L'associazione SempreVerde -Pro Natura Latina torna a proporvi un nuovo
appuntamento con la natura, nel bellissimo comprensorio dei Monti Ernici:
DOMENICA 9 ottobre 2011
*ESCURSIONE MONTE LA MONNA*
Monte La Monna (1952 m. s.l.m.) partenza dalla Certosa di Trisulti (915
m. s.l.m.) (comune di Collepardo -FR-)
http://www.collepardo.it
Partenza: Certosa di Trisulti 835m.
Dislivello: 1130 m
Sentiero C.A.I nr.8 itinerario segnato rosso-giallo-rosso e bianco-rosso
Carta IGM 151 II NE Vico nel Lazio
Carta CAI Sentieri dei Monti Ernici
Tempo di salita circa 3.5 ore
Tempo di ritorno 3 ore circa
Difficoltà: Media E
http://www.ilmeteo.it/meteo/Collepardo
http://www.montiernici.it/Monna/cartina%20monna.htm
*_APPUNTAMENTI:_*
DOMENICA 9 ottobre 2011
Latina: ore 7:45 parcheggio in Via Pio VI, angolo
Via Cattaneo (ex autolinee)
PARTENZA ORE 8.00
per eventuali altri appuntamenti telefonare alle persone di riferimento
*Contatti:*
Roberto
magalumaca@??? <
mailto:magalumaca@inventati.org>
346 7559147
_E' richiesta la comunicazione della partecipazione (lasciando un
recapito telefonico) in modo da porter essere avvisati per eventuali
cambiamenti di programma dell'ultimora._
Non sono richieste quote di partecipazione anche se dai non soci è
gradita l'iscrizione all'associazione (EURO 10) o un piccolo contributo
All'inizio dell'escursione sarà richiesta a tutti i partecipanti la
sottoscrizione di una "*Dichiarazione liberatoria nei confronti
dell'Associazione Sempreverde".*
*_Come arrivare alla Certosa di Trisulti_*:
Da Frosinone: (Km: 27) S.S nr.155 per Fiuggi - bivio per Collepardo -
Certosa di Trisulti;
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**
*_L'ESCURSIONE_**:*
La fontanella della Certosa è l'unica fonte di tutto il tragitto, si
consigliail riempimento delle borracce!
Il sentiero numero 8, ben evidente e contraddistinto da segnaletica
C.A.I. rosso-giallo-rosso, ha inizio circa 50 metri a sinistra dopo la
suggestiva Abbazia di Trisulti Attraversata una piccola abetaia ed una
strada
bianca, a 12 minuti ca. dalla partenzail sentiero svolta decisamente a
destra fino ad unirsi al sentiero nr. 6 originario dalle vicine
Cappellette di Trisulti. Soprattutto nel periodo tarda primavera -
estate, in questa zona, non è raro avvistare le spericolate acrobazie
degli scoiattoli tra i rami degli alberi o ascoltare il tambureggiare
ritmato del Picchio Rosso Maggiore alla ricerca di cibo.A 30 min. ca.
dalla Certosa siamo già a Vado di Porca splendido balcone sulla
sottostante Abbazia di Trisulti. E' il taglio di uno sperone di
rocciaper consentire il passaggio di una strada anticache collegava il
bacino del fiume Cosa al bacino del fiumeLiri. Il sentiero entra in
piano nella Valle di Porca lascia a destra i segnavia per la Valle
dell'Inferno e sale per scavalcare il crinale che scende verso est dalla
Rotonaria.Poi riprende a salire rapidamente nel fitto bosco,piega a
destra e riprende a salire nella stupenda faggeta del Barca, si
raggiunge l'erbosa Sella Faito (1665m) dalla quale si può rggiungere la
vicina (30 minuti circa )Rotonaria(1750m). Lasciata a sinistra la
traccia per la Rotonaria si continua tra grandi e secolari faggi si
rientra nel bosco e si sale a mezza costa nel ripido versante
meridionale del Monte Fanfili. Ci si tiene sulla sinistra ad un bivio si
superano gli ultimi faggi e si sale alla sella (1888 m) tra le due
vette,verso sinistra un'ampia sella ghiaiosa porta alla Monna (1952 m)
sulla spicca una croce metallica.
L'escursione è nel gruppo dei monti Ernici, passeggiata bella e
mediamente impegnativa per il dislivello e la lunghezza del percorso.
Si arriva al paese di Collepardo e si prosegue per la certosa di
Trisulti (si consiglia la visita).
Il monte Monna è una delle cime maggiori dei Monti Ernici, toccando alla
sua sommità i 1952 metri. Detto comunemente "la Monna", il suo nome
deriva probabilmente dal fatto che la sommità si presenta priva di
vegetazione: in dialetto locale si fa riferimento alla sbucciatura della
frutta, che si dice appunto "monnata". Da questa cima si domina tutta la
Ciociaria propriamente detta, ed in particolar modo il territorio di
Alatri subito alle sue falde.
