[Precari_roma] Aggiornamento su braccianti di nardò - Ivan e…

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Autor: usiait1@virgilio.it
Data:  
Para: pop
CC: precari_roma
Asunto: [Precari_roma] Aggiornamento su braccianti di nardò - Ivan e le minacce. Solidarietà dall'UNIONE SINDACALE ITALIANA
Riceviamo e inoltriamo, come aggiornamento sulla lotta dei braccianti diNardò (LE), che
intreccia la lotta per il lavoro e i diritti con la lotta antirazzista, contro le discriminazioni
e il caporalato.
La solidarietà dell'Unione Sindacale Italiana si aggiunge all'intervento di organizzazioni antirazziste locali,
delle iniziative di sostegno, denuncia pubblica e controinformazione operata dalle organizzazioni sindacali
conflittuali e autorganizzate.
Trasmette segreteria nazionale Usi e mail usiait1@???
sito www.usiait.it

IVAN, LEADER ATTIVO DELLO SCIOPERO DEI BRACCIANTI DI NARDÒ È SPARITO DALLA
NOTTE TRA L'11 E IL 12 AGOSTO DALLA MASSERIA DI BONCURI.

L'ipotesi più probabile è che si sia trattato di allontanamento volontario.
Ma "volontario" per modo di dire, dato che è il frutto di minacce di morte
già denunciate dallo stesso Ivan nel corso dello sciopero ad opera di
caporali, tra cui un tunisino; a queste si sono aggiunti tentativi di
aggressione antisciopero di alcuni altri immigrati, fomentati da padroni e
caporali.
Le azioni per dividere gli immigrati a fronte del grande sciopero non sono
mai cessate, con Istituzioni e forze dell'Ordine in posizione di
silenzio/assenso.
La segretaria della Cgil di Lecce, Antonella Cazzato, non esclude che Ivan
si sia allontanato dal campo per salvaguardare la propria incolumità. Ma la
cosa è ancora più grave: nei giorni precedenti, caporali armati di coltelli
hanno minacciato gli scioperanti e dietro di loro le aziende che finora
hanno boicottato quello straccio di accordo fatto in Regione circa le 'Liste
di prenotazione' e continuato ad usare i caporali.
Il Commissario di polizia di Galatina dice che Ivan avrebbe deciso di
andarsene perchè ormai a Boncuri non lavorava più. E perchè questo avviene e
nessuno fa nulla?
Perchè gli Ispettori del Lavoro continuano ad essere assenti? Perchè non si
bloccano immediatamente le aziende che utilizzano questi braccianti? Perchè
non si escludono immediatamente da ogni finanziamento pubblico? Perchè le
associazioni di categoria continuano a parlare di un"tessuto produttivo sano
in cui le aziende non ricorrono al caporale ma al caposquadra, figura che si
occupa di organizzare il lavoro nei campi"? Perchè le denunce degli
immigrati, fatte a polizia, carabinieri e confluite nell'indagine gestita
dal Procuratore Cataldo Motta, affidata al sostituto Enza Valeria Mignone,
non producono da subito provvedimenti di blocco della situazione?

Come abbiamo già affermato ieri, lo Slai cobas per il sindacato di classe
sarà da Taranto alla Masseria Boncuri nella prossima settimana e intendiamo
con forza ribadire:

-Ispezioni, fino al blocco delle aziende
-Assunzione solo dalle Liste di prenotazione
-Fondi subito alla Cassa di resistenza
-Una tantum dei padroni al braccianti a copertura del salario nero dato
finora
-Manifestazione regionale subito! Per sostenere gli immigrati che hanno
lottato e che vogliono continuare a lottare.

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Puglia
Sede di Taranto - cobasta@??? - 3475301704 - T/F 0994792086

14.8.11
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NARDO' LA LOTTA DEVE POTER CONTINUARE E DEVE ESSERE SOSTENUTA !

Il grande sciopero di questi giorni è stata una importante dimostrazione di
forza, di dignità, di ribellione e di coscienza; qualunque sia l'esito della
vertenza, ha segnato una pagina in Puglia e ha offerto un'indicazione per
tutti i 200mila braccianti stranieri presenti sul nostro territorio.
La lotta finora ha dato qualcosa ma molto poco rispetto alle richieste. Le
aziende agricole non ci stanno, boicottano le Liste di prenotazione e
pensano comunque nella maggior parte di continuare ad usare il caporalato.
Le amministrazioni, anche se sollecitate dalla Regione con l'annuncio di
finanziamenti, non sembrano gran che disposte a tradurre in fatti le
indicazioni.
Per questo la lotta deve continuare e certo non può pesare solo sui
braccianti di Nardò.

Tutti ora sollevano la questione dei controlli, ma nessuno ha risposto alla
domanda portata dallo Slai cobas per il sindacato di classe alla
manifestazione di Lecce di lunedì 8 agosto: dove erano e dove sono gli
ispettori del lavoro? Le aziende che operano questo sfruttamento, questo
schiavismo si sa chi sono. Perchè neanche ora si addotta alcun provvedimento
nei loro confronti? Perchè la stessa Regione non blocca subito i contributi
a queste aziende per mancato rispetto di contratto, versamento contributi,
per aperta violazione di leggi?
Per imporre le 'Liste di prenotazione' serve una mobilitazione generale del
bracciantato agricolo in tutta la zona e in tutta la Regione; è questo il
senso della proposta di manifestazione regionale subito rivolta alla Cgil e
a tutte le organizzazioni sindacali e associazioni.

La Cassa di resistenza avviata dalle Associazioni di volontariato va
sostenuta e dovrebbe essere aperta con somme consistenti proprio da chi dice
di essere al fianco di questi lavoratori: Regione, Cgil, ecc.; ma occorre
nello stesso tempo strappare subito dei risultati sul fronte salariale.
Richiediamo una tantum ai padroni attuali che utilizzano i braccianti e che
hanno sottopagato questi lavoratori immigrati e continuano a farlo.

A sostegno della lotta, di coloro che la stanno organizzando e sostenendo,
lo Slai cobas per il sindacato di classe Puglia, con base Taranto, porterà
queste proposte al campo di Nardò e in tutto il territorio nelle giornate
successive al ferragosto.

13.8.11

SLAI COBAS per il sindacato di classe - Puglia

sede di Taranto v. Rintone, 22
cobasta@??? - 3475301704 - T/F 0994792086

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