[autorgstudbo] Lo sciopero dei braccianti nella" fabbrica ve…

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Autor: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
Data:  
Para: forum
Assunto: [autorgstudbo] Lo sciopero dei braccianti nella" fabbrica verde" di Nardò a VAG 61 Venerdì 23 settembre
*Lo sciopero dei braccianti nella" fabbrica verde" di Nardò*

*Nella Masseria Brancuri e nelle campagne di Nardò, nel mese di agosto, è
nata un’esperienza di lotta e di autorganizzazione che ha prodotto risultati
concreti nella battaglia contro il lavoro nero. Questa esperienza va fatta
conoscere perché può aprire nuovi spazi di conflitti sociali in altri luoghi
dello sfruttamento e del lavoro precario.

Venerdì 23 settembre, alle ore 21, ne parliamo a
Vag 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna*
con
*Yvan Sagnet,* il ragazzo camerunese, portavoce della protesta dei
lavoratori migranti
*Gianluca Nigro,* dell'associazione "Finis Terrae", attiva insieme alle
"Brigate di Solidarietà" alla Masseria Brancuri e nella campagna
"Ingaggiami, contro il lavoro nero"
L'incontro sarà preceduto, alle ore 20, da una cena di solidarietà per
sostenere il progetto "InCassati"

“Questa mattina alle sei i ragazzi sono tornati alla masseria dai campi,
dove erano andati all`alba. Si sono rifiutati in massa di lavorare perché
dovevano raccogliere pomodori a un prezzo molto basso. Poi hanno bloccato la
strada…"
Il 31 luglio nei campi di Nardò, dopo sessanta anni dalle occupazioni delle
terre del latifondo dell'Arno, è successo qualcosa di straordinario e
sorprendente. Una quarantina di braccianti migranti che stavano raccogliendo
pomodori per 4 euro a cassone (un’ora circa di lavoro), di fronte alle
pretese del caporale di svolgere un’ulteriore mansione, vogliono un adeguato
aumento della retribuzione. Il caporale dice di no. E' già successo altre
volte, ma questa volta loro non ci stanno, incrociano le braccia e
interrompono la raccolta, sono stanche dell'ennesimo sopruso.
Sono anni che in questi luoghi si assiste allo sfruttamento di centinaia di
stagionali migranti. Le condizioni di indigenza e la drammatica precarietà
in cui vivono li spingono a sperare, ogni mattina, di essere reclutati dai
caporali per paghe da miseria. Ma stavolta i braccianti hanno fatto fronte
comune e hanno deciso autonomamente di scioperare.
Hanno denunciano lo sfruttamento del lavoro nero e il sistema dei finti
ingaggi che consente ai caporali di far lavorare più migranti irregolari
sotto un unico ingaggio falso. Hanno preteso il rispetto dei compensi
definiti dal contratto provinciale, stabilendo un minimo sindacale di 6 o 10
euro a cassone a seconda della varietà di pomodoro. Hanno chiesto che siano
effettuati in modo sistematico i controlli nei campi e un impegno reale per
l’avvio di meccanismi di incontro tra domanda e offerta in grado di
eliminare l’intermediazione del caporalato tra padroni e operai. Hanno
rivendicato diritti, consapevoli del ricatto a cui erano sottoposti.

Tutto questo è avvenuto, in parallelo alla campagna “Ingaggiami contro il
lavoro nero”, portata avanti dalle "Brigate di Solidarietà" e da "Finis
Terrae". Una mobilitazione, partita lo scorso anno e che si è rafforzata con
lo sciopero dei migranti Nardò. Si tratta di una campagna che prevede
pratiche, oltre che di assistenza e accesso ai servizi, di sensibilizzazione
e informazione dei lavoratori rispetto al fenomeno del lavoro sommerso e
alle nnormative contrattuali vigenti in agricoltura, per fornire gli
strumenti necessari per una presa di coscienza collettiva dei migranti
rispetto alla loro condizione lavorativa di sfruttamento. Dopo la lotta di
Nardò si può dire che dalla consapevolezza dei diritti esigibili possono
nascere principi di autorganizzazione per permettere ai lavoratori di
ribellarsi alle condizioni di schiavitù su cui si fonda gran parte del
sistema produttivo agricolo italiano.

Yvan Sagnet, portavoce della protesta, ha dichiarato nei giorni scorsi: «Il
nostro sciopero continuerà e si sposterà in tutta la Puglia, e da qui al
resto d'Italia. Quella di quest'anno deve essere una stagione di svolta. Uno
sciopero sul lungo periodo è difficile, ma non abbiamo scelta. Le
istituzioni continuano a non assumersi le loro responsabilità, le aziende
continuano a impiegare i caporali, e i caporali continuano a sfruttare i
lavoratori, quindi non possiamo mollare».

E tutti noi, con loro, non dobbiamo mollare.


su
http://www.zic.it/la-terra-rossa-di-nardo/
*

Un lungo reportage, sullo sciopero dei migranti di Nardò contro il lavoro
nero e il caporalato. Le condizioni di vita alla Masseria Boncuri. La
solidarietà che la lotta ha trovato tra la gente del Salento
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