Re: [Forumlucca] Sakiné e gli altri

Delete this message

Reply to this message
Autor: Elena Bertoli
Data:  
A: forumlucca
Assumpte: Re: [Forumlucca] Sakiné e gli altri
Il 10/08/2011 17:05, ilaria sabbatini ha scritto:
> Una cosa che ho scritto
>
> *Sakiné e gli altri.
> *Riflessioni fuori tempo per non assecondare la logica della polemica.
>
>
> La mia attività politica è cominciata molto presto, quando ero al
> liceo. Ma non essendo maggiorenne non potevo ancora sottoscrivere
> l'adesione a gruppi di azione civile. Così ho aspettato i 18 e ho
> fatto due cose. La tessera per diventare donatore di organi, cosa che
> all'epoca mia madre non vedeva di buon occhio, e l'iscrizione ad
> Amnesty International. Per molto tempo ho firmato appelli e mi sono
> arrivate a casa le risposte dei governi.
>
> Quando ho letto del caso Sakiné mi è tornato in mente tutto ciò. Però
> devo anche dire che non me la sono sentita di aderire in toto a tutte
> le manifestazioni del caso Sakiné. Pur avendo, di nuovo, firmato e
> scritto, c'era qualcosa che mi stonava e che ora è finalmente giunto a
> consapevolezza: il pregiudizio implicito. Quel pregiudizio che ha
> fatto sì che quel caso diventasse l'occasione per affermare un
> Occidente superiore, con la prosopopea tipica di chi pensa di aver
> sempre e solo ragione, di chi non si preoccupa delle conseguenze e
> delle implicazioni, di chi macina adesioni emotive a fatti di cronaca
> tanto per sentirsi migliore, civilizzato e giusto. Di chi insomma non
> si mette mai in discussione.
>
> Beh lasciatemi dire che io non mi sento giusta, né civilizzata e tanto
> meno superiore. Sarebbe facile tirare in ballo Stefano Cucchi e la sua
> storia. Ma non lo farò. Non è che due torti facciano una ragione: due
> torti restano due torti. Punto e basta. Ma che fine ha fatto Sakiné,
> qualcuno di quelli che si sente tanto migliore, se l'è mai chiesto?
> Non ci vuol molto, basta fare una ricerca su google, sfogliare un po'
> di giornali internazionali, visitare il sito di Amnesty, verificare il
> numero di persone in attesa di esecuzione. Solo che a quel punto si
> pone un problema, un problema di coerenza. Perché si può scoprire
> qualcosa che non ci piace e che fa apparire alquanto ipocrita la
> doppia morale che spesso pratichiamo.
>
> Sakiné non è affatto fuori pericolo, la sua condanna è stata
> commutata. Ed è solo uno dei casi registrati in Iran. Ma forse il
> problema, per la nostra sensibilità, è proprio quello della modalità
> piuttosto che della pena di morte. In effetti la lapidazione è un
> fatto atroce. La morte non è istantanea, cosa che noi riteniamo
> indispensabile per infliggere una esecuzione pietosa, come dimostra il
> tentativo continuo di adeguare la pena capitale alla morale - un po'
> posticcia permettetemi - dell'opinione pubblica. Così gli stati
> occidentali sono arrivati ad un innegabile progresso: l'iniezione
> letale. Che ha un indubbio vantaggio dal punto di vista mediatico e
> dal punto di vista occidentale: non vi è spargimento di sangue.
>
> Certo non è molto divulgato ciò che passa il condannato che subisce
> l'iniezione letale, perché la morte da noi si nasconde, non si
> esibisce. La qual cosa, per paradosso, rende ancora più difficile la
> denuncia. È facile indignarsi di fronte alla pietrate, al sangue e al
> corpo semisepolto di una donna martoriata che si accascia. Molte meno
> lo è di fronte a un lettino simil-ospedaliero e a un impianto che
> simula una parvenza di umanitarismo, occultando però ciò che veramente
> comporta la morte per iniezione letale.
