[NuovoLab] Vassallo e Senesi: blocco e contropiede"La politi…

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Autor: Antonio Bruno
Data:  
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Asunto: [NuovoLab] Vassallo e Senesi: blocco e contropiede"La politica non è inseguire gli umori"
I titolari di Commercio e Ciclo dei rifiuti: "L´errore è parlare di persone e non di fatti. Occorre affrontare i temi che riguardano la gente"
Vassallo e Senesi: blocco e contropiede "La politica non è inseguire gli umori"

"Sappiamo tutti che i prossimi anni saranno duri: cosa possiamo garantire ai genovesi"


Per Carlo Senesi, assessore al ciclo dei rifiuti, «in fondo è tutta una questione di asticella minima: sappiamo tutti che nel prossimo quinquennio la situazione economica sarà disastrosa. Cosa decidiamo di garantire, comunque, ai genovesi?».
Per Gianni Vassallo, assessore al commercio, «l´errore è parlare di persone e non di fatti. Dobbiamo smetterla con la divisione del mondo in bravi e cattivi. E non è vero che l´amministrazione è una cosa e i partiti un´altra. Il problema vero è il solco sempre più profondo che esiste tra la politica e la gente».
Uno è comunista, anzi è il segretario del Pdci. L´altro rappresenta una delle incarnazioni del Pd, quella cattolica (non a caso è stato l´ultimo segretario provinciale della Democrazia Cristiana). Ma anche Carlo Senesi e Gianni Vassallo - come, nei giorni scorsi i loro colleghi assessori Andrea Ranieri, Francesco Scidone, Bruno Pastorino, Roberta Papi - pensano che qualche problema, tra Tursi e dintorni, esista davvero.
Riassunto delle puntate precedenti. La Vincenzi scrive una lunga lettera a Repubblica: chiedo ai partiti, al mio partito che è il Pd, di giudicare il nostro lavoro. Le risponde, sempre sul giornale, il segretario regionale del Pd Lorenzo Basso: in linea di massima il giudizio è positivo, le Primarie non possono essere utilizzate come una clava per sfide interne, parliamo invece dei programmi. Aggiunge Mario Tullo, suo predecessore e deputato genovese del Pd: il risultato della giunta Vincenzi è positivo, senza aggettivi. Poi di nuovo il silenzio. Intervengono, uno dopo l´altro, gli assessori: quattro nei giorni scorsi, oggi Farello, Senesi, Vassallo. Minimo comune denominatore: ma i partiti del centrosinistra dove sono? Perché ci lasciano soli? Perché non dicono che abbiamo lavorato bene (o, nel caso, male)?
«Sia chiaro, il mio è un partito piccolo, e forse, proprio perché è piccolo, è molto più facile far capire le difficoltà enormi in cui lavoriamo - spiega Carlo Senesi - Ma, posto che la valutazione del Pdci sull´amministrazione Vincenzi è positiva, sfugge il senso globale. Dovremmo metterci attorno ad un tavolo: chi se la sente di dire ai genovesi che la situazione è drammatica, che la politica dissennata di questo governo ci costringe a fare dei tagli, che potremo garantire solo determinate cose? E poi, quali cose? Io penso: tenere aperti gli asili, assistere i disabili, applicare i risultati del referendum sull´acqua. Ma siamo tutti d´accordo sul livello dell´asticella minima, sotto la quale non avrebbe senso andare? Vogliamo smetterla di andare dietro alla pancia della gente o qualcuno pensa che la politica sia inseguire gli umori peggiori?». Senesi pone alcuni punti di non ritorno. «Deve essere chiaro che non è un problema di questo o quel sindaco: con questi tagli, da solo, non ce la fa nemmeno Gesù Cristo. Le forze politiche del centrosinistra devono fare blocco, ragionare sulle cose fatte e da fare, giudicare il lavoro svolto, apportare le eventuali correzioni. Così si fa politica».
Aggiunge l´assessore al commercio, Gianni Vassallo: «Io a questa enfatizzazione sulla distanza tra i partiti e l´amministrazione non credo tanto. La via di uscita non è quella di rimarcare l´isolamento, quanto quella di lavorare per una ricomposizione. Ma il partito non è un´entità diversa da me, la gente, se dici "Vassallo", pensa ad un assessore del Partito Democratico. Allora, secondo me, il problema è quello di recuperare la credibilità della politica, affrontare i temi che riguardano la gente, facendo tutti un passo indietro. Penso, ad esempio, ai dibattiti in consiglio comunale: bisogna dare delle risposte non partendo dallo schieramento cui si appartiene, ma ragionando sulle singole delibere. E va fatto a livello nazionale come a livello locale. Solo così saremo in grado di recuperare credibilità».
(r.n.)