[autorgstudbo] TimeOut Bologna: Comunicato stampa - Oltre il…

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著者: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
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To: autorgstudbo
題目: [autorgstudbo] TimeOut Bologna: Comunicato stampa - Oltre il 15 ottobre
*Comunicato stampa: Oltre il 15 ottobre*

Il 15 ottobre ha visto scendere in piazza migliaia di persone in tutto
il mondo, *per un totale di 962 città*, per manifestare *contro il
sistema economico e politico attuale*. La proposta era nata nelle
acampadas spagnole con lo slogan *"Non ci rappresenta nessuno"*. E' con
questo spirito che siamo scesi a Roma il 15 ottobre.


Abbiamo scelto di partecipare allo spezzone indipendente dello Sciopero
Precario perché solo lì il tema dell'irrappresentabilità politica dei
movimenti avrebbe avuto legittimità piena e solo lì avremmo potuto
portare avanti le nostre tematiche. E lo abbiamo fatto: la *Santa
Insolvenza* (con la quale abbiamo animato la giornata del 12 ottobre a
Bologna nell'iniziativa di #occupiamobancaditalia) era lì con noi; nei
nostri slogan c'era la voglia di costruire un percorso che ponesse *le
questioni del diritto al reddito e di un nuovo welfare*; nei cartelli,
nei cori che cantavamo c'era *la voglia di non pagare un debito* che non
siamo stati noi a contrarre.


Abbiamo portato con noi la voce di tanti* accomunat* da una condizione
di vita schiacciata dal peso della precarietà e dalla mancanza di
prospettive : student* medi, universitar*, precar*, tutt* insieme, in
testa allo spezzone, dietro allo striscione rosa firmato *TimeOut* con
scritto *"Santa Insolvenza, liberaci dal debito - Sciopero precario
subito"* e a quello *Putalesboneratransfemministaqueer* che ha costruito
agibilità politica *per i corpi e desideri di gay, lesbiche, trans,
femministe, prostitute*.


Siamo stati parte attiva del corteo di sabato: abbiamo calato da un
albergo di lusso uno striscione con scritto *"Addomesticat@? No,
ribelli"*; abbiamo occupato simbolicamente i *fori imperiali* con lo
striscione *"Whose the History? Our History"* e altre mille persone lo
hanno fatto con noi. 


Oltre che da noi, quello spezzone è stato
attraversato da più di ventimila persone. Ma le cronache di questi
giorni hanno abbondantemente eliminato il piano tematico della
manifestazione e le sue rivendicazioni politiche. Tutto ciò è stato
messo in secondo piano da quanto avvenuto lungo il corteo.

Ma su questo vogliamo essere molto onesti:*il corteo è stato da subito
un corteo blindato, deciso dalla questura di Roma e accettato da parte
del Coordinamento 15 ottobre*. Evitare che qualunque pratica di dissenso
(anche la più pacifica) potesse trovare la sua espressione è stato uno
degli errori più gravi verso quella giornata.
Qualunque obiettivo è
stato reso impraticabile, tutto è stato fatto in modo che una qualsiasi
deviazione, anche lontano dai "palazzi del potere", venisse impedita a
priori. E aggiungiamo a chiare lettere che a noi di quei palazzi
interessa poco, non li riteniamo i centri del vero potere, come abbiamo
esplicitato nelle azioni del 12 ottobre a Bankitalia e nell'Ufficio
Pignoramenti. *Dire "Non ci rappresenta nessuno" vuol dire anche che
quei palazzi, per noi, sono pieni solo di marionette.
*

Ma questo non basta, il movimento, l'intero movimento, in tutte le sue
componenti, non è riuscito a incanalare quella rabbia che sempre di più
contraddistingue le giovani generazioni. Una rabbia cresciuta in questi
anni di fronte allo spettacolo indegno della politica e della finanza
contro il quale si sono infrante, inascoltate e represse, le prese di
parola di intere generazioni, dalle rivendicazioni studentesche, a
quelle dei lavoratori e dei migranti.

Respingiamo con forza le criminalizzazioni nei confronti dello spezzone
indipendente dello Sciopero Precario e di sue componenti, che da sempre
agisce alla luce del sole, con discorsi e pratiche anche conflittuali,
sempre rivolte ad un piano pubblico. Allo stesso modo siamo*vicini e
solidali a chi proprio in queste ore è stato denunciato per
#occupiamobancaditalia e per il blitz all'Unep*, il 12 ottobre a
Bologna. Dopo cariche violente e insensate, arrivano oggi accuse pesanti
(perfino rapina) per un'azione simbolica che ha dato corpo ad una
rivendicazione del diritto all'insolvenza che è forte, generalizzata e
diffusa: non saranno le intimidazioni giudiziarie a spaventare i precari
e le famiglie che nè possono nè vogliono pagare un debito contratto da
altri.
Quanto accaduto in piazza San Giovanni ha come *primi responsabili i
gestori dell'ordine pubblico che hanno fatto irruzione in una piazza
autorizzata con blindati, caroselli e lacrimogeni*. Questo atto di
aggressione non poteva che trovare una determinata e spontanea reazione
da parte delle migliaia di manifestanti presenti, che hanno difeso per
ore il proprio diritto a manifestare.

Riteniamo raccapriccianti le misure che proprio in queste misure il
Governo, col beneplacito dell'opposizione, sta prendendo in
considerazione: *le dichiarazioni di Di Pietro sulla legge Reale sono
pericolose quanto le prese di posizione del Ministro Maroni*. Riteniamo
indegno che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, proibisca per un mese
le manifestazioni. E' proprio a partire da simili deliri di
giustizialismo e di repressione che la rabbia che abbiamo visto nella
giornata del 15 cresce e si alimenta.

*Allo stesso modo riteniamo quanto mai pericoloso il fenomeno della
delazione *che in queste ore sta prendendo piede nei social network: se
non cerchiamo di comprendere quanto è successo, se ci limitiamo alle
accuse e alle prese di distanza, la complessità che in quella piazza si
è data rimarrà priva di un quanto mai necessario tentativo di analisi,
così come le sue e nostre rivendicazioni ancora una volta taciute.

Perché il problema dopo la giornata di Roma è proprio quello di
riannodare i fili, partendo dallo straordinario dato di partecipazione
che ha contraddistinto la giornata romana e dalla contraddizoni che ha
fatto emergere. *Ricostruire delle proteste che siano comuni a partire
da una voglia di cambiamento radicale*. Non si parte da zero, ma da
tutte quelle questioni che in europa e nel mondo riempiono le piazze da
mesi: la lotta contro l'austerity, il nodo della precarietà, il diritto
all'insolvenza, e il problema di come si costruiscono nuove pratiche di
piazza che siano inclusive e che coinvolgano un numero sempre maggiore
di persone. 
Non sono temi facili e la giornata del 15 ne è una
dimostrazione.

*Abbiamo deciso di parlarne, prima di tutto con le persone che sono
venute con noi a Roma ma anche con la città*. Inviteremo scrittori ed
intellettuali, ma vorremmo dare la priorità a chi avrà voglia di parlare
di quanto è successo e a chi vorrà confrontarsi con noi per capire come
continuare a fare politica,*opporre un vero protagonismo sociale alle
politiche di austerity e costruire insieme a tante e tanti lo sciopero
precario.
*

Vi aspettiamo venerdì 21 ottobre alle ore 21, a Bartleby, via san
Petronio Vecchio 30\a

TimeOut Bologna
(Bartleby, Vag61, Collettivo Utòpia, Antagonismogay, Laboratorio
Smaschieramenti)