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I giudici annullano la variante e una lunga serie di atti degli uffici tecnici del Comune che permettevano l´apertura del cantiere
Villa Allegra, stop alla casa di riposo superlusso il Tar accoglie il ricorso dei residenti di Albaro
Troppo grande e "troppo privata". Il Tar boccia il progetto di Villa Allegra, la casa di riposo di lusso del gruppo Fogliani, e bacchetta il Comune di Genova per aver fatto da passacarte degli imprenditori «senza minimamente svolgere alcun approfondimento per verificare la fondatezza di quanto dagli stessi dichiarato».
La decisione dei giudici del Tribunale Amministrativo di annullare la variante e tutta una serie di atti degli uffici tecnici che davano il via libera al cantiere, deriva dal ricorso presentato dall´avvocato Mario Alberto Quaglia per conto dei residenti di alcuni condominii di via Montallegro. Dei 31 motivi sui quali si fonda il ricorso, il Tar ne ha respinto alcuni e ne ha accolti altri ritenuti più rilevanti.
Il progetto Villa Allegra era previsto nell´area in cui sorge la vecchia casa di riposo di Albaro, abbandonata da anni, che verrebbe trasformata nel nuovo centro "Pecsa", vale a dire «Polo di eccellenza per la cura e la salute dell´anziano». La famiglia Fogliani, a capo dell´impero dei ticket restaurant del marchio "Qui", ha previsto un investimento di 15 milioni di euro.
Ma la variante approvata dal Comune non ha convinto i giudici del Tar, che scrivono «l´indice di edificabilità è doppio rispetto a quello previgente». E i magistrati non ritengono valida la giustificazione che tale volumetria sia necessaria per tutte le «funzioni e servizi previsti». Il Comune avrebbe dovuto approfondire meglio prima di deliberare, sostiene il Tar, che poi parla di «stravolgimento del limite di edificabilità». Ed ecco la stoccata: «Tale irrazionalità è bene evidenziata dalla circostanza che se si fosse realizzata una clinica in regime di convenzionamento l´edificio avrebbe avuto dimensioni dimezzate».
La convenzione appunto, o meglio l´assenza di convenzione è l´altra questione centrale su cui si fonda la bocciatura del progetto. Secondo i giudici, il gruppo Fogliani aveva inizialmente ipotizzato un regime di convenzione e su tale ipotesi erano stati formulati i pareri tecnici, ma successivamente aveva cambiato idea ripiegando su una struttura solo privata. E così facendo, secondo il Tar, i pareri rilasciati «devono ritenersi viziati».
(marco preve)
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antonio bruno.
capogruppo Sinistra Europea - PRC Comune di Genova
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