>
> Ciò che si potrebbe scoprire, indagando, è che il tempo di
> sopravvivenza va dai 6 ai 15 minuti. Non so se vi rendente conto, ma
> cronometrateli. James Autry ha subito ben due esecuzioni. La prima era
> prevista per il novembre 1983: Autry era già stato legato alla barella
> e stava subendo la prima fase del procedimento quando l'esecuzione è
> stata sospesa.?Dopo la "seconda" esecuzione, un testimone oculare
> riferì che il condannato impiegò almeno dieci minuti a morire e per
> buona parte del tempo era cosciente, si muoveva e si lamentava del
> dolore. Un medico della prigione presente all'esecuzione ha riferito
> in seguito che l'ago si era occluso, rallentando così i tempi
> dell'esecuzione.
>
> La procedura dell'iniezione letale assomiglia a quella utilizzata per
> effettuare un'anestesia totale. In Texas e nella maggior parte degli
> altri Stati che utilizza l'iniezione letale per le esecuzioni viene
> usata una combinazione di tre sostanze: un barbiturico che rende il
> prigioniero incosciente, una sostanza che rilassa i muscoli e
> paralizza il diaframma in modo da bloccare il movimento dei polmoni e
> un'altra che provoca l'arresto cardiaco. Possono esserci, però gravi
> complicazioni: l'uso prolungato di droghe per via endovenosa da parte
> del prigioniero può comportare la necessità di andare alla ricerca di
> una vena più profonda per via chirurgica; se il prigioniero si agita,
> il veleno può penetrare in un'arteria o in una parte di tessuto
> muscolare e provocare dolore; se le componenti non sono ben dosate o
> si combinano tra loro in anticipo sul tempo previsto, la miscela può
> diventare eccessivamente densa, ostruire le vene e rallentare il
> processo; se il barbiturico anestetico non agisce rapidamente il
> prigioniero può essere cosciente mentre i suoi polmoni si paralizzano
> e soffoca.
>
> Sdraiato su un lettino con gambe e mani bloccate da una cinghia, il
> condannato subisce le tre iniezioni nel giro di pochi minuti: la prima
> per anestetizzarlo, la seconda per paralizzarlo e la terza per
> bloccargli il battito cardiaco. In teoria, tutto è progettato per non
> causare sofferenze inutili negli ultimi istanti di vita. Esaminando i
> dati delle autopsie di 49 condannati a morte in Arizona, Georgia,
> North Carolina e South Carolina, i ricercatori hanno scoperto che in
> 43 casi la concentrazione nel sangue dell'anestetico thiopental era
> inferiore a quella richiesta per gli interventi chirurgici. In 21 casi
> su 49 la concentrazione era più bassa della misura considerata
> standard quando si tratta di sopprimere animali malati. "Non possiamo
> certo dire che questi detenuti erano privi di sensi", ha scritto per
> The Lancet il coordinatore della ricerca, il dottor Leonardis
> Koniaris. Le prove raccolte, secondo lui, indicherebbero che "al
> momento il metodo dell'iniezione letale non soddisfa neanche gli
> standard veterinari".
>
> Il punto è che nessuno può capire sul momento se il condannato sta
> soffrendo. La seconda iniezione, che mette in circolo nelle vene la
> sostanza paralizzante pancuronium bromide, blocca infatti qualunque
> movimento dei muscoli e dei polmoni. La terza, con il cloruro di
> potassio, provoca infine la morte. Ma in che condizioni? "Senza
> anestesia -- continua Koniaris -- il condannato passerebbe attraverso
> l'asfissia, una fortissima sensazione di bruciore, dei devastanti
> crampi muscolari e infine l'arresto cardiaco". La mente rimane quindi
> lucidissima ma il detenuto disteso sul lettino non riesce a muovere
> neanche un angolo della bocca se soffre. "Sarebbe un modo crudele di
> morire -- sostiene The Lancet in un editoriale pubblicato insieme
> all'articolo della ricerca --. Sveglio, paralizzato, incapace di
> muoverti e di respirare, mentre il potassio brucia nelle vene". (1)
>
> Forse non molti conoscono il caso di Angel Diaz che, in luogo di
> acquietarsi e di perdere conoscenza, è diventato sempre più agitato
> durante e dopo la somministrazione dell'iniezione letale. Si vedeva
> che parlava rivolgendosi ai membri del team di esecuzione -- i quali
> peraltro non gli rispondevano -- e la sua faccia appariva contorta.
