[RSF] Brevetti sul vivente: un tacito saccheggio del patrimo…

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著者: Equivita
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題目: [RSF] Brevetti sul vivente: un tacito saccheggio del patrimonio comune
COMUNICATO EQUIVITA
15/09/2011

Brevetti sul vivente: un tacito saccheggio del nostro patrimonio comune

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Siamo coinvolti in una guerra che rischiamo di aver perso prima ancora di
averne preso conoscenza. E¹ la guerra dei brevetti sulla materia vivente,
che privatizzano, per fini commerciali, ciò che da sempre costituisce il
patrimonio più importante dell¹umanità: piante, animali e parti dello stesso
corpo umano (ad esempio i geni e l¹embrione).
I brevetti concessi sulla materia vivente stanno poco a poco mettendo in
mano ad un pugno di multinazionali il controllo di tutto quanto è, sul
nostro pianeta, vita.

Dalla fine del secolo scorso le nuove leggi brevettuali hanno sconvolto, con
il pretesto delle modifiche genetiche, un sistema giuridico in cui i ³beni
comuni² erano ovunque tutelati. Ciò è stato possibile anche grazie all¹uso
di metodi spesso illeciti - e sempre antidemocratici - per la promozione
degli organismi geneticamente modificati (Ogm), in particolare in
agricoltura (dove le piante gm si distinguono da quelle tradizionali proprio
per essere proprietà privata, e per consentire al detentore del brevetto di
riscuoterne i diritti ad ogni ciclo riproduttivo).

Il Comitato Scientifico EQUIVITA (già CSA, Comitato Scientifico
Antivivisezionista), capofila nel movimento europeo contro la
privatizzazione del vivente, ha rilanciato il 23 maggio scorso l¹appello
della coalizione ³No patents on seeds² di cui fa parte.
Esso ha chiesto a tutti i sostenitori di firmare una lettera rivolta ai
Deputati europei e alla Commissione, in cui si denunciava la recente
consuetudine dell¹EPO di rilasciare brevetti anche su piante e animali
riprodotti con metodi convenzionali. Questi brevetti infrangono infatti la
EPC, Convenzione Europea del Brevetto (art.53b) in quanto concessi su piante
³riprodotte con procedimenti essenzialmente biologici². La lettera chiedeva
inoltre la revisione della direttiva europea 98/44, detta ³dei brevetti sul
vivente².

Le speranze di una revisione erano alimentate anche dalla sentenza del
Giudice federale statunitense Sweet del marzo 2010. Testimoniando
un¹inversione di tendenza nella legge brevettuale degli USA, Sweet aveva
chiesto il ritiro di due brevetti su geni umani (BRCA1 e BRCA2, associati al
cancro al seno) in quanto essi sono un ³prodotto della natura². Ma l¹ultima
sentenza della Corte d¹Appello USA dello scorso luglio, riconoscendo invece
la validità di questi brevetti, ha infranto le speranze di molti di noi e
ha ristabilito la corrente di pensiero precedente. Un pensiero che nega il
valore intrinseco della vita (l¹essere vivente viene assimilato ad una
macchina), e allo stesso tempo frena il libero sviluppo scientifico
attraverso la privatizzazione e la monopolizzazione della conoscenza.

Inoltre l¹EPO, Ufficio Europeo dei Brevetti, che avrebbe dovuto emettere da
lungo tempo la sentenza promessa sul ³caso giuridico² del broccolo e su
quello del pomodoro (per stabilire formalmente se le piante riprodotte con
procedure convenzionali possono essere brevettate oppure no) ha usato il suo
consueto metodo del silenzio e dell¹ambiguità. Esso infatti, rinviando la
decisione, ha continuato ad infrangere la Convenzione Europea, concedendo
nuovi brevetti su piante riprodotte con ³procedimenti essenzialmente
biologici² (ad esempio il brevetto EP1587933 su di un melone dal nuovo gusto
al limone).

Continua inoltre l¹attacco alla sovranità alimentare degli Stati attraverso
gli Ogm, promossi e imposti in mille modi dalle multinazionali biotech e
dalle autorità governative conniventi, malgrado il dissenso dei cittadini
(vedi le notizie su questa strategia segreta svelate da Wikileaks). Ci
limitiamo a citare, tra le tante sentenze che non sembrano tenere conto dei
dati scientifici, quella recente della Corte Europea, contraria al divieto
della Francia di coltivare il mais Mon810, in base alla ³clausola di
salvaguardia².

Attualmente i danni alla salute causati degli Ogm sono dimostrati da
numerosi studi scientifici. Essi riguardano principalmente il fortissimo
incremento nell¹uso dei pesticidi, sia quelli presenti nella stessa pianta
geneticamente modificata che quelli irrorati nei campi per il controllo
delle erbe infestanti. La crescente resistenza di piante e insetti ai
pesticidi utilizzati è causa di un costante aumento nell¹impiego di queste
sostanze chimiche.
Come sottolineato anche da un recente studio argentino il loro impatto sulla
salute umana è devastante: incremento di tumori, aborti spontanei, mutazioni
genetiche della discendenza, malattie degenerativeŠ. A tal proposito, i
medici e cittadini argentini hanno lanciato una petizione pubblica per
ottenere una riclassificazione dei pesticidi, che stabilisca il loro grado
di pericolosità partendo dai dati ottenuti direttamente sull¹uomo (le
valutazioni di tossicità ottenute con dati umani differiscono enormemente da
quelle usate dall¹Oms in base agli studi su animali e sono state causa di
gravi danni alla salute).

Contro gli Ogm si scagliano oggi molte popolazioni locali, prime vittime di
un¹organizzazione agricola più orientata ai profitti dei pochi che alla
salute di tutti. Ne è un esempio, oltre alla coalizione argentina, il
movimento Navdanya guidato da Vandana Shiva per far fronte alle
problematiche sociali causate dalla privatizzazione delle sementi. Il fine
di tale movimento è quello di restituire a quei popoli affamati dalle
multinazionali biotech (che detengono i brevetti sulle sementi) la loro
sovranità alimentare, nonché un¹agricoltura più sostenibile e solidale.

Per tutti questi ed altri motivi (non va dimenticato che gli Ogm danneggiano
e alterano l¹equilibrio ambientale) ci uniamo alla mobilitazione del 26
ottobre 2011 a Monaco, indetta da ³No patents on seeds² per denunciare
ancora una volta il problema della privatizzazione della vita, costringendo
l¹EPO a prendere una posizione netta invece di consentire il tacito
saccheggio del patrimonio comune.


Per informazioni:

Comitato Scientifico EQUIVITA

Via P.A. Micheli, 62 ­ 00197, ROMA
+ 39.06.3220720, + 39.335.8444949Email:
equivita@??? <equivita@???> - www.equivita.org
<http://www.equivita.org>