[NuovoLab] Per me nonno del blitz il calvario non e' finito

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Aihe: [NuovoLab] Per me nonno del blitz il calvario non e' finito
Per il nonno della Diaz il calvario non e' mai finito.

Arnaldo Cestaro era il piu' anziano, tra gli occupanti della scuola, quando scatto' il blitz. Aveva 62 anni
"Mi hanno rotto un braccio, una gamba, 10 costole. Con i manganelli, a claci."
Fu operato all'ospedale Careggi di Firenze. Dopo dieci anni e' tornato a Genova. Lo spirito e' quello di allora: non si puo' piegare. La salute va peggio. E per lui si profila una nuova operazione
"I ferri nel braccio mi fanno male, finiro' ancora in sala operatoria."
Cestaro e' un artigiano di Augugliaro, provincia di Vicenza.
Per vivere vende materiali ferrosi, il mestiere che ha fatto da sempre.
Quello che e' accaduto la notte del 21 luglio 2001 non riuscira' mai a dimenticarlo.
"In quei giorni ero a Genova per manifestare per i diritti di tutti.
Sono sempre stato un comunista. Ripeto: un comunista cresciuto nel PCI non un terrorista.

CHE COSA ACCADDE QUELLA NOTTE, CESTARO?

Ero li' alla Diaz. Ero diretto a dormire alla stazione Brignole. Ma una signora mi ha indicato la strada della scuola. Mi ha detto: la stazione e' lontana, ma qui vicino ci sono delle scuole che danno ospitalita'. Mi ha accompagnata e' stata m olta gentile.

E COSI' SI E' TROVATO ALL'INTERNO DELL'ISTITUTO

Si ho posato il borsone sono uscito di nuovo per mangiare qualcosa, sono tornato alle 10 e mezza. Ho trovato posto proprio dietro al portone della Diaz. Mi sono addormentato li'. Ero il primo dietro alla porta.

COSI' L'HANNO AGGREDITO SUBITO

Quando ho sentito quel trambusto ero convinto che fossero i black blok. Invece era la nsotra polizia. La polizia itlaiana, capisce? Quelli che avrebbero dovuto difenderci. Mi hanno picchiato con i manganelli, mi hanno rpeso a calci, hanno continuato a infierire anche qaundo ero per terra.

LEI NON HA OPPOSTO RESISTENZA

Ma quale resistenza io ero il piu' vecchio di tutti, li' dentro. Ho visto la mattanza in diretta. E non augurero' maia nesuno di vedere una cosa del genere, di sentire tutti questi ragazzi che chiamavano la mamma in italiano, in francese, in tgedesco, in inglese.

Eppure questa esperienza ha pure avuto un risvolto positivo, ho imparato una lezione.

E' PER QUESTO CHE E' TORNATO, DIECI ANNI DOPO?

Si perche' ho imparato una volta di piu' che dobbiamo unire le forze per cambiare sistema, per vivere una vita degna di essere vissuta. La democrazia che ci siamo conquistata va difesa ogni giorno.

QUINDI NON SI E' PIEGATO
Io non ho mai desistito. Io continuo a lottare. Fino all'anno scorso sono stato iscritto a Rifondazione Comunista. Oggi dono ancora piu' vicino ai movimenti. Qyesti ragazzi sono la nostra speranza

E' STATO ANCHE IN VAL DI SUSA?
Si e anche li' ho visto ancora una volta le scene delal violenza verso chi manifesta, contro chi si oppone all'ingiustizia

PERCHE IL MASSACRO DELLA DIAZ?

Non e' stato un caso che ci abbiano picchiato. Non e' stato un errore. E' stato fatto tutto a bella a posta: bisognava punire noi perche' manifestavamo. Perche' eravamo stati nelle strade a contestare i Grandi del G8. Perche' bisognava dare una lezione che restasse impressa.

marco menduni
il secolo xix


22.7.11