*Collepardo, la Certosa di Trisulti:*
Nel territorio di Collepardo, comune insignito dal Touring Club Italiano
del marchio di qualità "Bandiera Arancione", sorge, a circa 800 m.
d'altezza, sotto la cresta rocciosa del monte Rotonaria, tra il verde
dei boschi che la circondano, la Certosa di Trisulti, splendido esempio
di architettura religiosa in montagna. Le sue origini risalgono all'anno
Mille, quando S. Domenico da Foligno, monaco benedettino, fondò in
questo posto di selvaggia bellezza e solitudine, già luogo di
eremitaggi, come ci testimonia la vicina mistica grotta della Madonna
delle Cese, incavata nella montagna e costruita sotto un'alta rupe, un
monastero dedicato a S. Benedetto. Per volere del papa anagnino
Innocenzo III, nel 1204 l'abbazia e i beni passarono ai Certosini, che
curarono la costruzione di un nuovo monastero più conforme alla loro
vita e regola monastica. Il cenobio è un complesso organico di edifici,
viali e giardini in un breve piazzale che si affaccia su una voragine
boscosa. Su questo piazzale troviamo l'antica Foresteria in stile
romanico-gotico, detta "Palazzo di Innocenzo III", che infatti qui amava
soggiornare, ed è oggi sede dell'importante biblioteca che vanta oltre
36.000 volumi. Di fronte sorge la chiesa abbaziale dedicata a S.
Bartolomeo. Rimaneggiata nel corso dei secoli, è di stile settecentesco,
con facciata neoclassica. L'interno ad una navata è divisa da
un'iconostasi in due parti, quella dei conversi e quella dei Padri,
secondo la peculiare caratteristica della chiesa certosina; in ambedue
notevoli sono i cori in legno. Alle pareti si possono ammirare i dipinti
di Filippo Balbi, mentre la volta a botte è decorata con affreschi di
Giuseppe Caci. Mirabili sono i due chiostri. Il più piccolo racchiude il
cimitero certosino, a sinistra del quale si apre la sala capitolare (con
pavimento ad intarsio sul fondo di noce scuro), sulle cui pareti si
ammirano otto quadri sulla Maddalena, probabilmente opera del Caci. Il
grande chiostro, del 1700, invece, si trova su un piano più basso
rispetto a quello della chiesa, ed è di stile Rinascimentale.
Un'attenzione particolare va anche rivolta alla sagrestia, notevole per
i suoi mobili in noce di scuola certosina e per gli affreschi realizzati
nella volta che rappresentano la vita della Vergine. Gioiello della
Certosa è la Farmacia, sistemata in una palazzina con antistante
giardino caratterizzato da siepi di bosso, modellate in forme curiose
dai stessi frati, un tempo orto botanico. Essa fu realizzata nel secolo
XVIII, ma da sempre i monaci della Certosa hanno raccolto sulle montagne
circostanti erbe con cui preparare medicamenti, unguenti, droghe che
riponevano in vasi di terracotta maiolicata. Questi si possono ancora
ammirare ben allineati in una delle due deliziose salette. Ancora oggi
permane la produzione di liquori tradizionali. Le sale della farmacia
sono arredate con mobili settecenteschi e belle scaffalature in legno,
sulle quali appaiono in bella mostra scatole di faggio e vasi in vetro e
ceramica. Singolare è la decorazione pittorica, soprattutto del
cosiddetto, salottino del Balbi, il salotto d'attesa che ha preso il
nome del principale decoratore dell'intero complesso, il pittore
napoletano Filippo Balbi, che fra il 1857 e il 1865 soggiornò a lungo
nella Certosa per rifugiarsi dall'assedio borbonico ed eseguì numerosi
dipinti. L'attenzione del visitatore è però attirata dalle volte a
crociera della sala principale della spezieria, decorata sul finire del
Settecento da Giacomo Manco in stile pompeiano, in ossequio alla moda
esplosa dopo i primi ritrovamenti di pitture in Pompei ed Ercolano.
Infine, sempre nella Farmacia, si può ammirare un suggestivo dipinto del
Balbi, a grandezza naturale, raffigurante Frà Benedetto Ricciardi,
direttore della Farmacia fino al 1863 anno della sua morte. Questo
dipinto, per gli abili giochi di prospettiva, mostra un'impronta di
forte realismo. Per tutte queste particolarità, per la varietà di stili
e di temi, per l'importanza storica ed artistica, la Certosa di
Trisulti, abitata e gestita dai padri Cistercensi dal 1947, fu
dichiarata Monumento Nazionale nel 1890.
