[Lecce-sf] LEGGE ELETTORALE Il referendum travolto dalle ris…

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Autore: Antonella Mangia
Data:  
To: lecce social forum
Oggetto: [Lecce-sf] LEGGE ELETTORALE Il referendum travolto dalle risse di partito

www.controlacrisi.org


        
        Gianni Ferrara: -

    




         


LEGGE ELETTORALE



Ai lettori bisogna dar conto. Io lo devo a quelli de il manifesto
per gli scritti che per venti anni questo giornale mi ha onorato di
ospitare, permettendomi di sostenere con testarda insistenza convinzioni
politiche mai dubitate, tra cui la validità etica e politica della
Costituzione repubblicana e la persuasione che solo un sistema
elettorale proporzionale renda credibile la democrazia rappresentativa.
Devo ora dar conto di una iniziativa avviata e fallita. Quella di un
referendum sulla legge elettorale peggiore del mondo, il porcellum, che
Berlusconi impose ed impone all'Italia.

Su tale legge, per eliminare le devastanti storture che ha
determinato e determina, il 9 giugno scorso all'Ufficio centrale
competente della Corte di Cassazione è stata presentata una richiesta di
referendum. Per abrogare specificamente: 1°) il cosiddetto «premio di
maggioranza» che, attribuendo il 55 per cento dei seggi alla lista, o
coalizione di liste, che ottiene, anche se solo col 40, 30 per cento ed
anche meno, un voto in più di ciascuna delle altre, trasforma una
minoranza in maggioranza, falsificando così il risultato elettorale; 2°)
il dispositivo delle «liste bloccate» che nega alle elettrici ed agli
elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento,
permettendo così che i parlamentari vengano «nominati» dai capi-partito;
3°) la indicazione del «capo» di partito o di coalizione con cui si
distorce la forma di governo parlamentare deviandola in senso
presidenziale e si attribuisce al premier un potere enorme sul
Parlamento e sul Paese.

È al professor Stefano Passigli che va riconosciuto il merito di
aver ritagliato i testi delle leggi elettorali ricavando così, a
referendum celebrato e vinto, il risultato di ottenere per l'Italia un
sistema proporzionale, con soglia di sbarramento del 4 per cento, come
nella stragrande maggioranza dei Paesi dell'Europa continentale. Un
sistema elettorale che avrebbe garantito alle elettrici e agli elettori,
il diritto eguale non solo al voto, ma al risultato del voto, ad essere
cioè rappresentate/i al massimo possibile e in posizione di parità sia
alla Camera che al Senato.

Questo evento salvifico della democrazia italiana non ci sarà.

L'iniziativa referendaria è stata erroneamente gestita e proprio da
chi, per i meriti che aveva acquisito nel formulare i quesiti, la ha
sottoscritta per primo (come secondo firmatario chi scrive).
Snaturandone il carattere di proposta della società civile, è stata
gettata nella rissa degradante tra le correnti del partito democratico.

La perversa tendenza che in quel partito mira a perpetuare il
bipolarismo coatto, a consolidare il primato dell'esecutivo, lo
svuotamento e la perversione della rappresentanza, la personalizzazione
del potere, ha avuto la meglio. Attraverso alcuni suoi esponenti, previa
campagna di falsificazioni reiterate e aggravate e di pressioni di ogni
genere, ha promosso un referendum diretto alla restaurazione del
mattarellum ma platealmente inammissibile. Quanto mai efficace però a
stroncare l'iniziativa referendaria volta a ricostruire la
rappresentanza proporzionale in Italia o, almeno, a vincolare il
Parlamento ad approvare una nuova legge elettorale di segno contrario al
porcellum. Solo su deliberazione del corpo elettorale, infatti, è
possibile reprimere il potere dei leaders dei partiti di nominare i
propri parlamentari. L'effetto sicuro dell'iniziativa dei pasdaran del
bipolarismo coatto e della personalizzazione del potere è stato, quindi,
la perpetuazione del porcellum.

A fronte delle due opposte iniziative, la Cgil ha infatti ritirato
la sua propensione a mobilitarsi per la raccolta delle firme, raccolta
che essa sola avrebbe potuto assicurare. Ha in tal modo però equiparato
la rappresentanza politica democratica al regime delle due élite
omologhe che competono per la più adeguata amministrazione
dell'esistente.

Se l'esigenza di una rappresentanza politica autentica dei
lavoratori non è sentita come indefettibile ed imperiosa dalla Cgil, può
ancora aver senso la lotta per la democrazia in Italia?

Non so rispondere a questa domanda o non voglio. Credo però che un modo per riprovarci dobbiamo trovarlo.



FONTE: il manifesto, 28 luglio 2011



NOTA: Nella ricostruzione della vicenda Gianni Ferrara ha
tralasciato un particolare, anzi due, non indifferenti. 1) contro il
referendum per il proporzionale e a favore del bipolarismo coatto si è
schierata SEL e Vendola che si è alleato con Veltroni annunciando per
bocca di Gennaro Migliore la promozione del contro-referendum. La cosa
ha suscitato più di un mal di pancia in SEL, di cui è stata
testimonianza anche una lettera di Patrizia Sentinelli al Manifesto ma
in un partito del leader il leader ha sempre ragione anche se la svolta
nega decenni di battaglie. 2) lo stesso Manifesto non si è agitato più
di tanto a difesa di una campagna per la proporzionale, anzi è
progressivamente diventato alfiere di un uso alternativo (cioè
vendoliano) del bipolarismo.