[NuovoLab] «Lo Stato ora chieda scusa». Agnoletto, appello a…

Nachricht löschen

Nachricht beantworten
Autor: Antonio Bruno
Datum:  
To: veritagiustiziagenova, forumsege, forumsociale-ponge, Mailing list del Forum sociale di Genova, amici-di-barcellona
Betreff: [NuovoLab] «Lo Stato ora chieda scusa». Agnoletto, appello a Napolitano
«Lo Stato ora chieda scusa». Agnoletto, appello a Napolitano

Genova - Alla presentazione dell’ultima settimana del decennale del G8. «Il procuratore generale di Genova lo ha detto, nessuno dello Stato ha chiesto scusa». Oggi ci sono sentenze che ricostruiscono i fatti. Il Presidente Napolitano, come massima espressione dell’Italia, potrebbe farlo a nome di tutti». Vittorio Agnoletto, europarlamentare e dieci anni fa una delle anime dei movimenti no global, ha ricordato come «oggi qualcuno dovrebbe chiederci scusa e dirci avevate ragione».

Le scuse. «Il 25 aprile del 2008 a Genova incontrammo il Presidente Napolitano, Gli consegnammo il dossier dei processi. Ci disse “Lei sa quali sono le mie competenze, non posso intervenire”. Lo sapevamo e certo non chiedevamo pressioni sui giudici. E aggiunse di fronte alla nostra illustrazione, “ne sono consapevole”. Oggi di fronte alle sentenze che ricostruiscono i fatti e le responsabilità (la Cassazione non valuterà il merito, ma altri aspetti procedurali) definite, chiediamo al Presidente Giorgio Napolitano che lo faccia lui, massimo rappresentante delle istituzioni e dello Stato, nel 150mo dell’unità d’Italia». Agnoletto ha ricordato come Luigi Di Noto, procuratore generale uscente, avesse detto nei giorni scorsi come non ci fossero state scuse da parte dello Stato per quanto accaduto e stabilito dai processi.

Avevate ragione. «Oggi il mondo è peggiorato rispetto a dieci anni fa. Dieci anni fa spiegammo e in questi dieci anni abbiamo lottato contro questo mondo, questo modo di vivere. Allora lanciammo la Tobin Tax, 150 mila firme, oggi è la Merkel a parlare di tassazioni su transazioni e capitali. Amaramente, avevamo ragione, ma non per questo ci siamo arresi».

secolo xix