> Per alcuni minuti ha fatto delle smorfie mentre il suo pomo d'Adamo
> andava su e giù e le sue mascelle si serravano. Poi, muovendosi di
> tanto in tanto, ha continuato a respirare affannosamente per una
> ventina di minuti con un occhio aperto e uno chiuso. Dopo di ciò i
> membri del team di esecuzione sono apparsi agitati e a disagio mentre
> si consultavano e facevano un certo numero di telefonate.
>
> Passati 25-30 minuti dall'inizio della procedura, il respiro di Diaz è
> divenuto leggero, il suo viso si è disteso e la sua pelle ha assunto
> un colore grigiastro. Nei seguenti 5-6 minuti Angel Diaz è rimasto ad
> occhi aperti mente il suo pomo d'Adamo aveva smesso si muoversi. E'
> stato quindi dichiarato morto. Prima di morire Diaz ha nuovamente
> dichiarato di essere innocente. Parlando in spagnolo ha detto: "Lo
> stato della Florida sta commettendo un crimine perché sono innocente.
> La pena di morte non solo è una forma di vendetta, ma è anche un atto
> di grande vigliaccheria nei confronti di un uomo". (2)
>
> Comunque il tutto fa 34 minuti di agonia, anzi di tortura. Dopo aver
> eseguito l'accertamento autoptico, è stato verificato che la
> prolungata agonia di Diaz era stata causata dal fatto che in entrambe
> le braccia gli aghi avevano perforato da parte a parte le vene del
> condannato iniettando il volume di liquidi venefici, che sarebbe
> dovuto entrare in circolo, nei sottostanti tessuti molli del braccio.
> Ciò era avvenuto sia per la prima che per la seconda iniezione letale.
> Fatto reso evidente anche da una ustione chimica lunga 30 centimetri
> nel braccio destro e da una ustione chimica lunga 27 centimetri nel
> braccio sinistro. (3)
>
> Ma per Angel Diaz non si è levata nemmeno una voce pubblica, almeno
> non una che arrivasse alle mie orecchie, ed era solo cinque anni fa,
> nel 2006. Inoltre andiamoci piano con i luoghi comuni perché la Cina,
> sempre citata in questi casi come il paese che pratica il maggior
> numero di esecuzioni in assoluto, ha sospeso per due anni le condanne
> capitali. (4) Per quelli che vorrebbero ribattere che sospensione non
> è abolizione io rispondo che è vero, ma che i passi avanti vanno
> riconosciuti e incoraggiati, piccoli o grandi che siano. Se la
> decisione cinese fosse adottata da tutti i paesi cosiddetti moderni e
> civili il numero esecuzioni crollerebbe.
>
> Tanto per tornare a Sakiné vi dico che la sua pena - che io sappia ma
> accetto volentieri correzioni - è stata commutata in impiccagione. Per
> quanto riguarda questa forma di esecuzione la procedura è la seguente.
> Il prigioniero deve essere pesato. La caduta è calcolata in base al
> peso del condannato, in modo da esercitare sul collo una forza capace
> di spezzarlo. Viene poi posizionato il cappio intorno al collo del
> condannato, dietro il suo orecchio sinistro, che causerà la rottura
> del collo. In seguito la botola si apre sotto i suoi piedi e il
> condannato cade. Se eseguita correttamente, la morte giunge in seguito
> alla dislocazione della terza o della quarta vertebra cervicale o per
> asfissia. Se la misurazione non viene eseguita correttamente, invece,
> potrebbe avvenire uno strangolamento lento, un arresto della
> circolazione sanguigna o la decapitazione. Tanto perché non ci siano
> fraintendimenti segnalo che dal 1976, tre condannati sono stati
> impiccati negli Stati Uniti. (5)
>
> Ma se l'impiccagione è crudele non meno lo è la sedia elettrica tant'è
> che proprio lo scalpore suscitato dagli 'incidenti' occorsi
> ripetutamente in alcuni stati USA nel suo utilizzo avevano indotto i
> sostenitori della pena di morte a chiedere il passaggio all'iniezione
> letale. *Ciò per evitare di mettere a rischio la sopravvivenza
> dell'istituzione della pena di morte in sé.* La procedura
> dell'esecuzione è la seguente: dopo che il detenuto è stato legato
> alla sedia, vengono fissati degli elettrodi di rame inumiditi alla
> testa e a una gamba, rasate entrambe in precedenza per assicurare una
> buona aderenza, dopo aver usato un gel per favorire la trasmissione
> della corrente elettrica. Potenti scariche elettriche, applicate a
> brevi intervalli, causano il decesso per arresto cardiaco e paralisi
> respiratoria ed il tempo di sopravvivenza è di circa 10 minuti. Il
> boia immette la corrente per la durata di due minuti e diciotto
> secondi variando il voltaggio da 500 a 2000 volt, altrimenti il
> condannato brucerebbe. Anche se lo stato di incoscienza dovrebbe
> subentrare dopo la prima scarica, in alcuni casi questo non accade. A
> volte il condannato è solo reso incosciente dalla prima scarica ma gli
> organi interni continuano a funzionare, tanto da rendere necessarie
> ulteriori scariche elettriche per ucciderlo. (6)?
