01/07 - ALTI GRADI MILITARI COLOMBIANI SARANNO PROCESSATI DA UN
TRIBUNALE ECUADORIANO
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Il giudice ecuadoriano Carlos Jiménez, assicura che gli alti gradi
militari colombiani coinvolti nella Operazione “Fénix” dovranno
rispondere di fronte alla giustizia dell'Ecuador.
“Fenix” è il nome dell'operazione militare portata a termine
dal regime colombiano nel marzo del 2008, quando l'aviazione militare
colombiana, con l'attiva collaborazione di quella statunitense, ha
bombardato l'accampamento diplomatico delle FARC situato nella
provincia di Sucumbíos,
in territorio ecuadoriano, al fine di far fallire l'interscambio
umanitario dei prigionieri di guerra. Successivamente le truppe
colombiane hanno sconfinato e hanno assassinato a sangue freddo i
sopravvissuti alle bombe. Fra le vittime del massacro, oltre al
Comandante Raúl Reyes, si contano altri 15 guerriglieri e 4 studenti
messicani di diverse università di Città del Messico che si
trovavano in quel luogo per realizzare studi accademici.
Le violazioni al diritto internazionale e alla convenzione di Ginevra
perpetrate durante tale massacro sono evidenti: basti citare lo
sconfinamento in territorio ecuadoriano, privo di qualunque
autorizzazione da parte di Quito, e l'assassinio di persone disarmate
e ferite, crivellate alla schiena.
Relativamente al presidente colombiano “Jena” Santos, all'epoca
dei fatti ministro della Difesa nel narcogoverno Uribe, Jiménez ha
affermato che quando l'indagine è stata aperta era possibile
processarlo, ma oggi non può essere portato di fronte al banco degli
imputati perché gode di immunità in virtù della sua carica di
mandatario.
E' sbalorditivo quanto i media internazionali, anche di
“sinistra”, dimentichino la scandalosa violazione dei diritti
umani che il macabro binomio Uribe-Santos ha costantemente effettuato
nel corso degli ultimi dieci anni, vaneggiando di un presunto “nuovo
corso” della politica colombiana che esiste solo nella testa dei
pennivendoli di regime.
04/07 - IN COLOMBIA VIOLENZA SESSUALE IN DRAMMATICO AUMENTO FRA
2001 E 2009
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1600:0407-in-colombia-violenza-sessuale-in-drammatico-aumento-fra-2001-e-2009&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>
Secondo quanto denunciato dalla ong internazionale OXFAM, in
Colombia l'omicidio di donne e la violenza sessuale sono in
drammatico aumento. In uno studio di recente pubblicazione, vengono
resi noti dati agghiaccianti: “489.687 donne hanno subito violenza
sessuale dal 2001 al 2009, per una media di 6 donne ogni ora”, e
più dell’80% degli stupri sono imputabili all'Esercito o ai
paramilitari di Stato.
I dati non riflettono che una piccola parte della realtà, poiché
per paura le vittime sono spesso costrette a tacere. Nella quasi
totalità dei casi, i crimini restano impuniti, e diverse denuncianti
sono state assassinate.
Le cifre evidenziano l'uso sistematico della violenza sessuale come
pratica del terrorismo di Stato, utilizzato per lo sfollamento
forzato delle popolazioni locali dalle zone di alto interesse
economico.
Secondo quanto confessato da Carmen Rincón, ex integrante dei
paramilitari delle AUC, il capo paramilitare Hernán Giraldo alias
‘El Patrón’, ha violentato almeno 50 bambine di meno di 15 anni,
portate alle feste nelle quali Giraldo selezionava le sue vittime;
quelle che non erano di suo gradimento, venivano date in pasto ai
suoi paramilitari.
Militari e paramilitari colombiani utilizzano la violenza sessuale
come arma di guerra, su mandato del narcogoverno, e godendo quindi
della più totale impunità.
09/07 – GOVERNO COLOMBIANO APPROVA LEGGE PER GARANTIRE
L’IMPUNITA’ A 25.000 PARAMILITARI
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1605:0907-governo-colombiano-approva-legge-per-garantire-limpunita-a-25000-paramilitari&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>
Lo scorso 28 giugno, il presidente Juan Manuel Santos ha firmato la
legge 1424, che garantisce la completa impunità a coloro che,
appartenendo ai gruppi paramilitari, hanno compiuto massacri,
assassinii, torture, sparizioni e sfollamenti forzati. Questa legge
non è che il completamento naturale della famigerata legge chiamata
istrionicamente “Giustizia e Pace”, ideata dall’ex ambasciatore
in Italia Sabas Pretelt de La Vega e voluta
dall’ex presidente Uribe, che de facto ha sdoganato i crimini
commessi dagli appartenenti alle squadracce della morte, e
legalizzato oltre 10 miliardi di dollari accumulati illegalmente
attraverso il narcotraffico e l’espropriazione violenta delle terre
dei contadini a beneficio dell’oligarchia latifondista. Infatti, nei
sei anni trascorsi dall’entrata in vigore di questa legge truffa,
sono appena 4 i condannati per i crimini sopra descritti, mentre sono
(secondo dati della Magistratura di Bogotà) 200.000 le persone
assassinate o fatte sparire da questi criminali appoggiati
dall’establishment del regime.
Il governo colombiano continua ad applicare la politica di terrorismo
di Stato e mentre i gruppi paramilitari, lungi dall’essersi
smobilitati, fanno una parte consistente del lavoro sporco di
manovalanza, la classe dominante provvede a garantire loro quel
paravento politico che li metterà al riparo dalla giustizia, mentre
la cosiddetta “Comunità Internazionale” farà per l’ennesima
volta orecchie da mercante.
14/07 - CRESCE LA DISERZIONE DI MILITARI NELLA BRIGATA 12
DELL'ESERCITO COLOMBIANO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1623:1407-cresce-la-diserzione-di-militari-nella-brigata-12-dellesercito-colombiano&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>
La Giustizia Penale Militare sta sviluppando una serie di corsi nei
battaglioni della Brigata 12, stanziata nel Caquetá (dipartimento
nel sud del paese) per prevenire i casi di diserzione, che negli
ultimi mesi si sono moltiplicati fra le guarnigioni.
Per giustificare di fronte all'opinione pubblica la necessità di
implementare tali corsi, il Procuratore Libardo Ramón ha affermato
che la maggior parte dei casi di diserzione si presenta
perché i soldati arruolatisi da poco si allontanano con permessi o
licenze e non vogliono ritornare ai battaglioni per non abbandonare
genitori, fidanzate o amici, e “non perché si presentano casi di
maltrattamento da parte dei superiori”. Tale non richiesta
giustificazione la dice lunga sul livello di putrefazione delle Forze
Armate, dimostrato peraltro dagli innumerevoli scandali emersi negli
ultimi anni: basti pensare al famigerato Manuale EJC300-7, approvato
nel 2003 dall'allora comandante dell'Esercito, il generale Carlos
Alberto Ospina, che prevede e istituzionalizza le torture e gli abusi
sessuali sulle reclute.
Le reclute, strette fra un'insorgenza che ha aumentato in misura
rilevante le sue azioni ed i propri ufficiali aguzzini, scelgono
sempre più spesso la diserzione, contribuendo all'inevitabile
indebolimento delle Forze Armate.
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