Rete controg8
        per la globalizzazione dei diritti
        
        Mercoledì 21 settembre dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo
        ducale di Genova, 486°  ora in silenzio per la pace.
        Incollo il volantino che verrà distribuito.
        Altre info su www.orainsilenzioperlapace.org
        
        ORA IN SILENZIO PER LA PACE
        21 Settembre 2011quattrocentoottaseima (ora in silenzio)
        NO ALLA GUERRA, PER COMINCIARE A RIPENSARE IL MONDO
        
        Domandare “Che ne pensi della guerra” a uno qualsiasi dei
        giovani attivi per la vittoria
        dei referendum, il riconoscimento dei “beni comuni”, il diritto
        allo studio, il prevalere di
        “No Tav”, o che altro, probabilmente comporterebbe una reazione
        tra stupita e
        scarsamente interessata: di chi ritiene la condanna della guerra
        una scontata ovvietà.
        E però questo accade in un mondo in cui le guerre, piccole e
        grosse, sempre più sono
        la normalità: praticate a tutte le latitudini, per le ragioni
        più diverse, di fatto accettate
        come uno strumento inevitabile, addirittura “normale” dei
        rapporti tra nazioni, popoli,
        gruppi; politica condotta con altri mezzi, come da tempo ci è
        stato spiegato, cui tutti, di
        fatto senza eccezione, si adeguano.
        In questa situazione è di particolare interesse l’appello per il
        taglio delle spese militari
        lanciato da Alex Zanotelli, combattivo Padre comboniano,
        direttore di Nigrizia.
        difficilmente destinato a trovare ascolto sia nel mondo politico
        cui esplicitamente si
        rivolge, sia in quello imprenditoriale indirettamente chiamato
        in causa.
        “La corsa alle armi è insostenibile, oltre ad essere un
        investimento in morte”, afferma
        Zanotelli.
        Non ha logica la distribuzione delle nostre sempre inadeguate
        risorse disponibili: 27
        miliardi di euro dell’ultimo Bilancio Difesa , cui si
        aggiungeranno nell’immediato futuro
        altri 17 miliardi per l’acquisto di 131 cacciabombardieri F 35 ;
        mentre per la
        partecipazione alla “missione“ in Libia si prevede all’incirca
        una spesa di 700 milioni di
        euro, da sommarsi a quelle per l’impegno in Afganistan, ecc. “Se
        avessimo un orologio
        tarato su questi calcoli, vedremmo che in Italia spendiamo oltre
        50.000 euro al minuto,
        3 milioni all’ora, 76 milioni al giorno
        Ma ciò che più scandalizza Zanotelli è che alla spesa di 27
        miliardi di euro in armi,
        corrisponda il taglio di 8 miliardi destinati alla scuola e ai
        servizi sociali… “Vogliamo
        sapere che tipo di pressione fanno le industrie militari sul
        parlamento per ottenere
        commesse. (…) Quanto lucrano con queste guerre aziende come la
        Fin-Meccanica,
        l’Iveco-Fiat, la Oto-Melara, l’Alenia Aeronautica (…) E quanto
        lucrano le banche in tutto
        ciò, e quanto va in tangenti ai partiti…”
        “Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra
        semplicemente tagliando
        le spese militari,” è la conclusione di Zanotelli. Che molti
        certo giudicano ingenua e
        semplicistica, ma che forse invece potrebbe prospettarsi come
        una ipotesi almeno
        temporaneamente risolutiva. E forse anche potrebbe sollecitare
        l’attenzione dei tanti
        giovani e meno giovani in vario modo impegnati ad allargare la
        loro riflessione sulla
        guerra.
        
        Carla Ravaioli
        Il manifesto 03.09.2011