Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Non ci uniamo al coro ipocrita
di chi ha mandato i soldati italiani ad uccidere e ad essere
uccisi. La nostra pietà va a tutte le vittime di tutti i
conflitti. E certamente ci sentiamo più vicini al
al gruppo più debole ed indifeso, quello dei civili.
Chiediamo invece il ripristino della legalità costituzionale con
il ritiro immediato dei soldati italiani
dall’Afghanistan
e la cessazione dei bombardamenti
sulla Libia; e chiediamo che le immense somme di denaro usato
per uccidere
vengano destinate ad usi
civili e solidali.
Mercoled' 13 luglio dalle 18 alle 19
sui gradini del plazzo ducale di genova 476° ora in silenzio per
la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito
BASTA BOMBE. IN LIBIA TOCCA ALL'ONU
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Il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti,
lancia un
appello perché si fermi la guerra in Libia. Ma anche la
repressione in Siria,
Yemen e Barhein.
Articolo di:
Luciano Scalettari
«È
ora di rompere il silenzio. Fermiamo la
guerra in Libia. Fermiamo la repressione in Siria. Basta col
cinismo e
l’indifferenza umanitaria. Occorre dare diritti umani, non
bombe». È l’inizio
dell’appello di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della
Tavola della pace.
«Nessuno
sa quante siano realmente le
vittime innocenti della guerra civile che da oltre cinque mesi
ha sconvolto la
Libia», continua Lotti. «Quello che sappiamo è che a pagare è
sempre la povera
gente. Nessuno sa quando e come questa guerra finirà. Quello che
sappiamo è che
cento giorni di bombardamenti della Nato non sono bastati a
fermare la
violenza. Al contrario. Il popolo che si diceva di voler
proteggere si ritrova
oggi doppiamente prigioniero di Gheddafi e della guerra contro
Gheddafi. Ancora
una volta appare chiaro che i diritti umani non si difendono con
le bombe».
La Tavola della pace esprime una forte preoccupazione per il
crescere di
vittime civili e per le sofferenze inferte alla popolazione. Ma
non solo:
l’organizzazione pacifista è in allarme per il rischio di uno
stallo
sanguinoso. Perciò – continua l’appello – chiediamo «a tutti i
responsabili
della politica internazionale di fermare i bombardamenti sulla
Libia, di
negoziare l’immediato cessate il fuoco e l’invio di una vera e
propria missione
di pace dell’Onu sotto la guida diretta del Segretario Generale,
in grado di
proteggere realmente i civili. La politica deve strappare alle
armi il
controllo della situazione e ricostruire pazientemente le
condizioni per una
soluzione politica che metta fine a questo inutile bagno di
sangue e restituisca
dignità e diritti a tutti».
La Tavola della Pace chiede
anche un forte
impegno internazionale per fermare la brutale repressione in
corso da oltre tre
mesi in Siria, Yemen e Bahrein. «La situazione è spaventosa»,
prosegue Flavio
Lotti. «Come possiamo parlare di diritti umani e restare ancora
a guardare?
Troppo tempo è passato nel silenzio e nell’inazione. Non
possiamo permettere
che il desiderio di libertà, dignità e giustizia che sta
animando milioni di
persone nel mondo arabo possa essere represso nel sangue».
«Sostenere e favorire i difficili processi di transizione
pacifica dalla
dittatura alla democrazia deve rappresentare oggi la priorità
della politica
estera dell’Italia e dell’Europa. Anche per questo l’Italia deve
smettere di
spendere per la guerra e deve investire sulla difesa e la
promozione dei
diritti umani, sulla promozione della democrazia e dello
sviluppo umano, sulla
costruzione di un’economia di giustizia che trasformi il
Mediterraneo in una
vera e prospera comunità di pace. Dalla Libia all’Afghanistan,
dal Medio
Oriente all’Africa, dall’Europa all’Onu, l’Italia è chiamata a
ripensare e
ridefinire radicalmente le sue relazioni e il suo ruolo
internazionale».
Fonte:
www.famigliacristiana.it
7 Luglio 2011