[RSF] Da leggere e diffondere

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Autor: Equivita
Data:  
A: Equivita
Assumpte: [RSF] Da leggere e diffondere
COMUNICATO 29/07/11

VELENI CHIMICI: la specie umana sempre più a rischio

Nel 2004, con la ³Dichiarazione internazionale sui Pericoli
dell¹inquinamento chimico², presentata all¹UNESCO,
Luc Montagnier esordiva dichiarando ³La specie umana è a rischio². Oggi lo è
assai di più.




Uno studio universitario condotto da Greenpeace e GM freeze, riportato da
³The Ecologist², dimostra che il glifosate, ingrediente primo di vari
diserbanti e in particolare del Roundup, (quello di gran lunga più diffuso,
sia nelle colture tradizionali che ­ in dosi 4 volte maggiori ­ in quelle
geneticamente modificate) è causa di cancro, malformazioni neonatali,
squilibri ormonali e malattie neurologiche quali il Parkinson.
Risultati uguali o simili sono stati ottenuti con numerosi altri studi (un
esempio fra tanti: quello dell¹Università di Saskatchewan, Canada). Poiché
in tutto il mondo viene fatto un uso massiccio di glifosate (non solo in
agricoltura, ma anche nei parchi pubblici e luoghi residenziali, come
avviene in Italia senza che sia adottata la minima misura di precauzione!)
gli studiosi ne hanno chiesto il ritiro dal mercato, denunciando anche
l¹effetto gravissimo e prolungato che il glifosate ha sull¹ambiente, con la
creazione di piante ³resistenti² ad esso. Più di 20 specie di infestanti
naturali, dette ³superweeds² (e oggi oggetto di grande allarme) hanno reso
incontrollabili, specie in Brasile, Argentina e US, quasi 6 milioni di
ettari di coltivazioni, e indotto le aziende chimiche a produrre diserbanti
sempre più tossici.

La notizia non è del tutto nuova: studi accademici sul glifosate, di cui uno
commissionato dalla stessa Monsanto (che produce il Roundup), avevano, già a
partire dal 1980, reso noti gran parte di questi effetti.
La rivista Cancer pubblicava il 15/3/1999, uno studio svedese (Hardell e
Eriksonn) sulla connessione tra glifosate e linfoma non-Hodgkin.
Inoltre, già nel 1999 la Charles Benbrook Consultants segnalava, analizzando
8.000 siti sperimentali, che l¹impiego di diserbante aumentava, con gli Ogm,
di 4 volte in media rispetto alle colture tradizionali (proporzione
confermata in numerosi studi recenti, incluso il IAASTD, delle Nazioni
Unite). Per non citare i dati allarmanti, mai presi in considerazione, sul
livello di inquinamento da glifosate nelle falde acquifere degli USA.

Il Comitato Scientifico EQUIVITA denuncia oggi all¹opinione pubblica
l¹incalzare allarmante delle notizie sui danni provocati dai veleni chimici,
pesticidi in particolare.
Ecco solo alcune di esse (altre sono consultabili sul sito www.equivita.it).

1) Uno studio condotto dell¹Università di Berkeley e la Columbia University
ha dimostrato, monitorando le popolazioni della California e dello Stato di
New York, che le donne esposte ai pesticidi in gravidanza mettono al mondo
figli meno intelligenti della media (talvolta con quoziente intellettivo
assai ridotto).
Ma la denuncia va ben oltre: In Europa i cancri infantili sono aumentati in
modo preoccupante; di questi, il 70% sono dovuti a fattori ambientali. Senza
considerare la popolazione adulta: i cancri maschili in Francia sono
aumentati del 93% negli ultimi 25 anni (vedi film francese ³I nostri figli
ci accuseranno², potente denuncia dell¹inquinamento agro-chimico e
dell¹abuso di pesticidi e fertilizzanti).
Gli studiosi raccomandano di abolire l¹uso dei pesticidi a partire dalle
zone abitate: ³la maggior parte dei parassiti che si trovano nelle nostre
case, orti e giardini, possono essere controllati senza di essi².

2) Uno studio eseguito dall¹Università di Sherbrooke Hospital Centre, in
Canada, ha dimostrato che le tossine trasferite nel Dna delle piante per
attaccare gli insetti predatori (come ad esempio la tossina Bt) si ritrovano
nel 93% dei campioni di sangue prelevati dalle donne incinte e dai cordoni
ombelicali dei neonati. Si hanno buoni motivi di temere che questo possa
essere fonte di allergie, aborti, difetti neonatali e forse anche cancro.

