Szerző: Antonio Bruno Dátum: Címzett: veritagiustiziagenova, versogenovaluglio2011, forumsege, forumsociale-ponge, Mailing list del Forum sociale di Genova, fori-sociali Tárgy: [NuovoLab] Genova,
la sfilata dei 30mila che non vogliono dimenticare
unita
Diecimila secondo la questura trentamila per gli organizzatori. Sono le donne e gli uomini, anziani e giovanissimi, che ieri hanno animato la manifestazione in ricordo del G8 del 2001.
Tramutare il doppio incubo in festa '0 stato l'obiettivo del corteo di Genova, dieci anni ndopo. Sono venuti in tanto, da Milano e dalla Val di Susa, dalla Liguria e da Torino e dal resto d'Italia, dovevano essere 10 mila nlle previsioni delgi organizzatori, sono molti di piu', forse 30 mila, si snodano lungo lo stradone che da Sampierdarena si snoda fino a Caricamento, al pporto antico di Genova, reso chic dal restyling di Renzo Piano.
Doppio incubo e ferite aperte, della citta' che non ha creduto ai segnali di pace e che ha chiuso le saacinesche dei negozi lungo il percorso di 4 chilometri. E delle migliaia di persone che vissero quella INCREDIBILE "NOTTE CILENA".
"FESTA" DICE LA QUESTURA che ha organizzato una presenza discreta delle forze dell'ordine, festa quella del concerto conslusivo, o del gruppo di ragazzi con capelli rasta che tirano 2 calci al pallone, aspettando che si formi la testa del corteo.
O di Giacomo e Alba, arrivati da Milano, avevano 20 anni nel 2001, sono tornati finalmente contenti, perche' a Milano un po' di cambiamento si sente.
Ma in realta', per quanto ci si sforzi, non e' ancora tempo di gioire, troppo lutto e troppi traumi che non hanno ancora avuto dallo stato democratico le scuse, le risposte che aspettano
Haidi e Giuliano Giuliani, Paolo Fornaciari, Lorenzo Guadagnucci, gironalista picchiato nel sonno alla Diaz., Arnaldo Cestaro, classe 1939, con la fotografia che lo mostra sulla sedia a rotelle, dopo le botte alla Diaz, si tengono sottobraccio e aprono il corteo, subito dopo viene lo striscione con lo slogan collettivo dela manifestazione "Loro la crisi, noi la speranza".
Poi la selva delle bandiere "corsare" No Tav sullo striscione della "Valle che resiste" c'' Obelix mentre si chaima Max l'Obelix valligiano che lo sostiene, con pancia e treccine di ordinanza, piu' una bottiglia di vino bainco a fare da compagnia.
La Val di Susa ha in questo momento l'onere e l'onore di rappresentare cloro che pensano "che un altro mondo e' possibile".
Claudio Gasparro fa il falegname a Torino, da anni recupera, per lavorare, il legno buono, non usa truciolati "mi pigliavano per matto, ora qualcuno comincia a darmi ragione."
La storia della Val di Susa la conosce molto bene, dice "Non e' un caso di Nimby, non nel mio cortiel".
Il problema e' che "quell'investimento di 20 miliardi deciso negli anni ottanta oggi e' incomprensibile".
"Quei soldi non ci sono, tutto sembra finalizzato a intascare i 640 milioni di finanziamento che potrebbero finire nelle tasche di non meglio finire nelle tasche di non meglio identificare lobby, magari mafiose o 'ndranghetiste e tutto questo con uno sconvolgimento ambientale gigantesco, 20 anni dicantiere.
Cita gli studi di importanti docenti trasportisti, "Marco ponti del Politecnico di Milano, Tartaglia del Politecnico di Torino che contestano l'ipotesi di un aumento esponenziale del trasporto di merci e persone previsto nel 1985", oltretutto "non e' nemmeno chiaro se sis trattasse di una linea merci o una linea passegeri, che richiedono binari dicversi."
In compneso "Chiomonte e' diventato un fortino militarizzato con il filo spinato ora arrivano 140 alpini dall'afganistan e li non esiste cantiere c'e' la zona archeologica, insediamenti neolitici, della Maddalena, il museo usato come base."
Dietro al folto gruppo dela Val di Susa lo strisicone di giovanissimi anarchici milanesi, oro non c'erano 10 anni fa, hanno 15, 14, 16 anni.
E sono i piu' arrabbiati
"Nessun rimorso, Milano non dimentica" dice il loro striscione.
C'era invece Danilo Oliva, del Cap, l'autorita' portuale genovese, accompagna il camioncino dei migranti organizzato dall'Arci "Io c'ero anche nel 1960", ricorda 30 giugno 1960, quando Genova, medaglia d'oro della resistenza, insorse contro il congresso del Msi e il sostengo neofascista al governo Tambroni.
"Ci furono scontri duria allora, am cio' che e' accaduto nel 2001 fu molto piu' brutto, la notte della Diaz, la morte di Carlo Giuliani sono un caso unico nella storia di Genova, nemmeno nel '60, quando c'era la famosa celere si e' visto qualcosa di simile."
Sfila Legambiente, sfilano organzizazioni cattoliche, c'e' il movimento "Noi siamo Chiesa", c'e' Flavio Lotti, della Tavola della Pace.
Ci sono gli striscioni dei comitai del movimento dell'acqua pubblica, arrivano dalle piazza tematiche che nel primo pomeriggio si sono svolte nelle piazze di Sampierdarena.
Oggi ci sara' l'assemblea conclusiva quella che cerchera' di stabilire una connessione fra le diverse istanze che sono confrntate qui a Genova nel mese di luglio, migranti e rivolte sull'altra sull'altra sponda del Mediterraneo, sindacati e ambientalisti, giuristi del Legal Forum e teorici del Km0 per vedere se, con il vento che cambia, un movimento c'e'.
Cammina solitario Evandro Fornasier, psicologo, che allora fu portato a Bolzaneto, tenuto ore in piedi con le mani alzate, insultato, picchiato "Ero venuto come tanta gente libera che in quel giorno venne a Genova eppure ancora oggi dbbiamo subire la criminalizzazione l'identificazione con i black blok, come se cio' che e' accaduto fose colpa nostra."
Le verita' su quei giorni, dice, "sono state sostanzialmente raggiunte, sentenze importanti hanno condannato il capo della polizia e i vertici di tutti i corpi." eppure "non c'e' un percorso di risarcimento, le aprole si consumano nel vuoto."
Le scuse mai arrivate dallo Stato sono, probabilmente, "fuori tempo massimo".
"Noi abbiamo dovuto imparare a convivere con ferite aperte" ma la cosa piu' grave e' che "le nebbie di Genova" quella "catena di comando che non si e' mai chiarita" si allungano su un paese che "ha maturato altri gravi problemi".
Quella in cui viviamo e' "un'Italia che soffre dove e' aumentata la precarieta' e la diseguaglianza, dove sono state fatte leggi sulla prescrizione ma non e' stata fatta la legge che vieta la tortura".
Quello in cui viviamo, pensa chi e' stato a Genova nel 2001 non e' ancora un paese normale, un paese che ha riconosciuto e superato le sue difficolta', "e' un paese che va alla deriva".
Dove sono state ragiunte delle verità magari parzizlai ma importanti, ma "non e' stata tratta nessuna conseguenza".
jolanda bufalini
jbufalini@???
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antonio bruno.
capogruppo Sinistra Europea - PRC Comune di Genova
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