Io sono del parere che dovrebbero fare ugualmente il loro corteo
Norma
Il 19/10/2011 14.11, ugo ha scritto:
| Loris Campetti
Vietato vietare
In tempi forse peggiori di questo, quando nei cortei si
sparava, la parte migliore della sinistra aveva risposto
in piazza con una parola d'ordine forte e chiara: la
democrazia si difende con la democrazia. Questo era anche
il titolo del manifesto il giorno del rapimento di Aldo
Moro, ma questo soprattutto gridavano in quello stesso
giorno gli operai di Mirafiori, in piazza San Carlo a
Torino. E nel '77, un anno certo non facile per chi
rifiutava drasticamente l'equazione conflitto uguale
terrorismo, la Fiom manifestava in piazza per i diritti
dei lavoratori e in difesa della democrazia. Una delle più
liberticide leggi della storia repubblicana, la legge
Reale, marciava nella direzione opposta e in nome della
difesa dell'ordine pubblico restringeva le libertà,
criminalizzava singoli e movimenti, provocava negli anni
una strage con centinaia di morti e feriti. Oggi che
quegli anni sono per fortuna alle nostre spalle, anche
grazie alla difesa della democrazia e del conflitto
sociale garantita da forze come la Fiom, spuntano
neo-nostalgici di quella legge sciagurata persino tra chi
si vuole in prima fila nella lotta contro Berlusconi.
Vietare il corteo di venerdì indetto dalla Fiom nel giorno
dello sciopero generale della Fiat e della Fincantieri è
un attentato alla democrazia, un atto suicida di chi non
ha imparato nulla dalle centinaia di migliaia di
manifestanti pacifici che sabato hanno invaso Roma; nulla
della domanda di cambiamento democratico per liberarsi di
un regime globale autoritario e classista alla cui cupola
si sono autoinsediati organismi finanziari privi di
qualsivoglia delega democratica. Quella manifestazione
chiedeva più politica, e non è accettabile che la risposta
sia solo repressiva contro tutti quelli che non sono
disposti a mettersi in riga. Non è ai responsabili dei
gravi disordini di sabato che si punta ma al cuore del
movimento democratico. La Fiom, come il 99 per cento delle
persone scese in piazza a Roma, non ha bisogno di
dimostrare la sua estraneità alla violenza: fin troppe
immagini oltre alla storia di questi anni ne sono
testimoni. Gli operai che pretendono di esercitare i loro
diritti, difendere il lavoro e riconquistare il contratto
nazionale manifestando a Roma il giorno dello sciopero
generale Fiat sono figli e nipoti di chi ha già salvato
questo paese e l'ha fatto crescere nella democrazia. Sono
i figli e i nipoti di quei carrozzieri, meccanici,
verniciatori, lastratori che nel '72 erano scesi in treno
da Torino e Milano tra le bombe fasciste disseminate lungo
i binari per liberare Reggio Calabria dai boia chi molla.
Gli operai metalmeccanici, come gli studenti e coloro che
si spendono generosamente per costruire un ordine sociale
più giusto, dunque un nuovo modello socialmente ed
ecologicamente compatibile, non sono una minaccia alla
democrazia e all'ordine ma ne rappresentano il presidio.
Ragioni politiche e senso di responsabilità chiedono che
quel divieto venga ritirato.
fonte "il manifesto" 19/10/2011
Ugo Beiso
Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la
forza B. Pascal
[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]
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