>
> Volete proprio saperla tutta? Il metodo abolito da tempo della
> ghigliottina è paradossalmente il meno lungo e il più pietoso
> richiedendo un'esecuzione di appena 1-2 minuti.
>
> E ora pensateci bene prima di venirmi a chiedere di aderire a
> manifestazioni per Sakiné o chicchessia. Lo faccio già. Probabilmente
> da molto più tempo di voi. Fatevi le vostre campagne di civilizzazione
> però non pretendete di essere condivisi. Le mie campagne, a differenza
> delle vostre, hanno una ragione sola: il rispetto degli esseri umani.
> Sakiné è prima di tutto un essere umano, dopo, solo dopo il simbolo
> della critica a un paese come l'Iran ed è del tutto da escludere che
> per me possa essere lo strumento per l'affermazione di una presunta
> superiorità occidentale.
>
> L'unico suggerimento che mi permetto di dare a chiunque è di
> documentarsi meglio in merito alla cosiddetta "morte indolore". C'è
> ancora molto da imparare a partire dal fatto che non esiste
> un'esecuzione compassionevole e che nessuna pena di morte è veramente
> priva di una forte componente di tortura. C'è da imparare che stati
> civilissimi hanno ancora in vigore la pena di morte, oltre agli Stati
> Uniti e all'Iran. E infine che non si può usare la pena di morte come
> un argomento per il presunto scontro di civiltà. E' un atteggiamento
> opportunista e barbaro che fa di Sakiné - e degli altri che hanno la
> dubbia fortuna di salire agli onori della cronaca - dei simboli usa e
> getta che si possono accantonare non appena sono serviti allo scopo.
> Chi crede nella pena di morte, dal mio punto di vista, merita il
> medesimo disprezzo, a qualunque latitudine si trovi, in qualunque
> lingua sia annunciata al condannato, a qualunque dio siano rivolte le
> ultime preghiere.
>
> Ilaria Sabbatini
>
> 1) http://it.peacereporter.ne t/articolo/2180/Sofferenze+inutili
> <http://it.peacereporter.net/articolo/2180/Sofferenze+inutili>
>
> 2) http://www.paulrougeau.org /foglio%20145.htm
> <http://www.paulrougeau.org/foglio%20145.htm>
>
> 3) http://www.nessunotocchica
> ino.it/news/index.php?iddocumento=8340583
> <http://www.nessunotocchicaino.it/news/index.php?iddocumento=8340583>
>
> 4) http://mazzetta.splinder.c
> om/post/24627854/la-cina-sospende-la-pena-di-morte
> <http://mazzetta.splinder.com/post/24627854/la-cina-sospende-la-pena-di-morte>
>
> 5) http://www.lapenadimorte.c om/metodi.shtml
> <http://www.lapenadimorte.com/metodi.shtml>
>
> 6) http://forum.alfemminile.c
> om/forum/mariage1/__f284889_mariage1-I-metodi-di-ese
> cuzione-in-vigore.html
> <http://forum.alfemminile.com/forum/mariage1/__f284889_mariage1-I-metodi-di-esecuzione-in-vigore.html>
>
>
> _______________________________________________
> Forumlucca mailing list
> Forumlucca@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/forumlucca

Grazie Ilaria per la tua riflessione approfondita che mi ha fornito
molte informazioni che non conoscevo e che condivido pienamente.
Ciao.
Elena