"Trekking è camminare per conoscere, vivere e leggere l'Ambiente intorno
a noi, rispettarlo, vivere in armonia con esso, lavorando quindi anche
per far crescere una mentalità nuova, che porti ad un maggiore
equilibrio tra l'Uomo e la Natura"
info generali sul : TREKKING -- ESCURSIONI (tratto dalla guida ATP
Latina sui Monti Lepini)
AVVERTENZE
a) I sentieri: i tempi di percorrenza, di andata e ritorno, sono
calcolati per un escursionista con un sufficiente grado di allenamento e
non tengono conto delle eventuali soste che si possono compiere lungo il
percorso. Il dislivello e quello assoluto, ovvero tiene conto di tutti i
sali scendi sia per l'andata che per il ritorno e non è la semplice
differenza tra la quota d'arrivo e quella di partenza.
b) Il periodo: per apprezzare meglio i paesaggi di questi monti, si
consiglia di percorrere i sentieri nel periodo primaverile e autunnale.
D'estate, a causa delle basse quote a cui si snodano i sentieri e della
forte insolazione, è preferibile evitare escursioni sul Versante Sud,
mentre d'inverno si suggerisce di farle in presenza di neve, che rende
sicuramente più suggestivo l'ambiente montano. Percorrendo gli itinerari
nei periodi sconsigliati si rischia di non apprezzare appieno le
bellezze naturali di questi luoghi. Si raccomanda vivamente di astenersi
dal proseguire in caso di avverse condizioni atmosferiche soprattutto
per quei sentieri ove l'orientamento risulta problematico.
c) L'equipaggiamento: un sentiero, può attraversare numerosi ambienti e
ovviamente la natura del terreno è estremamente variabile, così è
sicuramente necessario un buon paio di scarponi; anzi meglio due. Uno
per l'inverno e adatto per la marcia sulla neve e uno per le altre
stagioni, oltre a due paia di calzettoni adatti. Per quanto riguarda
l'abbigliamento è bene essere attrezzati secondo la stagione: è
indispensabile avere nello zaino un indumento idoneo per ripararsi in
caso di pioggia e una giacca a vento da indossare nell'eventualità di
trovarsi in presenza di forte vento in quota. Un berretto per il sole e
un copricapo di lana per il freddo insieme a un paio di guanti sono
sicuramente utili. Si consiglia di non mettere troppe cose nello zaino
per evitare di rendere la marcia troppo faticosa.
d) L'alimentazione: portare sempre almeno un litro d'acqua e alimenti
con un buon grado di digeribilità e soprattutto ricchi di carboidrati
(in particolare farinacei e frutta) che danno un apporto calorico
notevole. In caso di forte sudorazione si può ricorrere a reintegratori
di vitamine e sali minerali ma è bene non affidarsi solo a questi mezzi
e dare sempre la precedenza a prodotti naturali come la frutta fresca e
secca. Non bisogna eccedere nei cibi poiché in montagna occorre essere
sempre in buona forma fisica. Evitare gli alcolici o almeno assumerne
moderatamente solo verso la fine dell'escursione. Per i sentieri più
impegnativi è consigliabile fare piccoli spuntini ogni due ore circa e
non un unico pasto a metà della giornata.
e) Attrezzatura: alcuni strumenti, come la bussola, l'altimetro e la
carta topografica, sono senz'altro utili soprattutto per coloro
cheiniziano a fare escursioni in montagna. Altri sono consigliabili come
un binocolo di modeste dimensioni e una macchina fotografica con un
obiettivo standard e un grandangolo. Anche un coltello milleusi può
essere utile.
f) La natura: con brevi deviazioni si possono raggiungere le grotte che
si trovano a poca distanza dai sentieri, ma si raccomanda particolare
attenzione nell'avvicinarsi, data la loro pericolosità; è meglio quindi
non avventurarsi all'interno se non in presenza di esperti speleologi.
E'assolutamente vietato raccogliere piante, soprattutto se protette
(agrifoglio, orchidee, ecc.), molestare gli animali o gettare rifiuti:
conservateli, invece, nello zaino e portateli a valle. I luoghi che si
raggiungono attraverso questi sentieri sono il più delle volte selvaggi,
la natura è ancora incontaminata e i paesaggi sono tra i più belli e
interessanti del Lazio. Abbiamo il dovere di mantenerli così come li
troviamo e, pertanto,
QUANDO PERCORRI UN SENTIERO FAI
IN MODO CHE
CHI VIENE DOPO DI TE
NON SI ACCORGA DEL TUO PASSAGGIO
Inoltre gli animali sono intorno a noi, ma non si fanno vedere, e le
piante non fuggono via, ma
SE PERCORRI UN SENTIERO IN SILENZIO
E CON MOLTA ATTENZIONE
PUOI VEDERE
CIÒ CHE GLI ALTRI NON VEDONO.