COMUNICATO EQUIVITA
18/10/2011
UN IMMENSO EQUIVOCO
In seguito ai commenti letti sulla manifestazione di ³Fermare Greenhill²
dello scorso fine settimana, il Comitato Scientifico EQUIVITA tiene,
esprimendo il suo pieno appoggio all¹iniziativa degli attivisti, ad
aggiungere quanto segue:
Un immenso equivoco, sovente interessato, ci illustra il dibattito sulla
sperimentazione animale (o vivisezione), solo quale problema etico,
mettendoci nell¹apparente necessità di scegliere tra la difesa dei diritti
degli animali e quella della ricerca scientifica. Il polverone che viene
sollevato tiene sempre nascosta una questione fondamentale (che sta a cuore
a tutte le parti in causa, perché riguarda la salute umana): hanno un valore
scientifico i test fatti sugli animali (che al 75% riguardano la tossicità
delle sostanze)?
La maggioranza degli scienziati indipendenti oggi dichiara ³no².
Già nel 2007 il NRC, Consiglio Nazionale delle Ricerche US, esprimeva la
necessità di un cambiamento radicale nelle prove di tossicità che dovevano
³essere trasferite dall¹animale alle cellule in vitro, per garantire
maggiore scientificità nella valutazione degli effetti delle sostanze
chimiche sulla salute e l¹ambiente² (e i maggiori Enti di controllo US hanno
accolto tale indicazione firmando un accordo nel corso del Congresso annuale
dell¹AAAS (Associazione Americana per l¹Avanzamento delle Scienze),)
Successivamente ³Nature², tra i molti articoli di sostegno al nuovo
paradigma, riportava il 10/11/05, in un editoriale: ³Gli scienziati
dell¹ECVAM, Centro Europeo per la Validazione dei Metodi Alternativi,
sostengono che i test su animali sono altamente inaffidabili, che i metodi
sostitutivi miglioreranno le valutazione di tossicità e che è d¹obbligo
mettere in evidenza la maggiore predittività dei nuovi metodi².
Mentre Jeremy Rifkin scriveva su ³l¹Espresso² il 15/11/07 ³da anni le
associazioni antivivisezioniste vengono schernite da enti scientifici e
lobby industriali, ma ora l¹establishment è arrivato alla stessa
conclusione: le prove di tossicità fatte sugli animali sono scienza di
cattiva qualità e dalla loro sostituzione dipende la salvezza di molte vite
umane².
Dopo molte altre prese di posizione sulla stessa emergenza, l¹ultima
conferma ufficiale risale a pochi mesi fa: é la lettera aperta di numerosi
scienziati inglesi pubblicata su Lancet (6/2011) e indirizzata al primo
ministro Andrew Lansley. In essa si avverte l¹apprensione per i numerosi
decessi dovuti alle reazioni avverse ai farmaci. Questi sono in parte
causati, secondo gli scienziati, dalla sperimentazione animale che precede
la loro commercializzazione.
Lo scienziato Tony Dexter, che gestisce un laboratorio di ricerca nel
Cheshire ed è uno dei firmatari, ha dichiarato: "Un problema fondamentale è
che un topo non è un essere umano. I topi sono diversi nella taglia, nel
metabolismo, nella dieta alimentare, quindi l'uso di animali per predire gli
effetti sugli esseri umani è difficile. Il cinquanta per cento dei composti
che si dimostrano innocui nei ratti danno prova di non essere innocui negli
esseri umani, quindi è davvero come fare il lancio di una moneta".
Gli esperti chiedono esperimenti basati sulla risposta cellulare umana ai
farmaci che si intendono commercializzare; dunque uno spostamento verso un
nuovo paradigma scientifico che tenga conto dell¹inaffidabilità della
sperimentazione animale.
Centoquarantotto membri del Parlamento inglese hanno firmato una mozione di
supporto a tale proposta.
Proseguire oggi con le prove su animali, in un momento in cui le nuove
conquiste scientifiche ci consentono valutazioni di gran lunga più
affidabili, più complete e più rapide (nonché più economiche) di quelle
fornite dagli animali, significa sperperare risorse economiche, causare
sofferenze inutili e essere causa di un ritardo irrecuperabile nella ricerca
scientifica.
Per informazioni: Comitato Scientifico EQUIVITA (ITALIA)
Tel. + 39.06.3220720, +
39.335.8444949 -
E-mail: equivita@???
www.equivita.org