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SEI MESI FA’ L’INCIDENTE ALLA
CENTRALE NUCLEARE DI FUKUSHIMA

A sei mesi dall’incidente
accaduto, l’11 marzo scorso, lo stato dei reattori resta grave e non si
avvertono miglioramenti significativi nel tamponamento dell’acqua radioattiva
che fuoriesce dalle unità 1, 2 e 3.

Il sistema per decontaminare
questa acqua era stato installato in giugno, ma ha subito diversi
malfunzionamenti ed oggi riesce a decontaminare appena un terzo dell’acqua in
uscita dai reattori che continua ad accumularsi nei piani bassi della centrale e
da qui finisce poi nel terreno sottostante e enel mare.

Il livello dell’acqua contaminata
sotto gli edifici delle turbine raggiunge anche i 3 metri, e questo fatto rende
quasi impossibile l’accesso dei lavoratori all’impianto. La TEPCO (proprietaria
della centrale) ritiene che ci siano ancora circa 90.000 t di acqua altamente
contaminata che deve essere trattata o confinata in appositi serbatoi.

Una stima recente effettuata dai
ricercatori della Japan Atomic Energy Agency e dall’università di Kioto ha
calcolato in 15.000 terabequerel , cioè 15 milioni di miliardi di becquerel (il
becquerel è l’unità di misura della radiazione) la quantità di contaminanti
scaricati nel mare a cui vanno sommati quelli depositati al suolo dal 11 marzo
ad oggi.

E’ ormai accertato che anche da
questo punto di vista l’incidente di Fukushima supera in gravità quello di
Chernobil, anche se non se ne parla affatto, e questo bilancio è destinato ad
aumentare fino a quando i tecnici non riusciranno a sigillare in qualche modo i
tre reattori danneggiati, cosa che non avverrà prima di un anno o due.

Altrettanto evidente è ormai la
complicità e l’impreparazione delle autorità giapponesi nel tutelare la salute
delle popolazioni subito dopo l’incidente non effettuando adeguate evacuazioni
o facendole in ritardo rispetto alla gravità dei rilasci radioattivi
nell’atmosfera, come denuncia senza mezzi termini un articolo del New York
Times del 8 agosto.

Questi fatti hanno portato ad una crisi del governo
giapponese con le dimissioni del primo ministro Naoto Kan sostituito circa 10
giorni fa da Yoshihiko Noda il quale si è recato due giorni fa in visita alla
centrale di Fukushima ed ha incontrato tutti i sindaci delle città evacuate
tentando di rassicurarli in un pronto ritorno delle popolazioni, cosa a cui i
sindaci hanno detto espressamente di non credere. Inoltre le ripercussioni di
questo incidente pesano ancora sull’economia giapponese e la perdita di
credibilità delle società elettriche e nucleari ha rafforzato nell’opinione pubblica
la necessità di abbandonare il nucleare. Ieri 11 settembre si sono svolte
diverse iniziative in tutto il Giappone.





E IN ITALIA?

Il silenzio calato dopo il referendum è la conferma
dell’impreparazione ed improvvisazione con cui il governo aveva approntato il
piano nucleare. In Italia infatti ci sono ancora diverse migliaia di tonnellate
di scorie radioattive da sistemare e l’agenzia per la sicurezza nucleare non è
andata mai in funzione. Il suo presidente Veronesi ha declinato recentemente
l’incarico dicendo che lui non si sente di fare il guardiano delle scorie:
eppure era stato proprio lui a dichiarare che le scorie erano innocue e che se
le sarebbe tenute perfino nella sua camera da letto!



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don minzoni Lucca