MARTEDÌ 25 OTTOBRE 2011 ORE 17.00 - 19.00 SALA SANT'AGOSTINO, piazza Sarzano 35
Elezioni 2012 ALTERMONDIALISMO: un possibile progetto per il governo della città?
Sono passati appena tre mesi dall’esaltante decennale del G8, quando decine di associazioni e migliaia di persone hanno manifestato, discusso, elaborato, preparato l’Altro Mondo Possibile.
Un’esperienza che si è realizzata attraverso il lavoro in rete, rifiutando il settarismo, e con la collaborazione tra soggetti diversi, senza annullare le differenze, anzi valorizzandole come una ricchezza.
Si è ancora una volta manifestata in maniera chiara una visione alternativa alla globalizzazione neoliberista, fondata sul ripudio della violenza del capitalismo, su stili di vita differenti, su nuovi modelli economici basati sull’autoproduzione, sulla cooperazione e sulla sobrietà, senza sfruttamento di persone, territorio e ambiente. Ciò, con la piena consapevolezza che non si può prescindere da una critica all’attuale modello economico mondiale basato sulla crescita indefinita e dall’assunzione del concetto di limite, pena il dilagare dell’ineguaglianza sociale e del degrado ambientale.
La “politica” si sta preparando alle elezioni amministrative del prossimo maggio.
Non ci pare di cogliere un dibattito serio sui contenuti, quasi che, una volta assunto passivamente un "programma unico" (crescita, infrastrutture: fare, fare, fare…) si debba definire solo il gruppo di potere che gestirà la crisi della città.
Ci sembra che manchi completamente una “visione” per il futuro di Genova di fronte alle vere sfide dei prossimi anni.
Pochi osano mettere in discussione il ruolo di Genova dentro la globalizzazione neoliberista, in cui le produzioni sono delocalizzate là dove è maggiormente possibile sfruttare persone e ambiente mentre alla nostra città rimane solo la funzione di piattaforma logistica, terminale di uno o più corridoi dove far “correre” le merci.
Al massimo, ci si propone di rendere “sostenibili” (ma è veramente possibile ?) la città-porto e le grandi infrastrutture che dovrebbero servirla (Gronda, Terzo Valico).
Per quanto poi riguarda il tessuto industriale della città, per lo più ci si limita a cercare di difendere le produzioni esistenti, costi quel che costi, dichiarandosi anche disposti a produrre qualunque cosa, dal militare alle carceri, agli inceneritori.
Come altermondialisti, abbiamo qualcosa da dire su tutto ciò ?
Possiamo accettare progetti di sviluppo del porto che prevedono la realizzazione di ulteriori riempimenti che aumentino la capacità di stoccaggio di contenitori oltre i 4 milioni di TEU ?
Riteniamo, in ogni caso, auspicabile che per la nostra città transitino milioni di contenitori, occupando aree che potrebbero essere invece impiegate, in gran parte, per nuove attività produttive a ben più alto coefficiente occupazionale ?
Possiamo restare indifferenti al fatto che una città ridotta a mero nodo di transito delle merci globalizzate non fa che perpetuare la condizione di quelle stesse popolazioni del Sud del mondo con cui solidarizziamo e per le quali auspichiamo un radicale cambiamento delle economie, oggi basate (criminalmente) solo sulle esportazioni controllate dalle multinazionali ?
Abbiamo proposte di lavoro compatibili con i diritti della Madre Terra e la vivibilità dei nostri quartieri ?
Come prepararci a un pianeta dove il consumo di combustibili fossili è destinato ineluttabilmente a diminuire?
Continueremo a difendere le aziende a rischio e quelle militari o, già da ora, vogliamo lavorare per proporre alternative industriali credibili?
Pensiamo che sia assolutamente necessario rispondere a queste domande e delineare un progetto di governo della città realmente alternativo al “pensiero unico”.
Per questo ci interessa ritessere una rete affinché lo "Spirito di Genova" non risulti del tutto marginale anche in vista delle prossime elezioni amministrative.
Saremmo contenti se ne parlassimo insieme.
sinistraeuropeage@???
http:// versose.altervista.org/