3) In uno studio di alcuni anni fa di G.E. Seralini e altri, ³Differential
Effects ofGlyphosate and Roundup on Human Placental Cells and Aromatase²
(³Environmental Health Perspectives², 2009) si afferma, attraverso uno
studio di biologia cellulare, che il glifosate è tossico per le cellule
umane placentarie JEG3 con concentrazioni più basse di quelle utilizzate in
agricoltura. L¹effetto aumenta con la concentrazione e il tempo, o in
presenza di coadiuvanti. Si denuncia infine che il Roundup, oltre ad essere
un potenziale distruttore endocrino, può indurre problemi di riproduzione.
Tale studio è particolarmente importante perché effettuato su cellule umane,
mentre la maggioranza delle ricerche nella UE vengono ancora effettuate
sugli animali.
Ci preme a tal riguardo mettere in evidenza che, anche nel caso di danni
provocati da Ogm, i test su animali hanno consentito alle aziende
produttrici delle sostanze analizzate di interpretarli a loro piacimento. I
risultati dei test sono stati considerati pienamente validi quando si voleva
consentire il via libera agli ogm, mentre si è negata ad essi ogni validità
quando erano poco funzionali agli interessi economici, affermando in questo
caso la scarsa predittività per l¹uomo della sperimentazione animale.

La risposta della UE

Ambigua, in questa situazione, la posizione della Commissione Europea, che,
contro il volere della grande maggioranza dei cittadini, ha sempre sostenuto
la diffusione degli Ogm e, di riflesso, dei pesticidi.
Un¹ambiguità che si manifesta in azioni vistosamente contraddittorie.
- Da un lato l¹Unione Europea denuncia la pericolosità dei pesticidi, emana
regolamenti su di essi (gennaio 2009) per ridurne l¹uso e pubblica l¹elenco
delle sostanze da bandire (che in futuro dovrà via via essere integrato), in
quanto più pericolose delle altre. L¹elenco comprende 22 sostanze, tra le
quali figura il glufosinate.
- Dall¹altro lato l¹ UE attiva ogni strumento in suo possesso per promuovere
l¹autorizzazione di nuovi Ogm. Tra questi, il mais Bt 11 e il mais Bt 1507,
entrambi contenenti due modifiche: oltre ad esservi inserita la tossina Bt
(modifica che li rende essi stessi pesticidi), sono modificati per resistere
proprio al glufosinate. Essi comportano dunque un impiego massiccio del
suddetto diserbante (un uso, come abbiamo detto, di 4 volte superiore a
quelle delle colture tradizionali).
E¹ stato inoltre di recente rivelato (in ³Roundup and Birth Defects. Is the
Public Being Kept in the Dark?² apparso su GMWatch) che i dati relativi al
Roundup sono stati manipolati e censurati (ad esempio per la teratogenicità
rilevata sugli animali) per autorizzare la sua immissione sul mercato UE.
Non solo: la Commissione ha anche fatto slittare la revisione dell¹erbicida,
prevista per il 2012, al 2015, quando (è già stato stabilito) non saranno
usati i requisiti più stringenti del nuovo Regolamento del 2009, ma i
criteri vecchi, molto più permissivi!

Conclusione

La regolamentazione dei pesticidi è fondata attualmente su una
classificazione della tossicità derivante principalmente dal test Ld50 (Dose
letale 50). I test su animali, tuttavia, non sono in grado di identificare
la risposta umana a tali sostanze. E' noto che i roditori reagiscono
diversamente ai pesticidi, avendo, ad esempio, maggiore capacità di
neutralizzare gli effetti nocivi degli organofosfati (lo dimostra anche il
fatto che, in modo opposto, vengono reclamizzati dei rodenticidi ³innocui
per l¹uomo² da chi vende prodotti per la disinfestazione).


Per giungere ad una corretta valutazione di tossicità occorre modificare la
classificazione dei pesticidi stilata dall'OMS in base alle reazioni dei
roditori considerando esclusivamente i dati umani a disposizione. Questa
conclusione ci giunge da un team di ricercatori internazionali, dopo aver
monitorato, tra il 2002 e il 2008, la degenza di 9.302 srilankesi che hanno
tentato di suicidarsi ingerendo un pesticida. Tale studio ha rilevato il
tasso di letalità di molte sostanze di uso comune nonché evidenziato le
notevoli difformità tra le classificazioni OMS e gli effetti sull'uomo.

Il Comitato Scientifico Equivita si unisce a tale raccomandazione ricordando
l¹esistenza di metodi assai più affidabili, esaurienti e predittivi (nonché
più rapidi ed economici) della sperimentazione animale, basati
principalmente su cellule o tessuti umani. Ad esempio la tossicogenomica,
che consente di osservare il modo in cui una determinata sostanza chimica
altera la funzione dei geni all¹interno della cellula, e di verificare la
risposta biologica, le reazioni di riparazione e anche le modifiche a lungo
termine.

EQUIVITA condanna, a fronte delle gravi evidenze riportate, l'uso dei
pesticidi e degli Ogm in agricoltura. E¹ tempo di ritirare dal mercato il
glifosate e ogni sostanza dimostratasi pericolosa senza attendere la
scadenza delle autorizzazioni UE!

EQUIVITA condanna infine la visione politica che antepone gli interessi
privati delle industrie alla tutela della salute umana e all¹equilibrio
della biosfera