[NuovoLab] GENOVA 2011 - Uniti Contro La Crisi

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Aihe: [NuovoLab] GENOVA 2011 - Uniti Contro La Crisi
Porto Antico GENOVA
venerdì 22 luglio, 17.00 - 20.00


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Dopo le grandi lotte partite in ottobre da fabbriche e università, dopo le manifestazioni che hanno visto le donne in piazza, numerose come non accadeva da tempo, dopo le brecce aperte nel berlusconismo da Milano e Napoli, e soprattutto dopo lo straordinario risultato referendario, è iniziata una fase storica e politica nella quale, paradossalmente, sono molti e pericolosi i rischi che corre il "cambiamento". Questo dipende da fattori che possiamo considerare oggettivi: può la "Primavera Italiana" non spaventare la casta della politica che alberga in tutti i gruppi dirigenti dei partiti, compresi quelli di opposizione? Crediamo di no. Aperto definitivamente il periodo terminale del ventennio berlusconiano, nel pieno della crisi neoliberista globale, il contrasto al cambiamento, all'uscita dalla crisi con una nuova idea di società e di eguaglianza, lo fornisce chi vorrebbe sostituire l'alternativa con un semplice cambio di gestione del potere pubblico. Qualcuno ha scritto che la "Primavera Italiana" passa per la Val di Susa, ed è proprio così: la lotta per i beni comuni e contro la logica del finanziamento degli interessi e delle rendite private con soldi pubblici come accade per la "grande opera" TAV, devastante ed inutile, è un nodo fondamentale dell'alternativa. Come lo è l'applicazione della volontà popolare espressa con il referendum sulla gestione dell'acqua nel nostro paese. O la stesura collettiva di un Bilancio Energetico Nazionale incentrato su efficienza e risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili per sostituire carbone, gas e nucleare; un bilancio energetico capace allo stesso tempo di ridurre i consumi e di creare occupazione sostenibile. O ancora la questione di genere posta con forza dalle iniziative delle donne, è fondamentale per pensare ad una alternativa al sistema delle diseguaglianze e della precarietà. La "Primavera italiana" passa anche dalla battaglia sulla democrazia nei luoghi di lavoro, che a partire dall'ultimo accordo siglato con Confindustria dal gruppo dirigente della Cgil, è sotto pesante attacco, in funzione di una pacificazione sociale che serve ad imporre tutto quello che la Fiom ha contrastato in questo anno, a partire dal Piano Marchionne. Lo stesso Contratto Nazionale di Lavoro, in questo quadro, esce dalle funzioni storicamente determinate alle quali avevamo fatto l'abitudine: predisporre diritti e trattamenti salariali uguali a parità di condizioni lavorative impatta direttamente con i dispositivi del capitalismo contemporaneo, che invece organizza il lavoro e soprattutto il suo costo, a partire dall'individualizzazione del rapporto. Nella stessa fabbrica "NewCo" devono valere molti contratti diversi, stipulati direttamente dall'azienda con il singolo, che naturalmente non ha nemmeno più il diritto di "dissentire". Ma se si affermasse che il Contratto Nazionale dei Metalmeccanici, vale ad esempio come riferimento generale per stabilire che sotto quelle soglie, salariali e di garanzia, nessuno può andare, non sarebbe questa una battaglia sociale che riguarda la precarietà nel suo complesso? Non potrebbe essere il terreno sul quale convergere tutti, per ridiscutere in questo paese di welfare, di salario e reddito di cittadinanza senza più contrapporli, senza più fare il gioco di chi, dividendoci artificiosamente in "garantiti" e "non garantiti", ha sempre imposto la flessibilità a senso unico, solo ed unicamente in favore delle aziende e del mercato finanziario? Noi crediamo di sì, come pensiamo che l'alternativa debba passare attraverso una nuova capacità di collocare e ripensare i processi produttivi all'interno del paradigma ecologico: è la riconversione del nostro sistema di produzione e di consumo che ci farà uscire da una crisi senza fine. Ora tutto ciò rischia di essere archiviato a forza dalla ragion di Stato: già si incontrano i futuri governanti per architettare "unità nazionali" imperniate sulla salvaguardia delle banche e delle borse, e allo stesso tempo l'inesorabile meccanismo speculativo globale, dopo aver fatto fuori la Grecia, la Spagna e il Portogallo, si sta già occupando dell'Italia. Ma è possibile che non vi sia soluzione ai problemi creati da un'Europa basata sul drenaggio della ricchezza collettiva che serve a sanare i debiti delle grandi agenzie monetarie e finanziarie? E' possibile che quando si parla di "Patti di Stabilità" ci si riferisca a bilanci, titoli, monete e mai alla qualità della vita delle persone? Questo è il momento di non mollare, di dare nuovo slancio ad un autunno di lotte e conflitti ma anche di farlo assumendo fino in fondo gli oneri di una battaglia politica e culturale per una vera alternativa. Pensiamo che questa sia la vera questione su cui immaginare dispositivi di ampia partecipazione ed espressione della volontà collettiva, che superi il blocco dei tatticismi e della ambiguità di chi si candida a sostituire l'attuale maggioranza di governo. O il "nuovo" è centrato su una vera alternativa, oppure sarà anche peggio di ciò che tutti insieme abbiamo già contrastato. Per discutere di tutto questo saremo a Genova, a dieci anni dalla straordinaria esplosione del movimento delle giornate di Luglio. Non vediamo altro modo di starci, a Genova, se non quello di usare la memoria come cosa viva, innervata nelle lotte di oggi per il cambiamento. Non vediamo altro modo di difendere Genova da chi la vorrebbe pacificata ed inutile. Genova è stata un laboratorio di nuova democrazia, attaccato ferocemente dalle forze conservatrici della nostra società, che non coincidono con la "destra" e la "sinistra". La conservazione dello stato di cose presenti, dell'idea che in fondo questo sia l'unico mondo possibile, è trasversale. C'è chi è convinto, dieci anni fa come lo è oggi, che la sinistra debba essere solo più brava a fare le stesse cose della destra. Noi non ci stiamo. Saremo a Genova, e proponiamo a tutti e tutte di raggiungerci, perché oggi è il tempo di organizzarsi. Uniti contro la crisi e uniti per l'alternativa. Vi saremo con lo spirito di Genova: all'interno del quadro di iniziative del comitato promotore, e con l'intento di dare un contributo e non solo di assistere. E con lo stesso spirito non possiamo, pensando a Genova, non volgere lo sguardo alla grande lotta della Val di Susa: l'idea della militarizzazione contro il dissenso, delle "zone rosse", della violenza che ha ucciso Carlo Giuliani e torturato tanti e tante nel 2001, è ancora ben presente nel nostro paese. Anche a questo dobbiamo trovare una alternativa, perché la legge del più forte non coincide con quella del più giusto.

Grazie all'impegno e al supporto delle realtà di movimento genovesi e della Comunità di San Benedetto al Porto di Don Gallo, Uniticontrolacrisi sarà anche uno spazio permanente di aggregazione dal 19 al 23 luglio, durante le iniziative decise dai promotori dell'appello "Loro la Crisi. Noi la Speranza". Uniticontrolacrisi farà base al Porto antico, dove saranno allestiti spazi per il pernottamento in sacco a pelo e per lo svolgimento di iniziative ed assemblee. VENERDI 22 LUGLIO dalle ore 17.00 terremo l'ASSEMBLEA GENERALE "UNITI CONTRO LA CRISI, UNITI PER L'ALTERNATIVA", a cui invitiamo tutti a partecipare.

Genova è viva.