[NuovoLab] Lettera aperta a Napolitano nella 489° ora in sil…

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著者: norma
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To: forumgenova@inventati.org, controg8
題目: [NuovoLab] Lettera aperta a Napolitano nella 489° ora in silenzio per la pace







Rete controg8
        per la globalizzazione dei diritti


        Durante la 489° ora in silenzio, che si terrà mercoledì 12
        ottobre dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
        Genova, verrà distribuita la lettera aperta che segue, destinata
        al presidente della repubblica Napolitano, che sarà a Genova il
        giorno seguente.

Invitiamo tutti/e coloro che ne condividono il contenuto a
          fare il possibile per partecipare; e gli organi di stampa a
          volerla pubblicare.

        Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org


        LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO, CHE
        SARÀ A GENOVA IL 13 OTTOBRE.



        NO, SIGNOR PRESIDENTE!


        Non sono poche nel nostro paese le persone che vedono in Lei il
        supremo difensore della legalità e della costituzione in
        presenza di Berlusconi e del berlusconismo.

        Ma noi deploriamo che Lei non abbia imposto, come sarebbe stato
        suo dovere, il rispetto dell’art. 11 della Costituzione; e che
        si sia assunto con questo una responsabilità estremamente grave.


        ART. 11: L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA COME STRUMENTO DI OFFESA
        ALLA LIBERTÀ DEGLI ALTRI POPOLI E COME MEZZO DI RISOLUZIONE
        DELLE CONTROVERSIE INTERNAZIONALI; CONSENTE, IN CONDIZIONI DI
        PARITÀ CON GLI ALTRI STATI, ALLE LIMITAZIONI DI SOVRANITÀ
        NECESSARIE AD UN ORDINAMENTO CHE ASSICURI LA PACE E LA GIUSTIZIA
        FRA LE NAZIONI; PROMUOVE E FAVORISCE LE ORGANIZZAZIONI
        INTERNAZIONALI RIVOLTE A TALE SCOPO.


        L’art. 11 è uno dei più solenni della costituzione italiana; è
        l’unico, dopo il primo, che nomina l’ “Italia”. Non il governo,
        non il popolo, non il Presidente: è l’Italia intera , nelle
        parole scelte e soppesate dai costituenti che “ripudia” la
        guerra. Non hanno scritto rifiuta, denigra o

        disapprova. Hanno scelto una parola di grande fermezza,
        inequivocabile, come “ripudia”. 


        Come può Lei sostenere che la partecipazione italiana alla
        guerra in Afghanistan ed ai bombardamenti della Libia non
        vìolino l’art. 11 della Costituzione?


        Non ci faccia il torto di richiamare, come molti fanno, la
        seconda parte dello stesso articolo quale giustificazione. Esso
        “consente” limitazioni di sovranità, non bombardamenti. E non
        pone come condizione per poterli effettuare il voto dell’ONU, o,
        peggio, i diktat della NATO. E

        il trattato NATO impone di partecipare alla difesa di uno degli
        stati membri che venisse assalito.


        Chi ha assalito chi?


        Che la coalizione internazionale fosse andata in Afghanistan per
        cercare Bin Laden non lo credette dieci anni fa nessuna persona
        di buon senso. Ma oggi, dopo che Bin Laden è stato linciato in
        Pakistan (in Pakistan, Presidente, non in Afghanistan) che ci
        stanno ancora a fare all’estero i soldati italiani?


        E Gheddafi? Che fosse un assassino e che violasse i diritti
        umani si sapeva anche quando gli è stato consentito di piantare
        le tende a Villa Borghese. Ma è compito del nostro paese
        bombardare tutti coloro che sostengono un governo che vìola i
        diritti umani? Quando toccherà allora alla Siria, all’Arabia
        Saudita, alla Cina, ad Israele?


        Ci rattrista profondamente vederLa accogliere le bare dei caduti
        italiani, mandati da un voto dissennato del parlamento italiano
        ad uccidere e a morire. Abbiamo scritto più volte che la nostra
        pietà va a tutti i caduti di tutte le guerre, indipendentemente
        dalla loro nazionalità. Ma per primi i più innocenti, ed i più
        numerosi: i civili inermi. Indipendentemente dalla loro
        nazionalità.


         E la nostra tristezza diventa indignazione quando pensiamo che
        Lei, che accoglie quelle bare, è il capo supremo delle forze
        armate, e contemporaneamente il supremo garante della
        Costituzione.


E QUINDI SAREBBE SUO POTERE, E SUO DOVERE, IMPEDIRE LA
          PARTECIPAZIONE ITALIANA A QUELLE STRAGI.