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Szerző: Aldo Zanchetta
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È LA GUERRA TOTAL, MONSIEUR

DI PEPE ESCOBAR Asia Times

I vincitori di questa cosa "cinetica" nel Nord Africa (il governo di Barack
Obama giura che non è una guerra) - descritti collettivamente come Amici
della Libia (FOL) - erano tutti di umore eccellente in vista della riunione
di Parigi di giovedì, senza aria condizionata ma con potenti aromi di Brie
stagionato e di Roquefort, per gongolarsi della loro "operazione", approvata
dalle Nazioni Unite e implementata dalla NATO, per il cambio di regime in
Libia.

Chiamatela la guerra dei FOL; la guerra R2P (come in "Responsabilità di
Proteggere" il saccheggio occidentale); la guerra Air France; la guerra
Total); in ogni caso i FOL se la sono spassata a parlare della loro
vittoria.
Il Grande Liberatore Arabo, il presidente neo-napoleonico Nicolas Sarkozy,
esultava: "Ci siamo allineati al popolo arabo nella sua aspirazione alla
libertà". Bahreiniesi, sauditi, yememiti, per non parlare dei tunisini o
degli egiziani, hanno diritto di essere un po' confusi.

Sarkò ha aggiunto: "Si sono salvate decine di migliaia di vita grazie all'intervento."
Anche i "ribelli" dicono che ci siano almeno 50.000 morti e la NATO ancora
si appoggia a un bombardamento selvaggio.

L'emiro del Qatar, quanto meno, ha ammesso che Muamar Gheddafi in fuga non
poteva essere stato spodestato senza la NATO. Ma ha aggiunto che la Lega
Araba avrebbe potuto fare di più; cosa che ha fatto, fornendo un voto
fasullo che ha aperto le porte alla Risoluzione 1973 dell'ONU redatta dagli
inglesi, dai francesi e dagli statunitensi.

Il primo ministro del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), Mahmud
Jibril, ha dichiarato: "Il mondo ha scommesso sui libici e i libici hanno
dimostrato il proprio valore e hanno trasformata il sogno in realtà."
"Mondo" adesso significa NATO e un grado di monarchie retrograde del Golfo
Persico. In quanto al resto, che si tappino la bocca.

Tuttavia, il più sinistro deve esser stato, come al solito, il Segretario
Generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen: "Non abbiamo nessun piano per
intervenire nei conflitti della regione." E dopo arriva l'inevitabile "ma".
Rasmussen ha aggiunto: "Ma parlando più in generale, penso che ciò potrebbe
formare un modello. Abbiamo dimostrato una capacità di agire a sostegno
delle Nazioni Unite e abbiamo dimostrato una capacità di includere
collaboratori al di fuori della NATO in simili operazioni."

Africa e Medio Oriente, per non parlare del Sud di tutto il mondo, siete
stati avvisati: l'imperialismo umanitario, sotto la maschera del R2P, è la
nuova legge.

Bottino assicurato

Ore prima della pazza gioia di Parigi, il giornale francese Liberation ha
pubblicato sul suo web una lettera scritta soli diciassette giorni dopo la
Risoluzione 1973 dell'ONU. Nella lettera, il CNT ratifica un accordo con il
quale cede non meno del 35 per cento della produzione totale di petrolio
greggio della Libia alla Francia in cambio dell'appoggio "umanitario" di
Sarkò.

La lettera è indirizzata all'ufficio dell'emiro del Qatar, l'intermediario
tra il CNT e la Francia sin dall'inizio, con una copia all'allora segretario
generale della Lega Araba, Amr Moussa. L'intestazione è del Fronte Popolare
per la Liberazione della Libia.

La promessa corrisponde esattamente a quello che disse la settimana scorsa
un funzionario di una compagnia industria petrolifera della Cirenaica, ossia
che i "vincitori" del banchetto petrolifero sarebbero le nazioni che hanno
appoggiato fin dall'inizio il CNT.

Come c'era da aspettarsi, le smentite si sono accumulate. Il Quai d'Orsay -
il Ministero degli Esteri francese - ha detto di non aver mai sentito
parlare di un documento simile. La stessa cosa vale per Mansur Said al-Nasr,
inviato speciale del CNT alla conferenza di Parigi. L'uomo del CNT in Gran
Bretagna, Guma al-Gamaty, ha indicato che tutti i contratti petroliferi
futuri verranno concessi sulla base del "merito". E perfino il gigante
dell'energia Total ha dovuto farsi largo: il suo massimo dirigente,
Christophe di Margerie, ha giurato di non aver mai trattato sul petrolio col
CNT.

Come se Sarkò e Total fossero altruistici, umanitari sullo stile di Rousseau
che non riserverebbero mai un pensierino a 44 miliardi di barili di
petrolio. Total è già stata a Bengasi nel giugno passato per discutere di
scambi con il CNT. È già iniziato un'aspra "contesa sull'industria
petrolifera" intraeuropea tra Total e la ENI italiana.

L'ENI, attiva in Libia dal 1959, ha già firmato un accordo con il CNT per
riannodare le operazioni e per fornire immediatamente combustibile alla
Libia in cambio di pagamenti futuri in petrolio. Le iniziative di Total
cercano di assicurarsi una fetta maggiore della torta energetica libica
rispetto a quella che aveva, nei contratti futuri.

Spostarsi verso l'Arabia

È quasi ufficiale. La Libia non è più in Africa. È stata ricollocata
(promossa?) verso l'Arabia. Forse lo ha ordinato per decreto il re Abdullah
dell'Arabia Saudita e nessuno se ne è reso conto. I FOL non comprendono
africani. L'Unione Africana (UA) si è rifiutata di riconoscere il CNT; lo
farà solamente quando si sarà stabilito un governo legittimo.
Quando la NATO ha seguito la rotta dell'Air France, l'UA ha sollecitato sin
dall'inizio un cessate il fuoco e le trattative. I FOL l'hanno ignorata con
arroganza imperiale.

Forse gli africani hanno notato che la missione della NATO per "proteggere i
civili" include i bombardamenti su Sirte, dove i proiettili intelligenti
mirano solamente ai "malvagi" sostenitori di Gheddafi in abiti borghesi,
mentre i buoni scappano senza alcun problema.

Forse gli africani sono stati gli unici che hanno ascoltato la minaccia
stile Vietnam del membro del CNT, Ali Tarhouni, che ha detto, parlando delle
poche città e regioni che continuano a essere leali a Gheddafi: "A volte per
risparmiare lo spargimento di sangue, ne devi comunque spargere, e prima lo
fai e meno sangue si spargerà."

Forse gli africani sono stati gli unici che si sono resi conto
dell'ininterrotta e sempre meglio riportata (ma non dai media mainstream)
pulizia etnica perpetrata dai "ribelli"; come se nessuno sapesse che la
gente in Cirenaica ha pregiudizi storici estremi contro gli africani
subsahariani.
O forse gli africani si rendono conto dei motivi dei piani dei FOL: il nuovo
status libico di colonia occidentale appena mascherata; e la favola
neo-orwelliana dell'imperialismo umanitario.

Fonte: It's a TOTAL war, monsieur

02.09.2011

Traduzione di SUPERVICE