Autore: laura picchi Data: To: m.ciancarella, info, marisa.pareto, elena gaetti, alessio ciacci, giulio sensi, roberto sensi, salah chfouka, forumlucca, lucca, lucca, lista123lm, la gurfata Nuovi argomenti: [Forumlucca] Caso Marcucci e Lorenzini: aggiornamento di oggi 14
ottobre 2011 Oggetto: [Forumlucca] Strage di piazza della Loggia: l'appello al via il 14
febbraio (fonte bresciaoggi.it)
Noi faremo informazione con il Presidio Associazione Rita Atria Marcucci e Lorenzini anche sull'appello quando inizierà. Grazie per l'attenzione. laura picchi
Strage di piazza della Loggia:
l'appello al via il 14 febbraio
GIUSTIZIA. I ricorsi contro la sentenza del 16
novembre scorso saranno davanti ai giudici tra poco più di quattro mesi.
In primo grado Zorzi, Maggi, Tramonte, Rauti e Delfino assolti con
formula dubitativa, dopo un processo durato due anni
27/09/2011
La lettura della sentenza all'ultimo processo per la strage di piazza Loggia: è il 16 novembre 2010
Brescia. La strage di piazza Loggia, l'esplosione che il
28 maggio del 1974 provocò otto morti e più di 100 feriti, 38 anni dopo
ritorna in un'aula di tribunale. L' appuntamento con il processo
d'appello è per martedì 14 febbraio 2012 e sarebbero almeno dieci le
udienze previste.
IL PROCESSO di primo grado, conclusosi il 16
novembre scorso, si è protratto per due anni ed era stato originato da
un' inchiesta avviata nel 1993. A giudizio vennero rinviati: Delfo
Zorzi, Francesco Delfino, Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi, Pino
Rauti e Gianni Maifredi. Quest'ultimo, malato da tempo, morì durante il
processo. In primo grado i cinque imputati sono stati assolti con la
formula dubitativa. L'accusa in quattro casi aveva chiesto l'ergastolo,
per Rauti, l'assoluzione. A quest'ultima richiesta si erano associati
solo alcuni degli avvocati di parte civile. Contro le assoluzioni è
stato presentato ricorso tanto dalle parti civili quanto dalla Procura
di Brescia. E proprio con riferimento al processo di secondo grado
sembra che la Procura intenda chiedere un'integrazione dibattimentale.
IL
PROCURATORE capo di Cremona, Roberto di Martino, che quando era a
Brescia, con il collega Francesco Piantoni ha condotto l'inchiesta si
limita a dire: «Mi auguro ci siano gli spazi per una riforma della
sentenza di primo grado». Nonostante il nuovo incarico a Cremona, Di
Martino ha preso parte al processo davanti alla Corte d'assise del
Tribunale di Brescia. Per quanto riguarda l'appello, pur non essendovi
al momento un atto formale, sembra possibile che Piantoni e Di Martino
possano essere applicati e rappresentare anche in quella sede l'accusa.
Questo potrebbe essere più semplice per Piantoni, mentre il procuratore
capo di Martino, dovrà prendere in considerazione gli impegni cremonesi
che, dall'estate scorsa, sono notevolmente aumentati per la nota vicenda
del calcioscommesse che ha portato ad arresti e denunce. Per contro
l'impegno davanti alla Corte d'Assise d'Appello, sarebbe infinitamente
più circoscritto nel tempo rispetto al processo in Tribunale.
Rimane
il fatto che proprio la mole di atti prodotti dall'inchiesta e portati
in dibattimento, richiederebbe un lasso temporale lunghissimo per un
magistrato che dovesse occuparsene ex novo. E agli atti pregressi
andrebbe aggiunta, se richiesta e accolta, l'integrazione
dibattimentale. La richiesta di poter rappresentare l'accusa anche in
secondo grado era stata inserita da Piantoni e Di Martino negli atti con
cui si chiedeva un ulteriore giudizio.
Nella richiesta d'appello,
depositata nel marzo scorso, i due magistrati avevano criticato
pesantemente la sentenza di primo grado.
AVEVANO espressamente
parlato di «un enorme passo indietro rispetto alle precedenti sentenze».
E ancora: «La sentenza conclude estendendo una sostanziale
insufficienza di prove, di sapore "pilatesco" a cinque imputati la cui
posizione è enormemente diversa sotto il profilo probatorio, con un
giudizio che tutto livella nel nulla, che per la prima volta a nulla
conduce neanche sotto un piano storico, non fornendo la benchè minima
indicazione su ipotesi di responsabilità».
Il 14 febbraio, quindi,
salvo colpi di scena, si tornerà a parlare in un'aula giudiziaria della
bomba collocata in un cestino della spazzatura nelle ore antecedenti una
manifestazione sindacale. Era il 28 maggio 1974 e da allora non è mai
stato individuato alcun responsabile dell'eccidio.
Sempre secondo
quanto riportato nel ricorso in appello, per i due pm, nel corso del
processo è stato dimostrato che la strage è stata organizzata da Ordine
Nuovo con la collaborazione dei servizi segreti deviati.
Secondo la
Corte le prove a carico degli imputati non erano però sufficienti ed
erano da considerare del tutto inattendibili i collaboratori di
giustizia.
Per le parti civili, secondo quanto dichiarato
nell'incontro con la stampa tenutosi all'indomani dell'assoluzione,
proprio la formula dubitativa consentiva di non ritenere la sentenza una
sconfitta completa.
MA ANCHE il processo d'appello dovrà fare i
conti con un elemento che in primo grado ha presentato un conto pesante:
il tempo, i 38 anni anni trascorsi da quella strage che spezzò vite,
affetti e amori e che tornerà in aula proprio nel giorno dedicato ad
essi.