molti degli scambi di opinione che seguo sulla lista mi ricordano , all'inverso, il motivo per cui mi sono allontanata dalla casa internazionale delle donne e dal femminismo separatista già a fine anni '70. Si sosteneva appunto che poichè la guerra, pur aborrendola, era una pratica maschile non poteva riguardare la pratica delle donne, le donne dovevano pensare ed alaborare altro per se. Cosa giusta nel senso che non puoi usare le poche energie per manifestare per la pace quando hai gli stupri in casa. Ma a parte il fatto che ogni guerra vede le donne ancora più villipese che nei tempi di pace, se non si contrasta quella che è la più arrogante e disumana manifestazione del potere patriarcale storicamente giustificata nei secoli, si sminuisce l'obiettivo: la liberazione dalla violenza. Ecco , non è che noi mettendoci a strombazzare pace in questo moomento non vediamo i problemi del paese ma anzi lo dobbiamo urlare che un 'economia di guerra non può essere una democrazia vincente, perchè questa continua emorragia di denaro che privilegia l'industria bellica a discapito di quella civile crea un non rientro delle spese. Al di là delle posizione umanitarie , la guerra economicamente NON FUNZIONA. E' questo che dobbiamo dire sempre forte e chiaro, non dobbiamo aspettare un bombardamento di sirte ,ma sembra che ci mobilitiamo solo nelle emergenze umanitarie, da cui le contrapposizioni 'sarebbe meglio '..''no è più opportuno'..'adesso c'è il problema dei tagli...della disoccupazione'...A proposito , sabato c'è una manifestazione (artistiper) sul ponte della musica ( davanti auditorium -roma) affinchè diventi ponte della pace, penso che una partecipazione con cifre reali che i massmedia non passano sia da esserci, io ci sarò, paci, pilar