo in un frangente come questo? Quello che più mi urta, oserei dire dal punto di vista ideologico, è lo scambio di "amorosi sensi", e cioè la implicita citazione reciproca tra il nostro giornale (un comunismo non dogmatico, ma rinnovato) e le posizioni dell'ex-“Ernesto” (oggi, pomposamente autodefinitosi "Associazione Culturale Marx XXI"), la componente più nostalgica e retriva: un'identità di vedute, un appiattimento sconcertante. Eppure, non molto tempo fa, in un commento ad una lettera, il compagno Valentino Parlato, a proposito del documento congressuale del PdCI, si era lasciato scappare l'affermazione (compromettente!) che in quelle tesi, di comunismo non c'è nulla (cito a senso). Non assistiamo ad una patente contraddizione, non affermiamo forse in una pagina quello che neghiamo in un'altra/altre? E poi ci lamentiamo che perdiamo copie? Come si dice dalle mie parti liguri, si perde dalla botte e dalla "spina".

giacomo casarinostoricogenovacontatto skype: gcasarino